00:00 2 Novembre 2015

Climatic Research Unit di Norwich: “altro che glaciazione, farà sempre più caldo”

Nei prossimi anni per il Climatic Research Unit di Norwich potrebbe andare sempre peggio, ma per altri scienziati potrebbe anche cominciare una nuova glaciazione.

Come sarà il CLIMA europeo del futuro? Per i sostenitori della teoria dell’effetto serra antropico le previsioni non sono solo nefaste, ma proprio catastrofiche.  Si fanno le previsioni più drammatiche possibili.
Europa sempre più calda, siccità e incendi in aumento, energia, agricoltura e turismo in crisi.

A seguito delle stranezze climatiche che si sono registrate anche in Europa negli ultimi anni, sempre più nazioni sono interessate a sapere, attraverso il parere degli scienziati, come evolverà la situazione nei prossimi anni, almeno in linea generale.

Il surriscaldamento per gli scienziati cosiddetti "serristi" si fa sempre più probabile.

Secondo il Climatic Research Unit di Norwich, Gran Bretagna, avverranno numerosi cambiamenti nel clima del vecchio Continente: le temperature saliranno così tanto da modificare usi, costumi e da incidere sull’economia.

La ricerca, durata 3 anni e basata su modelli statistico-matematici ha svolto delle previsioni climatiche sino al 2070 con le relative conseguenze su bacini d’acqua, turismo, agricoltura, boschi, approvvigionamento energetico e sicurezza.

Le ondate di caldo saranno più intense e persistenti, mentre le stagioni fredde saranno più brevi. I giorni con temperature sotto lo zero diminuiranno fino a quattro mesi nel nord Europa entro il 2070.

Le zone mediterranee subiranno lunghi periodi di siccità d’estate e piogge torrenziali con allagamenti d’inverno, i temporali invernali aumenteranno soprattutto nell’Europa dell’ovest.

Per quel che riguarda le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici, risentiranno della nuova situazione i settori del turismo, dell’energia, della sicurezza.

In crisi anche lo sport invernale sulle Alpi dove sarà possibile sciare solo con la neve artificiale, con un aumento dei costi: lo spessore della neve diminuirà infatti del 20-30% entro il 2020.

I periodi di siccità intensa e prolungata cambieranno le abitudini degli europei in fatto di vacanze estive: le ferie primaverili saranno preferite rispetto a quelle di ferragosto e gli abitanti del sud Europa dovranno spostarsi più a nord, in cerca di refrigerio.

L’agricoltura subirà delle perdite a causa della riduzione dei raccolti.

Le colture infatti avranno un periodo di crescita minore, saranno possibili maggiori stress termici durante il periodo della fioritura e un maggior rischio di allagamenti durante quello della semina. Queste condizioni saranno avvertite con maggiore entità nel sud del Mediterraneo e nel nord Africa.

È atteso anche un maggior rischio di incendi dei boschi per un aumento di giorni secchi e caldi.

L’estate del 2003 è stata la più calda dal 1500, e in quel caso sono andati distrutti per incendio mezzo milione di ettari di foreste nell’Europa del Mediterraneo. E ogni ettaro costa all’economia europea dai 1000 ai 5000 euro. Anche la produzione dell’energia idroelettrica in Europa è a rischio in condizioni di temperature estreme.

Infine, considerato il tasso di rischio maggiore di calamità naturale, aumenteranno in proporzione i premi assicurativi per i beni immobili.

Ci sono comunque voci fuori del coro. Nonostante il ruolo dell’attività solare nel modificare il clima sia considerato controverso, diversi scienziati prevedono che già entro il 2016 si manifestino i segnali di una nuova mini era glaciale.

Autore : Report di Alessio Grosso