00:00 27 Novembre 2002

Cronache dell’alluvione: la situazione nel Veneto e nel Friuli; ad Agordo caduti 886 mm di pioggia, 214 a Feltre

Una sintesi tratta dalle varie testate locali, dalle testimonianze oculari e dai meteorologi dell'Arpav.

TREVISO. Le piene del Piave e del Livenza e la tracimazione di diversi affluenti stanno mettendo in apprensione la Marca trevigiana. La Prefettura di Treviso ha esteso a 32 Comuni – tutti quelli bagnati dal Livenza e dal Piave – lo stato di allarme, con le sale operative comunali che continuano ad essere impegnate 24 ore su 24 in modo da fronteggiare eventuali emergenze. Con i suoi 1750 metri cubi d’acqua
al secondo, ieri il Piave ha superato per pericolosità il Livenza, che fino al giorno prima sembrava il fiume più a rischio.

Ponte della Priula. Ieri mattina i camion delle Ferrovie dello Stato hanno continuato nel tentativo di puntellare le pile del ponte ferroviario erose dalla corrente e dai detriti, mentre diversi gruppi di nomadi, accampatisi sul Piave, hanno levato le tende in fretta e furia. Verso le 11 gli operai delle Ferrovie hanno dovuto rinunciare al puntellamento per il pericolo di essere travolti dall’acqua.

Pieve di Soligo. Il Soligo, affluente del Piave, è tracimato in più punti. Anche a Miane, invadendo le campagne. Il Genio civile, con le deviazioni, ha fatto defluire l’ondata lontano dalla zona industriale.
Meduna. Il Meduna ha superato i 6,7 metri di livello nella tarda serata di ieri, mettendo a rischio di isolamento le case di via Saccon, di cui il Comune ha disposto lo sgombero in via precauzionale.

Mansuè. Nuova tracimazione del Livenza nel bacino Pradegai, cassa di espansione naturale del Livenza. Allertati i residenti di via Gai e via Castella per il rischio di sgomberi imminenti. Il vicesindaco Valerio Borgolotto e l’assessore alla protezione civile Silvano Polesel hanno coordinato i volontari per tutta la notte.
Portobuffolè. La tracimazione del Meduna a Prata di Pordenone ha allagato diverse campagne, a rischio le case isolate. Volontari allertati per tutta la notte.

Sintesi del quotidiano La Tribuna di Treviso postata da Stefano Rasera.

IL COMMENTO DI BRUNO RENON, METEOROLOGO DELL’ARPAV:
è in fase di sensibile attenuazione la nuova ondata di maltempo che ha interessato la montagna veneta fra domenica pomeriggio e martedì.
In circa 60 ore sono caduti 370 mm a Colle Xomo (Prealpi vicentine) e 366 mm a Col Indes (Prealpi bellunesi).
A Feltre i 214 mm caduti in 24 ore rappresentano il secondo valore in assoluto, per questa località, dopo il record del 3-4 novembre 1966 (286 mm/24 ore).
Ad Agordo, dal giorno 13 al giorno 26 (14 giorni) sono caduti ben 866 mm di pioggia, un valore estremamente alto se si considera che in un anno, in questa località, ne cadono mediamente 1350.

Per molte zone della provincia di Belluno questo mese è già diventato il più piovoso da quando si fanno misurazioni ufficiali, cioè dagli anni ’20-’30, considerazione che assume ancora maggiiore rilevanza se si considera poi che tali valori di pioggia si sono registrati in soli 14 giorni.

Il ripetersi di intensi eventi pluviometrici in un arco di tempo relativamente breve (due settimane) ha determinato un periodo che, per molte zone della montagna veneta, va classificato come straordinario per l’abbondanza delle piogge, ma anche per il limite delle nevicate insolitamente alto per questa fase di fine autunno (a causa degli intensi flussi sciroccali del giorni 14-15-16 e 25-26).

LA SITUAZIONE DAL PORDENONESE, cronaca del 26 novembre
Tracimati Meduna e Noncello: un’altra notte di paura e ansia per 2000 persone. A rischio gli argini del fiume a Prata

Pordenone
La piena del Meduna è arrivata lentamente, ma inesorabile, invadendo vie e case, già a partire dalle 19. Tutte le strade del quartiere di Villanova sono state chiuse, poi l’allarme rosso è scattato anche a Vallenoncello, tracimato verso le 2, interessando complessivamente due mila persone. Il Meduna è cresciuto a vista d’occhio, anche di mezzo metro all’ora, sino alle 19.30, quando è tracimato. Un’effimera tregua ha fatto sperare per il meglio tra le 21 e le 23.30, ma poi è ricominciato a piovere a dirotto. Il problema alluvione non riguarda solo la città. Ha coinvolto anche i comuni limitrofi e in particolare Prata, dove gli argini del Meduna sono in precarie condizioni.

