GROSSO: “il tempo e le conseguenze sul covid”
Tradizionale intervista settimanale ad Alessio Grosso.
REDAZIONE: sembra che ad ogni bollettino al rialzo dei contagi, le regioni, quasi prese dal panico, inaspriscano di un 5% le misure restrittive. Quanto influisce il tempo sulla diffusione del contagio?
GROSSO: nei mesi scorsi è uscito uno studio che appurava come alle latitudini temperate l’attecchimento del virus risultasse maggiore e si riteneva proprio che le temperature comprese tra 5 e 15°C fossero quelle ideali per la sua proliferazione; poi siamo arrivati in estate e speravamo che il nostro bel "forno" mediterraneo spazzasse via tutto, ma guardando cosa stesse accadendo in Florida ci siamo accorti che forse la bella stagione non era sufficiente per soffocarne le velleità e il miglioramento della situazione era derivato dal lockdown precedente più che da una vera attenuazione dell’attività virale.
REDAZIONE: e l’aumento esponenziale di questi ultimi giorni si spiega anche con il comportamento del tempo?
GROSSO: Il significativo calo termico di queste ultime settimane ha scatenato tutta una serie di forme parainfluenzali che si confondono con il covid, mandando in ansia intere famiglie, perché molti non erano preparati ad un calo cosi brusco delle temperature e non si sono vestiti adeguatamente, abbassando le capacità delle difese immunitarie di difendersi da virus e batteri, ma il tempo non è responsabile diretto della proliferazione della malattia.
REDAZIONE: una stabilizzazione dei valori termici aiuterebbe?
GROSSO: per un certo periodo forse si, ma nasconderebbe anche un’altra insidia; l’aria stagnante che permane anche per settimane in aree densamente popolate si riempie di virus, batteri e naturalmente sostanze inquinanti, dunque sempre meglio un tempo dinamico che uno anticiclonico, ma l’ulteriore diffusione del virus dipenderà ancora una volta soprattutto dai comportamenti che assumeremo e dal senso civico di ognuno.
REDAZIONE: un inverno molto freddo e nevoso potrebbe paradossalmente aiutarci?
GROSSO: in una condizione invernale severa all’aria aperta certamente il virus avrebbe qualche difficoltà, ma negli ultimi anni il clima invernale è stato tutto fuorché freddo e nevoso, salvo brevi, sia pur significativi episodi. Dunque non farei molto conto sull’inverno per un miglioramento della situazione, quanto sulla primavera inoltrata, che psicologicamente ci aiuterà a superare l’ansia che genera il buio della stagione fredda e a vivere questa drammatica situazione con maggiore ottimismo.
REDAZIONE: ma l’economia del Paese sarà ancora in piedi a primavera?
GROSSO: io non sono un economista ma certamente penso al danno che potrebbero subire tutte le categorie: dal turismo al commercio, dallo sport giovanile al cinema e rabbrividisco; pensiamo solo al business probabilmente mancato dei mercatini di Natale, all’incognita delle settimane bianche, alle città d’arte disertate dai turisti stranieri. Insomma: non c’è da stare allegri.
REDAZIONE: l’anticiclone sembra in fase di resurrezione, caratterizzerà le prossime settimane o le saccature atlantiche sembrano avere ancora una marcia in più?
GROSSO: sarà una bella lotta, credo che vivremo alterne vicende ma che la pioggia non mancherà durante il resto dell’autunno.
Autore : Redazione MeteoLive.it