00:00 30 Ottobre 2020

La previsione dell’andamento del COVID-19 e i possibili scenari in Italia sino all’estate 2021…

Cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi? Ci sarà un nuovo lockdown nazionale completo? Quando ne usciremo?

Proveremo oggi ad ipotizzare l’evoluzione del Covid sulla base di alcune considerazioni pratiche, che prendono spunto dalle dichiarazioni di tanti virologi e ad immaginare alcune soluzioni che potenzialmente potrebbero ridurre l’impatto della pandemia.
Non è una visione pessimista, forse un po’ sottostimata, ma razionale, sulla base dei dati a disposizione.

Al 29 ottobre 2020 sono positive in Italia (secondo i dati ufficiali) circa 26.800 persone. L’aumento dei contagi è influenzato prevalentemente da:
– affollamento su servizi pubblici (bus, tram, metropolitana, treni)
– assembramento nei pronti soccorso, centri diagnostici, accettazione negli ambulatori

In misura minore da:
– assembramenti di ragazzi e genitori fuori da scuola
– persistenza in luoghi chiusi per molte ore (casa, scuola, ufficio)
– ritrovi casalinghi di amici e parenti (senza alcuna protezione)
– assembramenti nei centri commerciali (ora ridotti)
– assembramenti in stazioni, aeroporti

Ancora meno nei negozi, nei bar, nei ristoranti, studi medici, parrucchieri, nulla nelle palestre e nelle piscine che sono state chiuse, nulla nelle attività sportiva di base senza contatto e nulla se si passeggia mantenendo una distanza interpersonale di almeno 2 metri nei parchi, nei boschi o in riva al mare.

Il calo delle alte temperature e la minore incidenza dei raggi ultravioletti, che fungevano da killer per il virus (anche a detta di molti virologi), la maggiore persistenza nei locali chiusi predispone ad un graduale peggioramento dei casi. E’ vero che in estate il virus circolava ugualmente ma lì sono stati i comportamenti scellerati di molte persone, specie in America, ma anche in Italia, a favorire comunque dei contagi.

Adesso la predisposizione ad ammalarsi è più alta perché stiamo per più tempo a stretto contatto al chiuso e la carica virale gioca un ruolo fondamentale in tutti gli agenti delle malattie trasmissibili. Se assorbo poca carica virale mi ammalo poco, altrimenti me lo becco in modo più cattivo. Molte persone oltretutto non aprono mai le finestre di casa e la stessa aria viziata e malata ricircola all’interno senza ricambio.

Le temperature comprese tra 5 e 15°C potrebbero preservare meglio il patogeno, le goccioline virali, a contatto con l’aria fredda si dissolvono in goccioline più piccole che viaggiano a distanze anche importanti.

Temperature invece costantemente sotto i 5°C potrebbero frenare la diffusione del virus, così come neve e ghiaccio, almeno nelle zone di montagna oltre i 1200m circa.

Naturalmente tutte queste condizioni non sono stabili, non possiamo pensare né di friggere, né di congelare il virus a lungo: per sconfiggerlo ci vorrà il vaccino. Punto. E quando arriverà? Qualcuno dice già a dicembre (molto difficile), diversi esperti parlano di giugno (possibile), altri ancora ipotizzano tempi più lunghi, cioè almeno un anno ancora prima di poter vaccinare tutti.

In un simile scenario ecco una possibile previsione per l’Italia che tenga conto di alcuni dei fattori esposti:
NOVEMBRE: aumento in media di 1.000 casi al giorno con le misure di lockdown light intraprese sino ad ora. A fine mese potremmo arrivare cosi a 60.000 casi di positività al giorno, con una media tamponi giornaliera di 180.000. Aumento medio delle persone in terapia intensive di 600 unità, ipotizzando 20 in più al giorno. (sottostimato) I morti potrebbero arrivare a crescere in media di 120/150 unità giornaliere.

DICEMBRE: aumento in media sempre di 1000 casi al giorno nei primi 15 giorni, poi con misure di lockdown inasprite, chiusi tutti i bar e i ristoranti, supermercati aperti ma ingressi scaglionati, scuole aperte solo alla materna e alle elementari, si esce solo per andare al lavoro, aumento di 500 casi al giorno, con casi di positività arrivati a 82.500 con media tamponi inalterata. Aumento medio delle terapie intensive di altre 600 unità. Morti sempre in media sui 120/150 giornalieri. 

GENNAIO: il freddo dell’inverno, la persistenza del lockdown generale, pur non completo, sarebbe importante per favorire un’attenuazione nella crescita dei contagi, che potrebbero rimanere più o meno sulle cifre valide per dicembre, con lievi decrementi sia come numeri di positivi, che di aumenti di terapie intensive. Turismo montano fortemente penalizzato.

FEBBRAIO: situazione simile a gennaio ma con ulteriori lievi decrementi nel numero dei contagiati e delle terapie intensive. Resta comunque una situazione emergenziale, difficile uscire dal lockdown senza conseguenze ancora più severe.

MARZO: potrebbe risultare il mese più critico, anche per l’aumento delle temperature su valori più miti e la concessione di qualche riapertura, sia scolastica, sia lavorativa.

Da APRILE graduale miglioramento della situazione emergenziale, ma solo a fronte di comportamenti intelligenti. Riapertura graduale delle attività commerciali, delle scuole medie, turni lavorativi per non affollare i mezzi pubblici o prosecuzione della didattica a distanza.

MAGGIO ed ESTATE: situazione in netto ulteriore miglioramento, riapertura delle attività commerciali, calo dei contagi a partire dal meridione a causa dell’incidenza della radiazione solare e della vita all’aperto, pur non troppo assembrata. Possibile arrivo del vaccino per le categorie più a rischio. Turismo estivo in ripresa.

NOTA BENE: questo è solo uno dei tanti scenari che si possono ipotizzare, nessuno sa cosa succederà da qui ad un mese, ma ragionare sul lungo termine ci porta ad aprire gli occhi su situazioni che potrebbero davvero verificarsi, in modo da non arrivarci impreparati. 

Autore : Alessio Grosso