00:00 30 Settembre 2004

I mille volti dell’autunno

Periodo difficilmente catalogabile, vittima della persecuzione contro le "mezze stagioni", è sempre stato considerato dall'immaginario collettivo come un "inverno a metà". Eppure l'autunno non è nulla di tutto questo...

Se la primavera può essere concepita come quel periodo dell’anno in cui il tempo atmosferico compie due passi verso l’estate ed uno verso l’inverno, a parti invertite ecco servita la parigrado stagione autunnale.

Può sembrare un concetto elementare e abbastanza semplicistico, quello appena descritto; in realtà esso offre un quadro generale della stagione intermedia molto più calzante di quanto non si possa immaginare.

Da molti definite erroneamente “mezze stagioni”, primavera ed autunno non costituiscono infatti un lento e graduale passaggio dalla “bella” alla “brutta” stagione (e viceversa), quanto piuttosto un periodo di per se stesso significante, con caratteristiche proprie e con tutti gli attributi di una stagione diversa e distinta dalle altre.

Per dirla tutta, la primavera non è una “mezza estate” e l’autunno non è un “mezzo inverno”, come invece l’immaginario collettivo ci porta a credere sulla base di falsi stereotipi che sono venuti ad affermarsi nella società in cui viviamo.
E, come se non bastasse, c’è anche la convinzione che primavera ed autunno durino poco, o meglio che stiano quasi per estinguersi completamente, il tutto a vantaggio delle altre stagioni che starebbero per spartirsi la posta in palio: sei mesi all’estate e sei mesi all’inverno. Quante volte abbiamo difatti sentito pronunciare frasi del tipo «Le mezze stagioni non esistono più!»?

Nulla di più sbagliato. Primavera ed autunno hanno il loro tempo, hanno le loro caratteristiche, e soprattutto hanno la loro importantissima funzione nell’economia del clima delle medie latitudini. E non solo.

Dici autunno e pensi a foglie rosse che cadono, a cieli grigi ed uggiosi e ad una leggera pioviggine che cade su funghi bagnati. Ecco servito lo stereotipo!
Così, se capita di imbattersi in un settembre con poca pioggia, con cieli spesso sgombri da nubi e con temperature nella norma, per tutti si è ancora in estate. E se invece è ottobre a regalarci la sorpresa, magari con qualche fiocco in montagna, allora è già il turno di un inverno ormai maturo. Mai, poi, arrivasse una qualche alluvione: sarebbe la fine del mondo! Altro che idillio di colori rinverdito dai versi di qualche poeta…

E invece l’autunno è tutto questo e ancora di più! È il lento avanzare dei primi freddi del nord commistionato alle velleità degli ultimi aliti caldi del sud. E mai è la media di queste due forze a sintetizzare il tutto. Sintesi che arriva invece da un rocambolesco gioco di parti distinte, spesso contrapposte e per questo imprevedibili e furtive; una scommessa continua in cui la previsione diventa l’elemento più affascinante ma al tempo stesso più insidioso e difficile. L’autunno è un serpeggiare di tentativi, un eterno osare verso l’una o l’altra sponda. L’autunno è anche un rimescolamento di masse d’aria, uno scambio nord-sud, un’osmosi semplice e vitale che dona i colori più belli nel momento della maturità. L’autunno è energia, vitalità, furore, riflessione. L’autunno è caldo, è freddo, è tiepido. L’autunno è una vetta imbiancata, una giornata di sole, un cielo uggioso o una pioggia torrenziale. L’autunno è anche l’orizzonte più lontano o la nebbia più fitta. L’autunno è tutte queste cose messe assieme.

L’autunno guarda verso l’inverno, ma porta l’estate con sé. Guai a noi se non fosse così…
Autore : Emanuele Latini