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Situazione innevamento sulle Alpi
Moderatori: erboss, MeteoLive, jackfrost
Re: Situazione innevamento sulle Alpi
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Una domanda per manu
Ho letto del rifugio Balicco sulle Orobie quasi sommerso da 2 metri di neve così come tutta la zona...
È vero?? Viste le esagerazioni che si sentono nei mass media
Ho letto del rifugio Balicco sulle Orobie quasi sommerso da 2 metri di neve così come tutta la zona...
È vero?? Viste le esagerazioni che si sentono nei mass media
- giulys
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Visto che stavolta ne vale la pena, qualche foto dell'innevamento attuale confrontato con la situazione di circa un anno fam o di un mese fa circa
Prali 1450 mt
9 gennaio 24
![Immagine](https://i.postimg.cc/7Z1FYDcL/Prali-20240109.jpg)
11 marzo 24
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Ciardoney 2650 mt
6 marzo 2023
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11 marzo 2024 circa 265 cm
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Jervis 1650 mt
8 marzo 2023
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Lago Serrù Ceresole 2300 mt
7 marzo 2023
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Ciao Vigna,
Le Orobie Bergamasche come gran parte delle Prealpi Lombarde e non solo hanno visto precipitazioni importanti nell ultimo mese ( gli ultimi 10 g hanno premiato in primis il Piemonte e tutto l angolo occidentale con gli accumuli maggiori , ma precipitazioni hanno colpito anche la Lomvardia e il resto del nord che aveva già visto precipitazioni importanti nella seconda parte di febbraio)
A 2000m sulle Orobie Bergamasche ci sono mediamente 180-200cm di neve al suolo, valori che superano i 250cm oltre i 2500m.
Il rifugio Balicco si trova a circa 2000m quindi vede circa 180cm - 2metri di neve al suolo come gran parte delle strutture delle Alpi e Prealpi centro occidentali poste a quella quota
Re: Situazione innevamento sulle Alpi
..spettacolo, pura manna..giulys ha scritto: ↑lun mar 11, 2024 4:45 pm Visto che stavolta ne vale la pena, qualche foto dell'innevamento attuale confrontato con la situazione di circa un anno fam o di un mese fa circa
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6 marzo 2023
11 marzo 2024 circa 265 cm
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Lago Serrù Ceresole 2300 mt
7 marzo 2023
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Grazie sono contento che un pò tutte le Alpi abbiano un'ottima copertura nevosamanu73 ha scritto: ↑lun mar 11, 2024 6:40 pmCiao Vigna,
Le Orobie Bergamasche come gran parte delle Prealpi Lombarde e non solo hanno visto precipitazioni importanti nell ultimo mese ( gli ultimi 10 g hanno premiato in primis il Piemonte e tutto l angolo occidentale con gli accumuli maggiori , ma precipitazioni hanno colpito anche la Lomvardia e il resto del nord che aveva già visto precipitazioni importanti nella seconda parte di febbraio)
A 2000m sulle Orobie Bergamasche ci sono mediamente 180-200cm di neve al suolo, valori che superano i 250cm oltre i 2500m.
Il rifugio Balicco si trova a circa 2000m quindi vede circa 180cm - 2metri di neve al suolo come gran parte delle strutture delle Alpi e Prealpi centro occidentali poste a quella quota
Peccato per l'Appennino
- 6Gennaio2017
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Linea temporalesca mattutina che ha accumulato qui 7.6mm.
Estremi di 9.9° (+1.8°) e 17.5° (+2.7°).
6Gen
Estremi di 9.9° (+1.8°) e 17.5° (+2.7°).
6Gen
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Ah aspe scusatemi l'errore, pensavo di averlo pubblicato nel td primavera6Gennaio2017 ha scritto: ↑lun mar 11, 2024 10:02 pm Linea temporalesca mattutina che ha accumulato qui 7.6mm.
Estremi di 9.9° (+1.8°) e 17.5° (+2.7°).
6Gen
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Solo ora me ne sono reso conto,
6Gen
Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Grazie.Ceresole Reale (alta valle dell'Orco)
Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Noi abbiamo deciso last minute di andare a Cogne il 10 Marzo.
E devo dire che è stata una settimana splendida, con una quantità di neve che davvero non vedevo da decenni (forse dal 2013).
Ovviamente parlando da chi in montagna ci va quando può...
Siamo arrivati a fine mega nevicata ed abbiamo avuto una settimana pazzesca senza quasi una nuvola.
I primi giorni gli impianti di risalita non riuscivano neppure ad aprire da tanta neve era caduta.
Paesaggio mozzafiato e tutto sommerso di neve.
![Immagine](https://i.ibb.co/b1P4CxD/20240311-085533.jpg)
![Immagine](https://i.ibb.co/r7y63dQ/20240311-085557.jpg)
![Immagine](https://i.ibb.co/XtBMgZx/20240311-085603.jpg)
![Immagine](https://i.ibb.co/C0QZcND/20240311-090835-2.jpg)
![Immagine](https://i.ibb.co/myPF4Kg/original-6a508066-f781-4128-b045-3dab995930a5-20240310-171530.jpg)
E devo dire che è stata una settimana splendida, con una quantità di neve che davvero non vedevo da decenni (forse dal 2013).
