Bloccati in casa dal COVID: la NEVE ci aiuterebbe?
Il covid mette a nudo tutto il peggio che la nostra società sappia offrire.
C’è in giro un grande nervosismo. Una gran voglia di trasgredire le regole, di aggirare gli ostacoli. La nostra società, oserei dire, la nostra civiltà occidentale, mal digerisce e mal sopporta i divieti, specie se li trovi ingiusti, sproporzionati, inadeguati, inutili.
Fin che questo accade nelle nostre periferie, lasciate ai margini di tutto e lasciate al loro destino, tutto ciò è assolutamente comprensibile, magari un po’ meno dove sino a ieri si respirava benessere e ricchezza e un divieto sa di privazione di un vizio o di un capriccio.
Del resto quando la gente è arrabbiata mostra il suo lato peggiore e non ha più rispetto per nessuno: alcune regioni si vedono bloccate in casa per la seconda volta nel volgere di pochi mesi per l’emergenza covid e non riescono ad accettarlo, così come non accettano la quarantena in compagnia dei propri figli e spesso la trasgrediscono uscendo di casa dalla disperazione, senza dir nulla a nessuno.
Lo smart-working, invece di unire le famiglie, ha acuito i contrasti, portato taluni all’esasperazione; senza contare che magari lavora solo uno dei coniugi e viene rinfacciato all’altro di non far nulla per cercarsi una nuova attività.
La didattica a distanza (DAD), soluzione impensabile solo sino a qualche anno fa, sarebbe uno strumento straordinario per tutti per poter apprendere senza spostarsi di un centimetro da casa, ma molti studenti si sono inventati mille trucchi pur di seguirla concretamente il meno possibile.
E’ comunque necessaria in un momento come questo, e fa sorridere sentire che lasciare a casa da solo un dodicenne si prefigura come reato, quando molti di noi cinquantenni, negli anni 80 a casa da soli in estate ci stavamo eccome, senza che nessuno accusasse i genitori di abbandono di minore (e il covid non c’era).
Si può capire per gli asili nido e i primi anni delle elementari, ma poi la cosa si può facilmente superare per il bene della collettività; una collettività che però ha perso tre mesi estivi senza trovare soluzioni per il pendolarismo: tutti quei treni carichi di persone che, poverine, non possono fare altro che ammassarsi pur di raggiungere i posti di lavoro.
Si erano offerti di portarli coloro che gestiscono compagnie di autobus turistici, nessuno li ha ascoltati e costoro ora rischiano il fallimento delle proprie società, mentre il contagio dilaga.
E cosa dire dei centri sportivi che allontanavano i ragazzi dalla strada, dalla play station, dalla noia, facendogli fare un’attività sportiva salutare tradotta in allenamenti distanziati di calcio, rugby, atletica, etc..Niente, tutto chiuso nelle regioni rosse, fortemente limitato nelle altre.
Si chiude tutto e non si sa quando si potrà riaprire, non si vede la luce in fondo al tunnel, e quando si vedrà magari molti saranno già stati costretti a chiudere per mancanza di fondi.
Ci sono poi quei fortunati che sono scappati dalle regioni rosse per raggiungere con bambini e tate al seguito le regioni "gialle", in primis Liguria e Toscana, lavorando dalle seconde case per scappare dall’epidemia, come fossero sfollati ai tempi di guerra per sfuggire ai bombardamenti, come i contadini che si costruivano le baite nei punti più alti della valle per sfuggire alle epidemie di tifo o di peste.
E intanto si guarda al meteo: sembra che improvvisamente tutto in atmosfera si sia calmato, come se il cielo avesse lasciato la terra al suo destino. Molti sperano che il freddo intenso e magari delle forti nevicate possano avere effetti benefici contro l’azione del virus, considerando il potere battericida della neve e inibente del freddo.
C’è certamente un fondo di verità in questo ma il freddo peggiora e favorisce anche lo sviluppo di certe patologie respiratorie, specie nei soggetti immunodepressi, dunque l’effetto benefico di un inverno rigido sul covid è tutto da dimostrare.
La verità è che abbiamo dinanzi a noi almeno 4/5 mesi molto difficili, in cui potrebbe accadere di tutto fintanto che non arriverà un vaccino (e a breve non arriverà ed anche ammesso che arrivasse difficilmente sarebbe disponibile per milioni di persone).
C’è la speranza che, improvvisamente, il covid perda forza o muti in qualcosa di meno pericoloso, ma il drammatico sterminio dei visoni, è certamente inquietante e fa pensare che la situazione possa improvvisamente sfuggire di mano agli scienziati.
Il punto è che, dietro l’angolo, per molti c’è lo spettro della povertà indotta dalle chiusure forzate, contro un nemico che quasi tutti ormai vorrebbero affrontare come male inevitabile, pensando che sarà la selezione naturale a decidere chi potrà sopravvivere e chi invece soccombere.
La spagnola del resto si è sconfitta così, quando si è smesso gradualmente di contare quanti casi vi fossero ancora e lasciato che la natura facesse il suo corso. Del resto non possiamo pensare di trascorrere dentro casa anche tutto il 2021.
Autore : Alessio Grosso