00:00 8 Giugno 2002

Disinformazione e pressapochismo

Dalle affermazioni di Maracchi al triste show mediatico sul maltempo.

E pensare che le televisioni avrebbero tutti i mezzi per fare un’informazione eccellente, invece dobbiamo sorbirci le solite immagini ripetute all’infinito, del fiume in piena, della persona che sguazza tra le pozzangherone o il torrente esondato, si commenta con la più totale incompetenza quanto è avvenuto infarcendo i servizi con luoghi comuni di ogni genere; dal classico: “E’ tornato l’inverno”, fino all’inflazionato “non esiste più la mezza stagione”, “piogge tropicali”, e giù altre amenità con l’effetto serra sempre di mezzo.

La memoria storica in fatto di meteorologia è corta, nessuno ricorda più nulla dei temporali dell’anno precedente o delle ricorrenti situazioni alluvionali che da sempre tormentano la nostra nazione.
Si spendono ore in talk-show inutili, le trasmissioni dedicate alle arti culinarie si sprecano come se l’Italia fosse solo un popolo di mangioni, si aspetta la primavera per mandare in onda il solito servizio preconfezionato con la solita signora che starnuta, appena arriva il caldo si ripropone il tormentone del “consumare frutta e verdura e bere molti liquidi”. Ma se io ho la colite e la frutta e la verdura non le posso mangiare?
Ma si, cosa importa!
Al sud vento e siccità? Ecco gli incendi che sono stati spenti da due giorni ma continuano ad essere citati e riportati da Televideo e telegiornali.

Così come chi abita a Bari e vede il servizio che mostra il Piemonte in ginocchio con piogge continue e battenti non può sapere o forse può solo intuire che nel frattempo è già tutto finito.

Poi ci sono i colossali ritardi sulla situazione nel pordenonese, perchè prima vengono Totti e Vieri, poi i politici che si divertono a lanciarsi le loro frecciatine reciproche usando il mezzo pubblico, poi c’è il Medio-Oriente con dettagli sul luogo dello scoppio delle bombe come fossimo sempre vissuti in Israele o Palestina e conoscessimo paesi, quartieri e borgate meglio di casa nostra, infine arriva il maltempo, che sfonda in prima pagina quando fa spettacolo con i fiumi limacciosi, le frane e le vie di comunicazione interrotte. Ci si accorge poi dei nubifragi solo quando arriva in testa alla redazione che trasmette: così può piovere per una settimana di fila sul Reatino senza che nessuno dica nulla ma appena un temporalone colpisce Saxa Rubra ecco che scatta l’allerta maltempo.

Vorremmo ricordare infine che le piogge temporalesche intense sono tipiche dell’autunno e della primavera e non dell’inverno: certo possono transitare alcune perturbazioni più attive delle altre ma questo fa parte della norma. Come si può pensare però che la gente capisca se anche i vari climatologi propongono le teorie più catastrofiche ad ogni nubifragio?

Gianpiero Maracchi, climatologo del CNR, ha infatti colpito ancora. Da sempre la primavera è risultata stagione variabile e capricciosa con giornate soleggiate, alternate a sole e vento ma la giornalista che lo interpella tesse le lodi della sua previsione di due mesi orsono che annunciava una primavera del genere, come se fosse stata fatta una predizione divina.
Immaginatevi se non fosse piovuto per niente cosa avrebbero detto: o niente o “è colpa dell’effetto serra!”.

Ma non finisce qui, ecco la rivelazione: “belle giornate interrotte frequentemente da piogge intense, venti, e forti escursioni termiche, ora caldo ora freddo». Ah, perchè la primavera era diversa fino a qualche anno fa?

Ecco la chicca: “le stagioni di mezzo, primavera e autunno, tendono a scomparire, per lasciare posto a una specie di lungo inverno e a una lunga estate.”
Lungo inverno? Ma se è proprio l’unica vera stagione che manca!

E infine la profezia alla Tiresia: “la piovosità intensa che ha caratterizzato la primavera dovrebbe continuare, alternandosi alle belle giornate, addirittura fino alla prima metà di luglio, poi arriverà l’estate classica, con temperature sopra la media.”
Ma non succede così quasi ogni anno, con l’estate che giunge al suo massimo fulgore dopo la metà di luglio, salvo normali oscillazioni? Dove siamo vissuti fino ad oggi?

Ammesso e concesso, come dice Maracchi, che le condizioni tipiche della fascia tropicale si siano spostate più a nord di 10 gradi in pochi anni, come si spiegano tutte le alluvioni e le tragedie del passato, a cominciare da quella del luglio e ribadiamo luglio 87 in Valtellina?
Mah…
Autore : Alessio Grosso