IN PROVINCIA
A Tramonti il sindaco chiude le aule A Prata torna lo sgombero

Tramonti di Sotto
L’allarme maltempo ha provocato diverse situazioni a rischio in quasi tutta la provincia. Ieri mattina, allarmato dalla quantità d’acqua precipitata durante la notte e dalle previsioni meteo per oggi, il sindaco di Tramonti di Sotto, Arturo Cappello, ha firmato un’ordinanza per la chiusura delle scuole. Il provvedimento è scattato nel pomeriggio di ieri e avrà valore per l’intera giornata odierna.

E sempre nella mattinata di ieri un autotreno che trasportava scarti di legno è rimasto intrappolato nel guado Rauscedo-Vivaro. I vigili del fuoco di Spilimbergo hanno dovuto lavorare, per quasi tre ore, con un’autogru e un altro mezzo per togliere dai guai il camion. La cabina era completamente immersa nelle acque del torrente Cellina.

Anche a Prata si ripete l’incubo alluvione che già la settimana scorsa aveva interessato il Comune mobiliero. In allarme, in modo particolare, la decina di abitazioni in aree golenali, tant’è che il sindaco Nerio Balfanti ha ritenuto valida la notifica di sgombero per i residenti. Oltre a questo, nel pomeriggio di ieri i messi notificatori si sono recati nelle singole abitazioni per confermare l’arrivo dell’ondata di piena. E stato di allerta anche a Pasiano. Fin dalle prime ore del pomeriggio le squadre della protezione civile comunale (supportate anche da gruppi giunti da Porcia) hanno distribuito migliaia di sacchi di sabbia alle famiglie maggiormente a rischio nelle frazioni di Visinale e di Cecchini. Preoccupazione per l’esondazione del Meduna anche a Cordenons. Il sindaco Riccordo Del Pup ha informato la Regione e il Genio civile della situazione a rischio del depuratore della zona industriale del Chiavornicco.

Ha atteso il calare delle tenebre …

Ha atteso il calare delle tenebre per insinuarsi subdolamente ovunque, coprendo campi, strade, case, orti, giardini, aie, senza risparmiare cucine, camere, salotti, cantine. Le acque limacciose del Meduna e del Noncello sono arrivate un’altra volta, dopo soltanto una settimana di tregua, a invadere il quartiere di Villanova Vecchia, il più basso del territorio pordenonese, a metà tra i due fiumi e, più tardi, anche a Vallenoncello.
Non ci si abitua mai al peggio, anche se il drammatico fenomeno delle esondazioni sta diventando sempre più frequente, due volte l’anno quando va bene. Dal giugno scorso ormai è la terza volta che il territorio è interessato dalla montana, quest’ultima di maggiore intensità rispetto a quella della scorsa settimana. Ieri sera, complici un incessante vento di Scirocco e l’apertura dei rubinetti delle dighe a monte, l’onda di piena ha raggiunto in breve via Villanova di Sotto, coprendo a macchia di leopardo via Levade, via Frazione di Villanova, parte di via Nuova di Corva e Valle.

Nessuno dei residenti è stato colto alla sprovvista.
La testimonianza in diretta di queste ore drammatiche è un grido di dolore finora inascoltato, un’intimità violata che urla vendetta. «Vorrei averli di fronte quegli impiegati comunali che nel 1988, in fase di ristrutturazione, non mi hanno consentito di sopraelevare la mia abitazione – tuona Vanda Lot, residente in via Villanova di Sotto, mentre combatte con l’acqua infiltratasi ormai ovunque – hanno detto che questa non era zona esondabile, nonostante avessi presentato le carte che certificavano i danni del 1966: un metro e sessanta di acqua che entrava e usciva da porte e finestre. Questa casa, appartenuta ai miei suoceri, rappresenta i risparmi di una vita, passata ad alzarmi alle 5 del mattino ogni giorno, mentre sto pagando ancora il mutuo. Perché qualcuno può rialzare e noi no?».

Report di Adriano Bianco tratti dai quotidiani locali.
Autore : Redazione