00:00 14 Settembre 2021

CAMBIO CLIMATICO? La siccità esiste da sempre, leggete Steinbeck: “il vento zappò furiosamente la terra”

Il dramma della siccità nelle pagine di Steinbeck ci aiuta ad apprezzare di più la pioggia.

John Steinbeck attraverso la storia della famiglia Joad ci mostra l’America degli anni 30 con la Grande Depressione del 1929, quella degli esodi verso la California lungo la Highway 66; Steinbeck vede la vita dell’uomo come un lungo, difficile viaggio.

MeteoLive pubblica questo passaggio non solo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della pioggia per il nostro Paese perchè la ricchezza di una nazione si misura anche da quanti millimetri di pioggia si raccolgano mediamente in un anno nei pluviometri, ma anche per ricordare a tutti che il cambiamento climatico esiste da sempre, il clima non è statico, siccità ed alluvioni da sempre fanno parte della vita del pianeta.

Con la siccità ovviamente non si scherza… "verso la metà di giugno le nuvole del cielo, alte, pesanti, gravide di pioggia, si mobilitarono nel Golfo ed iniziarono la loro marcia di invasione nel Texas. Gli uomini nei campi levavano gli occhi verso di esse e annusavano l’aria e rizzavano diti bagnati di saliva per ragguagliarsi sulla provenienza del vento. Le nuvole passando lasciarono cadere parte del loro contenuto e s’affrettarono ad invadere altre contrade, lasciandosi alle spalle il cielo pallido come prima e il sole feroce, e nella polvere crateri pieni d’acqua, e nei campi di granturco chiazze rinverdite.

Passate le nuvole arrivò un venticello che, sospingendole verso settentrione, faceva mormorare sommesso il granturco annaffiato. Passò un giorno e il vento aumentò di intensità e di costanza. La polvere s’alzò dalle strade e coprì le ortiche dei fossi e si spinse anche addentro nei campi di granturco.

Il vento si fece impetuoso e si accanì nel rodere la crosta lasciata dall’acqua nei campi. A poco a poco il cielo si oscurò, perchè il vento continuando a raschiare la crosta metteva in libertà la polvere e se la portava via, insieme con frotte di foglie morte e fili di paglia. Il sole splendeva rosso nell’aria oscura e fredda. Una notte il vento impazzò, zappò furiosamente la terra attorno alle radici del granturco, e il granturco si mise a lottare per difesa contro il vento agitando le sue foglie indebolite, ma nella lotta le radici risultarono denudate dalle zolle di terra protettrice e ogni pianta risultò inclinata nella direzione del vento.

L’alba venne ma non il giorno, nel cielo grigio apparve un sole rosso, un fioco cerchio rosso che emanava una scialba luce crepuscolare e col progredire delle ore il crepuscolo ripiombò nella tenebra e il vento fischiò ed urlò sul granturco abbattuto. Uomini e donne stavano tappati in casa, e quando dovevano uscire si tappavano una pezzuola davanti alla faccia per filtrare la polvere e portavano occhiali da automobolista per proteggersi gli occhi.

La notte fu nera come l’inchiostro, perchè le stelle non potevano penetrare attraverso la polvere per raggiungere la terra e le luci accese nell’interno delle case non arrivavano nemmeno sull’aia. (…) Nel mezzo della notte il vento passò via e lasciò il paese in pace. Le creature umane, sveglie nei loro letti, capirono che era caduto, ma non si alzarono, continuarono a giacere immobili tendendo l’orecchio al silenzio.

Poi i galli cantarono con voci rauche e le creature umane si voltarono impazienti nei loro letti. Sapevano che occorreva molto tempo alla polvere per discendere e lasciare pura l’aria. Difatti, venuto il mattino, la polvere restava sospesa come nebbia e il sole era di sangue.

Per tutta la giornata piovve polvere ricoprendo in modo uguale tutta la terra. Si posò sul granturco, sui fili di ferro, sulle ortiche, sugli alberi. John Steinbeck.
 

Autore : Alessio Grosso