00:00 2 Aprile 2020

L’anticiclone come le SIRENE di Ulisse: resistete al loro richiamo, NON uscite di casa!

La mitologia ha molto da insegnarci in questo tempo di covid-19.

(Nella foto): Euriloco lega Ulisse all’albero maestro della nave per impedire che ceda al canto delle Sirene, fotogramma tratto dallo sceneggiato ODISSEA).

Il sole, il cielo azzurro, la natura che si sveglia, le temperature che salgono: tutto inviterà ad uscire di casa nel corso dei prossimi giorni, cadendo potenzialmente tra le braccia di un nemico invisibile ma spietato.

Nel canto XII dell’Odissea ci sono passaggi che calzano perfettamente con la situazione che stiamo vivendo, il passaggio di UIisse sull’isola delle sirene:
“Tu arriverai, prima, dalle Sirene, che tutti
gli uomini incantano chi arriva da loro.
A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli bambini
gli sono vicini,
felici che a casa è tornato,
ma le Sirene lo incantano con limpido canto,
adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza

Lo Stato, la Protezione Civile, interpretano il ruolo della maga Circe che mette in guardia l’eroe (in cui tutti dovremmo immedesimarci) e lo istruisce su come dovrà affrontare i rischi che lo attendono ancora nel suo viaggio di ritorno a Itaca (la salvezza, laddove il virus sarà sconfitto): le Sirene, Scilla e Cariddi e le vacche del Dio Sole.
 

Ulisse, previdente, segue i consigli della maga, cosi come dovremmo fare noi, e ottura con la cera (le mascherine) le orecchie dei compagni per sfuggire al pericolo di essere uccisi dalle Sirene, e si fa legare all’albero della nave perché non vuole rinunciare ad ascoltare la loro voce, pregando il fedele compagno Euriloco di non slegarlo, anzi di legarlo ancora più stretto ogni volta che lui lo implorerà di liberarlo.

Le Sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti e noi come Ulisse siamo naviganti, che corriamo il suo stesso rischio, di essere tentati da questo canto stregato, quello di una natura che ci invita a portare fuori i nostri bambini, a passeggiare nei parchi, ad incontrare gli amici, a sfuggire ai controlli e lo Stato, Euriloco, deve stringere ancora di più i cordoni, impedire che questo avvenga, soffocare la nostra voglia di libertà.

Oltre che la cera nelle orecchie (le mascherine), dovremmo evitare di guardare troppo fuori dalla finestra, consolandoci con un bel film, un viaggio virtuale nella località che preferite con "booking hunter" su "you tube" e sognare senza muovere un passo oltre la soglia di casa, se non per una motivazione davvero importante.

Forse era meglio sperimentare giornate di pioggia in questo periodo, la rinuncia ci sarebbe costata decisamente meno, perché la tentazione c’è; lo ricorda anche Circe ad Ulisse rispetto all’ultima prova che dovranno affrontare: le vacche sacre! 
"non toccatele, sono sacre al Dio Sole Iperione…ma avrete fame (d’aria in questo caso) e sarete tentati dalla disubbidienza e sarà cosi che fallirete l’ultima prova". E Tiresia rincara la dose: "tutti li perderai, ritornerai in patria solo e triste".

Noi questa prova non possiamo permetterci di fallirla, è un compito molto più facile di quello di Ulisse. State sul terrazzo, sul balcone, godeteveli il sole da lì, non esponete i vostri figli al rischio del contagio.

Anche con temperature superiori ai 20°C non siamo certi che il virus comincerà a risentire di un ambiente termico più ostile. Dunque siate prudenti!

  

Autore : Alessio Grosso