00:00 26 Maggio 2020

Il LOCKDOWN prolungato avrebbe limitato l’accumulo di CO2 ma mandato sul lastrico la popolazione

Le conseguenze del lockdown e della sua sospensione.

Piazze e strade deserte, natura ed animali che si riappropriano degli spazi lasciati liberi dall’uomo, abbattimento della concentrazione di CO2 del 17%, una grande gioia per gli ambientalisti questo lockdown che, se vogliamo ancora vivere con dignità su questo Pianeta, non poteva durare in eterno.

Un nuovo studio ha quantificato la variazione di concentrazione di CO2 nei giorni in cui il lockdown è stato esteso a gran parte del mondo: 17 milioni di tonnellate in meno al giorno cioè del 17 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019.

Per qualche settimana, il pianeta è tornato ai livelli di emissione del 2006, mentre al picco del confinamento, il calo percentuale delle emissioni nei singoli Paesi è stato in media del 26 per cento .

Cosa ha contribuito maggiormente a far calare le concentrazioni di anidride carbonica? Certamente la riduzione dei viaggi in auto ha inciso nella misura del 43%, così come un altro 43% è derivato dallo stop alle emissioni industriali. Solo il 10% di riduzione è arrivato dall’aviazione

Naturalmente c’è stato un maggiore consumo di energia e di riscaldamento (impianti ancora a gasolio) negli edifici residenziali, ma stante la fase terminale della stagione invernale e le ore di aumento di luce naturale e delle temperature, questo ha inciso poco sulle emissioni. 

La Cina è stata la nazione dove la diminuzione è stata più rilevante: ben 242 milioni di tonnellate in meno di CO2, seguita da i 207 degli States, dai 123 dell’Europa e dai 98 dell’India. 

La fine anche parziale del lockdown e l’attenuazione delle misure di contenimento basate soltanto non sono più in grado di determinare profonde riduzioni delle emissioni di gas serra, tuttavia possono insegnarci tante cose.

Cambiare il modo di assemblarsi, lavorare, affollare strade ed autostrade si può, a cominciare dall’implementazione dello smart-working e ancor più del telelavoro.
 
Intanto l’erba cresciuta a ridosso delle strade sta morendo, cosi come gli animali stanno riguadagnando l’aperta campagna, cosi come clacson e rumori sono tornati a popolare le nostre strade. Non è ancora ora di un "mondo senza di noi".

Lo studio è stato pubblicato sul sito "le Scienze".
 
 

Autore : Alessio Grosso