00:00 15 Aprile 2020

Covid-19: “signora, vada a casa…”

Che popolo siamo?

Il covid-19 ha accentuato le divisioni nel Paese, altro che unire: spesso la pandemia divide. Grazie al cielo non sempre.

Se ne facciamo una questione di campanili è stato bello sentire un bergamasco affermare che è guarito grazie alle cure di infermieri baresi in Puglia, è stato brutto ascoltare la signora di Sesto San Giovanni che replicava stizzita ai poliziotti che la invitavano a tornare a casa di non capire il loro modo di esprimersi in dialetto napoletano. (Cosa peraltro falsa)

Le bandiere che sventolano dai terrazzi, le frasi rassicuranti affiancate dall’arcobaleno sono dei bei gesti, ma sottendono un malcontento che cova, una netta linea di demarcazione tra chi apprezza l’operato delle forze dell’ordine che rappresentano lo Stato, le cui regole vanno rispettate a prescindere, e chi invece da quello Stato si sente tradito, snobbato, trascurato, sfruttato, abbandonato e ne offende i rappresentanti, ne sfida i divieti, oppure semplicemente non sa stare alle regole, perché nessuno lo ha educato in tal senso sin da piccolo, un "nato selvaggio", come dice una canzone dei Pooh.

Anche la divisione tra ottimisti e pessimisti è curiosa: l’ottimista è tacciato di superficialità, di egoismo, essendo incapace di stare alle regole e perché minimizza una situazione drammatica, che secondo il pessimista si combatte solo se tutti rispettano scrupolosamente le regole dettate dal Governo in tema di Covid-19 e se la popolazione se ne sta a casa senza SE e senza MA.

La paura di perdere in lavoro e di vedere ancora limitata la propria libertà quotidiana in realtà forse muove molte persone a "sfidare" il rischio di contrarre il virus, a ridimensionarne la portata, a pensare (o convincersi) che il numero dei morti sia "gonfiato" attraverso l’inserimento di decessi non dovuti a coronavirus, a farne partecipi altri e a forzare la mano affinché si riparta. 

Tutti ricordano De Falco inveire contro Schettino: "salga a bordo, c…", cosi ora assistiamo a scenette teatrali dai balconi di chi sostiene le forze dell’ordine a Milano e invita la signora pescata fuori sede ad "andare a casa". 

Ma non pensate che sia la regola in tutta Italia. C’è chi accusa le forze dell’ordine di far finta di non vedere gli spacciatori, di non arrivare mai quando sia ha davvero bisogno di loro. Le reazioni della gente fotografano il polso e il volto del Paese.

Intendiamoci: nessuno ha mai veramente torto e veramente ragione, giusto anche non ragionare tutti nello stesso modo, la società si impoverirebbe, ma l’intolleranza va sempre condannata.

Lo vediamo anche nel meteo: c’è chi ama la pioggia a prescindere, c’è chi vorrebbe il sole tutto l’anno, chi odia il freddo e chi lo ama, è una questione di gusto direte, invece ne sono nate due fazioni contrapposte che si scambiano offese reciproche del tipo: "speriamo che desertifichi tutto, cosi la pianterete di aspettare la pioggia", oppure: "magari venisse un bel -20°C a raffreddare la lingua dei caldofili". 

Insomma uno spettacolo indegno, che non tiene conto delle vere esigenze atmosferiche del Paese: pioggia, sole, vento, neve, caldo, freddo, sono tutti egualmente necessari, eppure non tutti ragionano con il buon senso.  

Anche se ora ci sono altre priorità, riflettere e preoccuparsi per la mancanza di piogge primaverili, è assolutamente legittimo. Pensate se piovesse d’estate per compensare la siccità attuale, proprio mentre il turismo fosse in procinto di risollevarsi: sarebbe una vera beffa. 

Il covid-19 cambierà il nostro modo di pensare? Chi ha perso famigliari sicuramente è stato colpito nel profondo, gli altri potrebbero accorgersi solo lentamente di quanto è veramente cambiata la nostra vita, aldilà della limitazione degli "arresti domiciliari" contingente, sempre che questo nemico invisibile non ci riservi ulteriori sorprese.

 

Autore : Alessio Grosso