Ovviamente parlando da chi in montagna ci va quando può...
Siamo arrivati a fine mega nevicata ed abbiamo avuto una settimana pazzesca senza quasi una nuvola.
I primi giorni gli impianti di risalita non riuscivano neppure ad aprire da tanta neve era caduta.
Paesaggio mozzafiato e tutto sommerso di neve.
![Immagine](https://i.ibb.co/b1P4CxD/20240311-085533.jpg)
![Immagine](https://i.ibb.co/r7y63dQ/20240311-085557.jpg)
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Re: Situazione innevamento sulle Alpi
Riporto un News >> viewtopic.php?t=45131
Neve, si colma per la prima volta da due anni il deficit nazionale
Le nevicate di febbraio e marzo sono riuscite a riportare in pari, per la prima volta da due anni, lo Snow Water Equivalent (SWE, l’acqua contenuta nella neve), che registra addirittura un leggero surplus rispetto alla mediana degli ultimi 12 anni. La situazione è però molto diversa tra Alpi e Appennini, e anche alle diverse quote: mentre nel nord della penisola il deficit è stato colmato, in particolare alle quote più elevate e con valori particolarmente positivi per il Po, nel sud e al di sotto dei 2000 metri di altitudine rimane marcato
Per la prima volta da lungo tempo, possiamo dire di avere davvero buone notizie per quanto riguarda la neve sui nostri monti. E, di conseguenza, sull’acqua che conserva per i mesi più caldi, rappresentata dallo Snow Water Equivalent (SWE).
L’ultimo monitoraggio di Fondazione CIMA, aggiornato al 1 di aprile, indica infatti che il deficit nazionale si è azzerato. Meglio ancora, per la precisione, segna un leggero surplus (+1%): è il primo in due anni di osservazioni per questo periodo dell’anno.
Vale però ancora quanto osservato nel nostro ultimo aggiornamento: la situazione presenta differenze significative sulla penisola. «I dati sullo SWE sono in forte ripresa per le Alpi, ma ancora in deficit per quanto riguarda gli Appennini. La ragione di queste differenze è, come sempre, legata a precipitazioni e temperature», spiega Francesco Avanzi, idrologo di Fondazione CIMA. «Questo mese di marzo è stato più piovoso sia al Nord sia al Centro. Tuttavia, specialmente sugli Appennini, le temperature si sono mantenute elevate per tutta la stagione invernale: in marzo, per esempio, si sono registrati +2,5°C rispetto allo scorso decennio. Questo ha portato a una penuria di nevicate sugli Appennini, e alla fusione precoce di quella poca neve accumulatasi in quelle zone durante l’inverno».
Al contrario, nel nord della penisola, le temperature in marzo si sono mantenute più in linea con quelle dello scorso decennio. Così, le abbondanti precipitazioni di fine febbraio e di marzo hanno consentito un accumulo di neve come non ne registravamo da ormai due anni. Guardando i dati dei singoli bacini idrografici, il divario appare evidente: mentre sul Tevere si registra ancora un deficit del -80% rispetto al periodo storico, per l’Adige l’anomalia è appena del -4% e per il Po, che ha addirittura triplicato la sua risorsa idrica novale da febbraio a oggi, lo SWE è al +29%.
![Immagine](https://s9.gifyu.com/images/SVo3t.png)
![Immagine](https://s12.gifyu.com/images/SVo9S.png)
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È importante però osservare che, anche per quanto riguarda le Alpi, la situazione non è uniforme e si osservano differenze importanti a seconda della quota. Infatti, lo SWE è positivo, sopra i 1800-2000 metri, dove lo zero termico non è ancora stato superato. Al di sotto di questa quota, però, il deficit rimane significativo. «È come se ci fossero due inverni allo stesso tempo: uno nevoso in quota, e uno avaro di neve a quote medio-basse», commenta Avanzi.
Si è ormai chiuso il periodo nel quale, dai dati storici, possiamo aspettarci la maggior parte delle nevicate. Storicamente, infatti, in Italia il picco d’accumulo della ricorsa nivale si registra a marzo, e siamo ora nel periodo di fusione – quando, cioè, la neve inizia a diventare quell’acqua che alimenta i nostri fiumi e, con loro, tutte le attività che sfruttano questa risorsa, dall’agricoltura alla produzione di energia idroelettrica. «Questi ultimi dati registrati sulle Alpi sono senz’altro una buona notizia, anche perché evitano una situazione di criticità per il terzo anno di fila», conclude Avanzi. «Se e quanto l’acqua ora finalmente presente nel bacino del Po sotto forma di neve potrà sostenere i mesi primaverili ed estivi, però, dipende dalle temperature. I dati ci hanno mostrato un significativo incremento dello SWE tra l’inizio e la metà di marzo, che stava però per essere seguito da un rapido declino, interrotto solo dalle ulteriori nevicate in arrivo. In altre parole, le temperature elevate possono ancora causare, anche sulle Alpi, fusioni precoci: perché sia davvero utile nei periodi in cui l’acqua ci è più necessaria, la neve deve restare tale ancora per alcune settimane».
