Renzo Zingone, un imprenditore eccentrico che ragionava in grande. Ha costruito in poco più di 4 anni ad ovest di Milano il quartiere dal quale prende il nome, laddove una volta c'erano campi e risaie, dove dominava la campagna, un nucleo abitativo importante di 390.000 m² residenziali, 700.000 m² industriali e 110.000 m² di servizi, dando il via a una massiccia urbanizzazione del territorio fino ad arrivare ai 4 milioni di m² attuali.
Intorno allo Zingone da allora si sono sviluppate villette e condomini e per fortuna anche un parco, quello del Centenario con il comune di Trezzano sul Naviglio ad abbracciare tutta questa realtà, nata peraltro dalla costruzione negli anni 60 per conto della provincia di Milano della superstrada tra Milano e Vigevano: la cosiddetta Vigevanese.
Naturalmente nel frattempo anche i paesi limitrofi sono cresciuti: molti hanno abbandonato la città per fuggire da certe periferie degradate, per dare ai propri figli un po' di natura e a se stessi un po' di pace, nonostante continui per molti un pendolarismo esasperato.
Zingone nel frattempo ha ritentato l'esperimento anche a Zingonia nella Bergamasca con successo molto più scarso, tanto che oggi il paese è in forte ed inarrestabile degrado.
Tutto questo costruire comunque, questo rubar spazio al verde ha naturalmente sconvolto il microclima e l'esempio di Milano potrebbe essere lo stesso di molte altre città: se prima i nebbioni entravano in città senza far troppa fatica perché dalle campagne arrivava un muro compatto di vapore, oggi l'osservazione della concentrazione della nebbia è a dir poco sconcertante e la cosa si nota soprattutto quando la si osserva in banchi.
Dove la trovi?
1 su uno dei pochi prati ancora liberi dal cemento
2 sul Naviglio
3 in qualche parco
Come entri in città, anche nelle periferie dove una volta imperava, scompare quasi completamente, nell'arco di 100-200m, il muro si dissolve, salvo in rare occasioni.
Qualcuno dirà: bene, chi la vuole la nebbia?
In realtà è la testimonianza dell'impatto violento delle attività antropiche sul clima: più cemento, meno umidità, più caldo e più calore trattenuto.
Dunque la stessa cosa si può applicare per la neve: appena esci dal centro abitato anche in condizioni perturbate, quando cioè il gradiente di temperatura diventa modesto tra città e borghi dell'area metropolitana, la presenza di verde riesce comunque ad abbassare i valori di quel tanto che basta per accumulare anche 10 0 20cm di neve in più rispetto al capoluogo.
Oltretutto la neve caduta, rimossa il più presto possibile dall'intervento di spargisale, portinai e spazzaneve, non riesce ad incidere sul microclima portando subito le temperature a salire e a sciogliere il manto entro poche ore, salvo rari casi, contrariamente a quanto accade nei prati appena fuori città. Si altera così tutto il meccanismo termico naturale che segue una nevicata e si alterano alzandoli i valori di temperatura minima.
In estate poi la calura cittadina diventa insopportabile, appena fuori riesce comunque a far caldo perché la cementificazione è una patologia dilagante, ma la sera la campagna riesce ancora a mitigare il clima, per quanto non si sa ma favorisce per il momento una grande dispersione di calore.
Sui temporali ci sarebbe molto da dire, troppo: limitiamoci a far notare che alcune volte l'area cementificata li esalta se nascono in loco, se arrivano da lontano spesso li spegne.
In un simile contesto è comunque chiaro che nei prossimi anni continueranno a cadere record di temperatura se si continuerà a raffrontare i dati con quelli degli anni 60-70 e perfino 80, il tessuto urbano continua a crescere.
Immaginate tutti questi interventi microclimatici sommati, ce né abbastanza per trasformare il meccanismo da micro a macro su diverse aree del pianeta (anche se fortunatamente non tutte) e per preoccuparsi non poco sulla nostra capacità di interagire sui fenomeni atmosferici.
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Ettari ed ettari di territorio sottratti alla campagna dagli anni 60 ad oggi, con i risultati che possiamo solo immaginare.
Editoriali - 17 Gennaio 2018, ore 10.45
Autore : Alessio Grosso
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