00:00 8 Aprile 2020

USCIRE dal COVID-19: ecco gli scenari che si prospettano con un occhio a WUHAN!

Come torneremo alla normalità?

Gli occhi sono tutti puntati su Wuhan. Lì hanno aperto, sono tornati alla normalità. Ci hanno messo parecchio ma ce l’hanno fatta. E se un virus killer come questo non è praticamente uscito dalla regione di Hubei e a Wuhan non si segnala più nessun contagio e nessuna vittima attribuibile a lui, ci sono buone prospettive che da maggio l’Italia possa ripartire.

Certo con un tutti i "SE" del caso: se i contagi scendono, se i morti scendono, se in Cina non si ammalano di nuovo tutti.  

Forzare la mano ad aprile sarebbe controproducente, ma sicuramente sotto la pressione di Confindustria qualcosa dopo la Pasqua verrà riaperto. La gente scalpiterà per uscire di casa, ma almeno sino al 4 maggio il Governo dovrà dare prova di grande forza ed evitare che questo accada.

Prima del 4 maggio potrebbe arrivare qualche concessione per le regioni meno "contagiate" come la Sardegna, oppure optare per "liberare" i borghi più isolati, come quelli appenninici o alpini o in aperta campagna in aree abbastanza isolate, ma si rischia di fare un gran "pasticcio".

Di sicuro l’ultima regione ad uscire dall’isolamento sarà la Lombardia. E come torneremo alla normalità? Innanzitutto dovremo abituarci ad indossare STABILMENTE la mascherina senza sconti.

Il distanziamento sui mezzi pubblici sarà come sempre un’impresa impossibile, specie se tram, autobus e metrò arriveranno con il contagocce. Gli uffici dovranno essere sanificati spesso, non solo prima di rientrarci per la prima volta dopo il lockdown.
 
E’ possibile che i dipendenti di molte aziende debbano sottoporsi ad un esame del sangue per verificare se siano o meno stati contagiati dal virus o al famoso test di cui si parla, se non addirittura al tampone. Su questo punto ci sarà parecchio da discutere.

Anche nelle scuole potrebbe adottarsi un provvedimento simile. Ci si interrogherà oltretutto se sia il caso di rischiare di mandare i bambini solo per un mese scarso, dal 18 maggio al 7-8 giugno, in un periodo in cui la psicosi da covid-19 sarà ancora altissima: al primo raffreddore dopo mesi "protetti" nelle mura domestiche i genitori potrebbero andare in ansia, tempestando di chiamate i pediatri o non mandando più a scuola i figli.

Le attività sportive di ragazzi ed adulti potrebbero riprendere solo rispettando il distanziamento e portando la mascherina negli spogliatoi, togliendola poi una volta arrivati in campo, tuttavia finché parliamo di tennis e atletica tutto bene, ma come la mettiamo con il Rugby o il calcio, dove il contatto fisico è prevalente? Ci sarà da divertirsi.

E i parrucchieri, i cinema, i bar, i ristoranti? Le regole del distanziamento e di un numero ridotto di persone potrebbe funzionare con servizio al tavolo. Per concerti e assembramenti a sfondo politico, cosi come per assistere alle partite allo stadio invece la situazione sarà molto più ardua da gestire e probabilmente per questo si andrà ben oltre maggio.

E le vacanze? Il turismo di massa dovrà ripartire quindi non avrebbe senso vietare alle persone di NON fare vacanza per recuperare il tempo perduto sul lavoro; sarebbe come dare un’ulteriore mazzata all’industria del turismo. Dopo l’immagine di Paese covid che si è fatta l’Italia all’estero, il turismo potrebbe essere prevalentemente italiano.

Gli alberghi dovranno impegnarsi a sanificare, cosi come chi gestisce appartamenti, residence, camping, ma vedrete che la vacanza in camper sarà quella più gettonata perché considerata la più sicura (mi porto la mia casa protetta in vacanza).

Camp estivi, campi scout per ragazzi: cosa succederà? Chi si fiderà a mandare i propri figli? Tutto dipenderà da Wuhan, che si troverà ancora al centro del mondo, e naturalmente da come evolverà la nostra diffusione del contagio quando si attiveranno le aree condizionate, di cui abbiamo già ampiamente parlato in altri articoli.

E a settembre? Ci sarà l’incubo di una seconda ondata? Probabile, con la riduzione delle ore di luce la psicosi tornerà ma se il covid si comportasse come la Sars, estintasi in pochi mesi non avremo più nulla da temere, se invece persistesse, solo l’arrivo del vaccino (forse) potrà placare definitivamente l’ansia da contagio.
 
Prematuro invece dire che la nostra vita non sarà più la stessa di prima: se il virus ci abbandonasse, nel volgere di pochi mesi tutto tornerebbe alla normalità, la gente dimentica in fretta, salvo chi purtroppo ha pagato un tributo troppo alto a questo maledetto virus.

 

Autore : Alessio Grosso