![Immagine](https://s12.gifyu.com/images/SVo9G.png)
Si ringrazia Fondazione CIMA per la gentile concessione
![Immagine](https://s12.gifyu.com/images/SVoEj.png)
Link >> https://www.cimafoundation.org/news/nev ... aign=neve
Neve, si colma per la prima volta da due anni il deficit nazionale
Le nevicate di febbraio e marzo sono riuscite a riportare in pari, per la prima volta da due anni, lo Snow Water Equivalent (SWE, l’acqua contenuta nella neve), che registra addirittura un leggero surplus rispetto alla mediana degli ultimi 12 anni. La situazione è però molto diversa tra Alpi e Appennini, e anche alle diverse quote: mentre nel nord della penisola il deficit è stato colmato, in particolare alle quote più elevate e con valori particolarmente positivi per il Po, nel sud e al di sotto dei 2000 metri di altitudine rimane marcato
Per la prima volta da lungo tempo, possiamo dire di avere davvero buone notizie per quanto riguarda la neve sui nostri monti. E, di conseguenza, sull’acqua che conserva per i mesi più caldi, rappresentata dallo Snow Water Equivalent (SWE).
L’ultimo monitoraggio di Fondazione CIMA, aggiornato al 1 di aprile, indica infatti che il deficit nazionale si è azzerato. Meglio ancora, per la precisione, segna un leggero surplus (+1%): è il primo in due anni di osservazioni per questo periodo dell’anno.
Vale però ancora quanto osservato nel nostro ultimo aggiornamento: la situazione presenta differenze significative sulla penisola. «I dati sullo SWE sono in forte ripresa per le Alpi, ma ancora in deficit per quanto riguarda gli Appennini. La ragione di queste differenze è, come sempre, legata a precipitazioni e temperature», spiega Francesco Avanzi, idrologo di Fondazione CIMA. «Questo mese di marzo è stato più piovoso sia al Nord sia al Centro. Tuttavia, specialmente sugli Appennini, le temperature si sono mantenute elevate per tutta la stagione invernale: in marzo, per esempio, si sono registrati +2,5°C rispetto allo scorso decennio. Questo ha portato a una penuria di nevicate sugli Appennini, e alla fusione precoce di quella poca neve accumulatasi in quelle zone durante l’inverno».
Al contrario, nel nord della penisola, le temperature in marzo si sono mantenute più in linea con quelle dello scorso decennio. Così, le abbondanti precipitazioni di fine febbraio e di marzo hanno consentito un accumulo di neve come non ne registravamo da ormai due anni. Guardando i dati dei singoli bacini idrografici, il divario appare evidente: mentre sul Tevere si registra ancora un deficit del -80% rispetto al periodo storico, per l’Adige l’anomalia è appena del -4% e per il Po, che ha addirittura triplicato la sua risorsa idrica novale da febbraio a oggi, lo SWE è al +29%.
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È importante però osservare che, anche per quanto riguarda le Alpi, la situazione non è uniforme e si osservano differenze importanti a seconda della quota. Infatti, lo SWE è positivo, sopra i 1800-2000 metri, dove lo zero termico non è ancora stato superato. Al di sotto di questa quota, però, il deficit rimane significativo. «È come se ci fossero due inverni allo stesso tempo: uno nevoso in quota, e uno avaro di neve a quote medio-basse», commenta Avanzi.
Si è ormai chiuso il periodo nel quale, dai dati storici, possiamo aspettarci la maggior parte delle nevicate. Storicamente, infatti, in Italia il picco d’accumulo della ricorsa nivale si registra a marzo, e siamo ora nel periodo di fusione – quando, cioè, la neve inizia a diventare quell’acqua che alimenta i nostri fiumi e, con loro, tutte le attività che sfruttano questa risorsa, dall’agricoltura alla produzione di energia idroelettrica. «Questi ultimi dati registrati sulle Alpi sono senz’altro una buona notizia, anche perché evitano una situazione di criticità per il terzo anno di fila», conclude Avanzi. «Se e quanto l’acqua ora finalmente presente nel bacino del Po sotto forma di neve potrà sostenere i mesi primaverili ed estivi, però, dipende dalle temperature. I dati ci hanno mostrato un significativo incremento dello SWE tra l’inizio e la metà di marzo, che stava però per essere seguito da un rapido declino, interrotto solo dalle ulteriori nevicate in arrivo. In altre parole, le temperature elevate possono ancora causare, anche sulle Alpi, fusioni precoci: perché sia davvero utile nei periodi in cui l’acqua ci è più necessaria, la neve deve restare tale ancora per alcune settimane».
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Si ringrazia Fondazione CIMA per la gentile concessione
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