00:00 26 Ottobre 2017

Il tempo…cattivo: il difficile viene ora!

Tra rinvii e anticicloni ostinati, qualcosa si è inceppato e la siccità si aggrava.

Scriveva Buzzati sul Corriere della Sera dopo uno dei tanti eventi alluvionali autunnali che hanno colpito il nostro Paese: "Dopo ogni calamità lacrime a non finire, e giuramenti e progetti di legge. Però subito dopo ci si siede, finché all’autunno successivo, rovesciandosi l’acqua dal cielo coma natura vuole che sia, gli alberi tagliati stoltamente, il fiume e il torrente trascurati, le ripe non difese, gli argini non nutriti, malamente si vendicano. E la gente muore."

La frase che colpisce di più in questo strano momento meteorologico che attraversa il Paese è questa: "all’autunno successivo, rovesciandosi l’acqua dal cielo come natura vuole che sia", ecco come natura vuole che sia.
Invece non è più così automatico che piova ad ogni autunno.

La riprova è questo tempo "cattivo", o meglio l’anticiclone cattivo, che impedisce le precipitazioni su un territorio che davvero ora ne ha bisogno come il pane, specialmente il nord-ovest, le regioni centrali tirreniche e la Sardegna.

E’ vero che poi quando arriva la pioggia, magari tutta insieme, si finisce magari per piangere i morti, ma la siccità è un problema grave quasi quanto un’alluvione ed oltretutto più esteso; il danno non è immediato ma cova e poi emerge in tutta la sua drammaticità: razionamenti idrici, problemi agricoli, mancanza di neve per i ghiacciai e per gli sport invernali, problemi al patrimonio boschivo a causa degli incendi (i piromani non aspettano altro).

Il cattivo tempo è dunque anche questo, non necessariamente quello che ci costringe ad andare in giro con l’ombrello.

Stamane il ridimensionamento di tutte le potenziali situazioni che potevano decretare un radicale cambiamento di circolazione ci ha tagliato le gambe, ma non ci ha messo al tappeto. Guardiamo avanti, questa situazione non può e non deve durare.
 

 

Autore : Alessio Grosso