00:00 21 Agosto 2013

La provocazione: attacco agli scettici del Global Warming!

Ad un' analisi critica, infatti, molti degli argomenti trattati da alcuni "scettici" si rivelano ancora più fragili ed evanescenti della teoria scientifica che invece vorrebbero contrastare.

Si fa presto a criticare la scienza del clima. Campo di studio rappresentato da un sistema ipercomplesso, approccio multidisciplinare, teoria dominante difficile da dimostrare; terreno ideale per lo scetticismo. Il paradosso però, è che spesso le argomentazioni scettiche, quasi sempre vaghe, superficiali ed opinabili sul piano scientifico, si basano su congetture e tesi derivanti proprio dall’utilizzo mirato di alcuni degli stessi dati, approssimativi e precari, che invece si vorrebbero contestare alla scienza "ufficiale".
 
Ma proviamo a considerare brevemente alcuni esempi di argomenti scientificamente poco consistenti, ma che godono ancora di una discreta rilevanza pubblica.
 
Il consenso scientifico. Qualche scettico afferma ancora che la comunità scientifica è ugualmente divisa tra sostenitori della teoria del riscaldamento globale correlato in buona misura all’aumento dei gas serra di origine antropica e oppositori. Basta invece essere in grado di consultare la letteratura scientifica peer-review disponibile in materia o le pubblicazioni dei principali enti climatologici internazionali per accorgersi facilmente che la bilancia pende nettamente a favore della prima posizione, anche se alla fine questo non prova nulla…
 
Il clima è sempre cambiato. Certamente, ma conoscere questa evidenza scientifica, peraltro in modo molto approssimativo, potrebbe essere poco utile e solo parzialmente pertinente. Se infatti il clima nelle ere geologiche è stato governato principalmente da cause astronomiche, deriva dei continenti, modificazioni della biosfera e via dicendo ed è stato anche più caldo di oggi, sul brevissimo periodo, invece, in particolare quello attuale, le cause potrebbero benissimo essere diverse.
 
La Groenlandia battezzata "Terra Verde". A parte che anche oggi alcune zone della Groenlandia, come ad esempio le coste sudoccidentali, in estate, sono libere dai ghiacci e lasciano spazio ad una verde vegetazione, ma chi ci garantisce che Erik il Rosso intorno all’anno 1000 d.C. non abbia esagerato nel pensare al nome da dare all’isola, magari per scopi commerciali e pubblicitari?
 
I vigneti in Inghilterra nel Medioevo. Altra presunta prova di un clima più caldo dell’attuale nel Medioevo. Ma ad essere franchi, è più probabile che esista un rapporto diretto tra coltivazione della vite e piccole variazioni del clima o tra coltivazione della vite e dinamiche sociali ed economiche legate ai mercati? Tra l’altro una relativa viticoltura, in Inghilterra, è praticata ancora oggi.
 
Ghiaccio sul Tamigi e in laguna veneta come prova della PEG (piccola era glaciale). Dati ricavati da testimonianze e dipinti dell’epoca e che dovrebbero dimostrare il periodo più freddo dell’attuale (anche se a rigor di logica lo scetticismo dovrebbe concentrarsi a provare semmai i periodi storici più caldi dell’attuale) intercorso tra il 1450 d.C. e il 1850 d.C circa. A parte che il verificarsi di qualche inverno glaciale in Europa può significare poco o nulla, bisogna anche considerare i cambiamenti del territorio verificatisi di recente, come i maggiori apporti di scarichi industriali e civili sul Tamigi che inevitabilmente scaldano le acque, e la nascita del polo industriale di Porto Marghera nella laguna veneta ad esempio. Nonostante questo, la laguna si è parzialmente gelata anche nei recenti anni 1956, 1985 e 1991.
 
Aumento della banchisa antartica. Un fenomeno locale non è sufficiente a confermare eventi di riscaldamento o raffreddamento globali. Peraltro, in un continente così isolato dal punto di vista geografico e climatico può essere benissimo che localmente intervengano particolari dinamiche del sistema accoppiato atmosfera-oceano in grado di generare effetti anche in controtendenza.
 
La temperatura globale ha smesso di crescere da una dozzina d’anni e quindi la causa non può essere la CO2 che invece continua ad aumentare. E’ vero, di questo se ne sono accorti tutti, non solo gli scettici. Tuttavia la teoria dominante non esclude l’esistenza di altri fattori, anche naturali, in grado di modulare il clima (attività solare, oscillazione degli indici climatici, areosol) e che potrebbero concorrere a mascherare, almeno temporaneamente, gli effetti a lungo termine causati dai gas serra. La temperatura media di questa dozzina d’anni rimane comunque la più alta da quando si fanno misurazioni strumentali serie.
 
E poi si potrebbero citare l’uomo di Similaun, dall’abbigliamento relativamente leggero, ritrovato a 3000 metri di quota, Annibale che attraversa le Alpi con gli elefanti e via dicendo, storie che hanno più a che fare con il mito che con la validità scientifica.
Perchè poi certe questioni, in realtà, sono naturalmente molto più complesse ed articolate di come a volte si potrebbe erroneamente pensare, e comunque, rigorosamente sempre al di là delle opinioni e delle ideologie.

Autore : Fabio Vomiero