00:00 8 Giugno 2012

Prodotti meteorologici Statali o regionali che ogni anno peggiorano o vengono limitati: perchè?

Alluvioni, nubifragi, nevicate record, tutti eventi di grande portata che in questi ultimi anni non sono mancati all'appello del panorama meteorologico italiano. Eventi che dovrebbero indurre ad un miglioramento dei prodotti del servizio meteorologico sul Paese non hanno invece la minima ripercussione.

Ogni giorno una fitta schiera di appassionati o semplici curiosi che si affacciano al mondo della meteorologia, trovano strade sempre più bloccate.

Alcuni modelli meteorologici o i radar utili per comprendere la dinamica di certi meccanismi atmosferici, vengono occultati. Quando questo non succede, le famigerate carte atmosferiche vengono "rivisitate" con grafica e colori a bassa risoluzione che danno un’idea poco chiara di quello che avviene.

Perche questo costante impoverimento dell’informazione meteorologica nazionale?

Altre realtà meteologiche mondiali, di cui gli Stati Uniti sono l’esempio principale, già da alcuni anni sono avviate verso una costante sperimentazione, finalizzata alla creazione di nuovi modelli atmosferici. I risultati di queste ricerche vengono sistematicamente resi noti al comune cittadino. Queste informazioni possono essere molto utili per prevenire situazioni di pericolo per la propria vita o quella di altre persone.

In Italia i fenomeni atmosferici non sono così violenti come avvengono negli Stati Uniti, tuttavia per un Paese ad elevato rischio idrogeologico come il nostro, una lacuna di questo tipo non è più tollerabile.

Una parte dei soldi pagati allo Stato dal comune cittadino, sono stati spesi dalla Protezione Civile per la creazione di una copertura radar a livello nazionale e si parla di alcuni milioni di euro. Senza polemica ci si domanda però perche queste immagini radar, nonostante siano attive già da un decennio, non siano visibili al comune cittadino, vengano cioè nascoste, eppure siamo noi stessi a pagarle!

Una direttiva europea uscita qualche anno fa, imporrebbe l’obbligo di rendere pubblici tutti i prodotti pagati dai cittadini, come ad esempio proprio le immagini radar a livello locale e nazionale.
Si tratta della Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, approvata il 17 novembre 2003 e pubblicata nella GUCE n. L 345 del 31 dicembre 2003.
La Direttiva individua nelle informazioni del settore pubblico (di tipo sociale, economico, geografico, climatico, turistico, in materia di affari, di brevetti, di istruzione…) “un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali”, da riutilizzare per “sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.

La Direttiva invita pertanto gli Stati membri a favorirne il riuso, incoraggiando gli enti pubblici a rendere disponibili i documenti, creando indici online dei documenti disponibili, provvedendo licenze standard per il riutilizzo. Per documento si intende “qualsiasi contenuto, a prescindere dal suo supporto” e per riutilizzo “l’uso di documenti in possesso di enti pubblici da parte di persone fisiche o giuridiche a fini commerciali o non commerciali.

Il provvedimento è stato predisposto dal Ministro per le politiche comunitarie e da quello per l’innovazione e le tecnologie, di concerto con i dicasteri degli Affari Esteri, Giustizia, Economia e Finanze, Funzione pubblica. Allora perchè questa direttiva viene puntualmente disattesa?

Poter consultare un servizio radar efficiente ed unificato a livello nazionale consentirebbe al cittadino comune di attuare "autoprotezione" e mettersi al riparo da eventi calamitosi quali le alluvioni, intense nevicate o grandinate dannose.
Gli appassionati ed esperti del nord-ovest, per vedere un radar decente, devono ad esempio rivolgersi a quelli svizzeri, come quello che vediamo nella nostra immagine dell’articolo.

Di sicuro non è colpa del tempo atmosferico "troppo calmo" degli ultimi anni. Gli ultimi tre, quattro anni di "storia" atmosferica italiana ci ha insegnato a costo di gravi perdite umane, quanto sarebbe utile che il cittadino comune disponesse a piene mani di questi importanti strumenti di informazione meteorologica a titolo di prevenzione.

Invece di prendere spunto dai recenti avvenimenti, dalle alluvioni liguri alle ingenti nevicate dell’Appennino emiliano, in questi giorni ci ritroviamo a commentare un’altra cattiva notizia sotto il punto di vista dell’informazione: due ottimi modelli locali (LAM) basati sull’uscita del Global Model ECMWF, il Bolam e il Moloch, utilizzati per le previsioni meteorologiche, sono stati recentemente "rivisitati" nella grafica in modo tale da essere quasi incomprensibili anche da parte degli "addetti ai lavori", come testimoniano le numerose proteste in rete. Ci si chiede allora il motivo per cui è stato deciso di peggiorare sensibilmente la qualità di un prodotto che evidentemente non andava modificato: qualcuno ha sbagliato.

Italiano "ignorante" a livello di cultura meteorologica. Siamo sicuri che la responsabilità di questa situazione sia imputabile solo ed esclusivamente al comune cittadino?
Quanti italiani sono a conoscenza dell’esistenza di un servizio radar a livello nazionale?
Quanti italiani sanno cos’è un radar? Quale sia la sua utilità?

Ritengo che la colpa di questa mancanza di infomazione sia sicuramente, in parte da imputare allo scarso interesse del cittadino comune a temi così importanti quali la meteorologia. Ritengo altresì che una parte di questa colpa debba essere attribuita ad una generale scarsa informazione a livello meteorologico che parte dagli stessi enti regionali e Statali predisposti a fare previsioni.

Come fa il cittadino a sapere cos’è un radar, come si usa, come si legge, se da dieci anni a questa parte nessuna immagine del radar meteorologico nazionale e pochissime immagini regionali sono consultabili dal cittadino, soprattutto se ha la "sfortuna" di abitare al centro o al sud?
AQd esempio in Calabria, dove i fenomeni sono spesso violenti e creano dissesti ed alluvioni lampo, il radar esiste ma nessuno lo può consultare per prevenire situazioni pericolose per la propria incolumità.
Anzi negli ultimi anni pare che l’impegno costante da parte di questi enti di "informazione" sia quello di peggiorare ulteriormente un servizio che di per se non è mai stato entusiasmante.

E’ triste tutto questo, perchè come al solito è sempre il cittadino onesto, che finanzia la macchina Statale e paga le tasse, che ne fa le spese.
Fortunatamente esistono alcune realtà meteo private, aziende ma persino siti amatoriali, che con passione, dedizione e a proprie spese rendono disponibili gratuitamente molti prodotti utili alla collettività, sopperendo spesso alle lacune dello Stato. 

E voi, appassionati, esperti o gente comune, cosa ne pensate di questa situazione?

Autore : William Demasi