00:00 28 Ottobre 2003

Che cos’è il “cuscinetto freddo”, caratteristico della Pianura Padana?

In caso di Bora, l’aria fredda sfocia direttamente nelle zone pianeggianti del nord, per poi rimanervi “intrappolata” per diversi giorni. Questo fenomeno in inverno garantisce spesso nevicate fin quasi sul litorale adriatico, anche quando le condizioni generali della circolazione atmosferica non lo permetterebbero.

La Pianura Padana come sappiamo è racchiusa a nord e ad ovest dalle Alpi, mentre verso sud viene delimitata dalla dorsale appenninica; pertanto l’unica “porta” aperta all’ingresso diretto dei flussi d’aria (i venti) si trova ad est, verso l’alto Adriatico.

Di conseguenza quando la Bora fa la sua comparsa sul Golfo di Trieste, il vento riesce facilmente ad estendersi su tutte le zone pianeggianti del nord, fino ad arrivare con rapidità alle Alpi occidentali, dove ammassa tutta l’umidità raccolta durante il suo viaggio sull’Adriatico, generando banchi di nubi dense sulle Prealpi Piemontesi (ed in qualche caso anche sull’Appennino Ligure e l’alta Lombardia).

Al contrario gli altri venti devono trovare qualche espediente per sfociare in Pianura Padana: o aggirano le catene montuose, oppure le scavalcano, riversandosi nelle zone pianeggianti vicine (fino a 20-30 km di distanza dalla catena montuosa) come venti di Foehn; così facendo però ne consegue un aumento della temperatura, ed un parziale dissolvimento della eventuale copertura nuvolosa.

In definitiva solamente la Bora può imperversare indisturbata su tutta la Pianura Padana, provocando un lento ma inesorabile accumulo di aria fredda nei bassi strati atmosferici (fino a 2-3 km di quota).

Visto che l’unica via di fuga si trova ad est, sul litorale adriatico, una volta che la Bora smette di soffiare, l’aria fredda rimane “incollata” al suolo, soprattutto su Piemonte, Lombardia, Trentino, Emilia e Veneto occidentale, garantendo una ulteriore diminuzione della temperatura con il passare delle ore.

Si crea quindi un “cuscinetto” freddo molto robusto, che (con il possibile arrivo di venti caldi da sud) tende a “consumarsi” con estrema lentezza; pertanto durante l’inverno, dopo una irruzione di aria fredda dalla Porta della Bora, quando riprendono a soffiare le miti correnti atlantiche e mediterranee, non si ha subito un repentino aumento della temperatura su tutta la Pianura, ma semplicemente uno scorrimento di aria umida in quota al di sopra di una massa di aria fredda (preesistente al suolo), e quindi la formazione di una coltre nuvolosa compatta diventa quasi d’obbligo.

In tali occasioni la neve può cadere copiosa su tutto il nord, almeno per 24-36 ore; successivamente si possono aprire due scenari diversi:

1) I caldi venti in quota continuano a soffiare, e lentamente “consumano” il cuscinetto freddo, provocando la trasformazione della neve in pioggia, almeno alle quote basse.

2) I venti caldi in quota si attenuano e permettono al cuscinetto freddo di rimanere quasi integro; in tal caso, grazie alla neve caduta al suolo, la temperatura nei bassi strati atmosferici può scendere ulteriormente rispetto ai giorni precedenti, raggiungendo valori molto bassi.
Autore : Lorenzo Catania