00:00 15 Aprile 2001

Glaciazione o riscaldamento progressivo?

Analisi di alcune importanti teorie circa il clima futuro del nostro pianeta.

Mentre in Italia e in buona parte dell’Europa assistiamo per adesso ad un inverno particolarmente mite, aree vastissime come la Siberia, la Cina, la Mongolia e il Nord America, da alcune settimane vivono un periodo di estrema difficoltà climatica, tra bufere di neve e temperature tra le più basse del secolo.

Si direbbe che esistessero delle “onde zonali” (tipo promontori anticiclonici) che ad intervalli di migliaia di chilometri interesserebbero quella data area portando o i rigori di un inverno estremo o il massimo livello di mitezza che un clima invernale possa produrre.

Assodato che l’uomo con l’inquinamento atmosferico da CFC e dalla combustione di idrocarburi, sta nettamente modificando la struttura chimico-fisica dell’atmosfera, rimane l’interrogativo (inquietante) se questa zonalità climatica sia preludio o peggio caratteristica del clima prossimo venturo sul nostro pianeta.

Alcune teorie sull’evoluzione climatica del prossimo decennio vedono come probabilissima una tendenza all’estremizzazione dei fenomeni, con periodi di pioggia sempre più brevi e concentrati, con livelli di precipitazioni a livello alluvionale; un progressivo aumento termico medio globale con scioglimento dei ghiacci polari e conseguente innalzamento dei mari, con scomparsa di coste e località rivierasche.

Altre dicono che la caratteristica “zonale” (nel senso che ho tentato di spiegare) tende piano piano a bilanciarsi interessando (a quali intervalli di tempo?), aree sempre diverse del pianeta, con conseguente incattivirsi dei fenomeni generali (pioggia, neve, rovesci) ma con un’equa distribuzione a livello planetario.

Altre teorie (di dubbia validità) vedono nel nostro pianeta una qual certa capacità nel controbilanciare i danni che gli provochiamo, in maniera naturale ed indolore, assorbendo gli inquinanti senza particolari problemi o conseguenze.

Una teoria (per niente sconclusionata) vedrebbe nei prossimi 10-30 anni l’Europa nel freezer. Perché? Lo scioglimento progressivo dei ghiacci del Polo Nord, porterebbe alla tragica conseguenza di vedere “a spasso” per l’Oceano Atalantico (anche a latitudini tropicali!), immensi ice-berg che interagirebbero con la corrente del Golfo che, impossibilitata a raggiungere nella sua pienezza le coste europee settentrionali, mitigherebbe ben poco il clima della fetta d’Europa che si affaccia sull’Atlantico, con conseguente raffreddamento un po’ in tutto il vecchio continente.
Autore : Stefano Carnevali