00:00 11 Gennaio 2018

Il GENNAIO 1986: cosa accadde prima che giungessero abbondanti nevicate?

Ecco cosa accadde nel gennaio del 1986.

Era il 19 gennaio: il satellite parlava chiaro: dall’alto dei suoi 36.000 km di altezza, l’immagine trasmessa a terra che veniva diffusa dal satellite METEOSAT 2 indicava l’Anticiclone delle Azzorre che dominava sulla penisola iberica, sulla Francia meridionale e sull’Africa settentrionale; il flusso perturbato atlantico faceva il suo ingresso in Europa in corrispondenza dell’Irlanda per poi spingersi verso la Mitteleuropa e l’Italia.

Era da pochi mesi che la tecnologia aveva permesso di vedere le immagini dallo spazio in movimento: nei bollettini serali di RaiUno, infatti, i due meteorologi Andrea Baroni e Guido Caroselli mettevano costantemente in risalto questa novità: "Vediamo ora in movimento le ultime 16 immagini da satellite ad intervalli di mezz’ora", dicevano.

Ma veniamo al quadro di previsione sull’Italia illustrato dal Generale Andrea Baroni per il 19.01.1986. La perturbazione da N/W, grazie al forte richiamo di correnti meridionali (notare infatti sulla cartina i vettori che indicano il vento proveniente da S/W), sarebbe riuscita a produrre fenomeni moderati anche sul Nord Italia, che generalmente viene saltato dai peggioramenti di questo tipo grazie alla protezione offerta dalla catena alpina. Le precipitazioni sarebbero state nevose a quote medio-basse, ma le nevicate non avrebbero interessato le zone di pianura. Le due isole maggiori, il Lazio e le regioni meridionali sarebbero rimaste ancora in attesa del peggioramento.

Le temperature minime erano previste in aumento (a causa della crescente copertura nuvolosa che impediva l’irraggiamento), mentre le massime si prevedevano stazionarie.

L’alta pressione dimentica l’Italia e la lascia esposta ad un treno di perturbazioni: 21-22/01/1986. Nel generale contesto zonale atlantico caratterizzato da una continua successione di perturbazioni, la temperatura aveva avuto modo di portarsi su valori estremamente miti per il periodo: il climatologo Giovan Battista Mazzoni ci ricorda che il 20 gennaio 1986 si registrarono punte massime di +18°C a Firenze e +20°C a Genova, grazie ad un leggero vento da N/W. Le nevicate avvenivano solamente a quote alte: sull’Appennino settentrionale erano presenti dai 40 ai 100 cm di neve all’Abetone (PT), dai 40 ai 70 cm nella stazione sciistica di Corno alle Scale, nel bolognese, e dai 20 ai 40 cm sul Monte Amiata. Gran freddo faceva in Scandinavia, dove la temperatura minima fu di -20°C ad Helsinki.

Non c’era spazio per le giornate stabili e soleggiate in Italia in quel periodo: un breve respiro di tempo discreto durava poche ore e veniva immediatamente portato via dall’ennesima perturbazione. Nel frame qui a destra è riportata l’immagine da satellite delle ore centrali della giornata del 22 gennaio. Le prime schiarite si affacciano su Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria, ma ecco un ennesimo maestoso "arco bianco" che dalla Francia avanza inesorabile verso di noi. Qualcosa stava però cambiando nell’andamento generale delle correnti (ed i più esperti lo avranno sicuramente intuito guardando l’immagine sat): la tendenza dei corpi nuvolosi era quella di provenire sempre più da N/W, ed entro pochi giorni la loro direzione sarebbe stata addirittura da Nord verso Sud.

Eh sì, prima delle copiose nevicate e del gran gelo avremmo avuto una parentesi di Favonio su molte zone del Nord Italia, anche a causa del "rigonfiamento" del campo anticiclonico che si sarebbe verificato su Spagna e Francia. Ma si trattava di un breve episodio…

Autore : Alessandro Bruscagin, adattamento Alessio Grosso