ahahaha avrà usato gli unici sci chee hanno ancora senso sulle nostre montagne.. quelli da pietraFabriPhotoNature ha scritto:mi sa che dopo sta discesa ci sarà da rifare il fondoGiulianoPhoto ha scritto:È ora di agire..
La crisi climatica del NW
In queste bellissime riprese si evidenzia la drammaticità del momento.
https://m.youtube.com/watch?v=004lTMLClc8
Situazione innevamento sulle Alpi
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Ai certo 5 cm che il giorno dopo il vento e il sole hanno fatto scompariregemi65 ha scritto:Quando ho scritto quel post la neve è caduta su tutto l'arco alpinoSupergelo ha scritto:Orientali...gemi65 ha scritto:Dolomiti sotto copiose nevicate.
Le correnti da wsw non tradiscono i versanti alpini italiani.
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Ieri sera escursione notturna con luna quasi piena dallo splendido abitato di Balme sino al Pian della Mussa.
Davvero deleterio il paesaggio, vedere Balme, la regina della neve delle Valli di Lanzo, senza una macchia bianca è davvero preoccupante e sbalorditivo, per non parlare del piano con solo qualche traccia di neve marmorea sul pianoro e nei versanti a nord (spessori molto irregolari causa accumuli eolici dei mesi precedenti) e pendii esposti a sud privi di neve sin oltre i 2500 metri.
Tanto per cambiare tirava un bel vento con +6° a 1800 metri alle due di notte e la situazione non è destinata a cambiare minimamente.
Mai faticato salire ma soprattutto scendere come quest'anno causa appunto la scarsissima neve con lastre di ghiaccio come vetri a tratti pericolosissimi.
Davvero deleterio il paesaggio, vedere Balme, la regina della neve delle Valli di Lanzo, senza una macchia bianca è davvero preoccupante e sbalorditivo, per non parlare del piano con solo qualche traccia di neve marmorea sul pianoro e nei versanti a nord (spessori molto irregolari causa accumuli eolici dei mesi precedenti) e pendii esposti a sud privi di neve sin oltre i 2500 metri.
Tanto per cambiare tirava un bel vento con +6° a 1800 metri alle due di notte e la situazione non è destinata a cambiare minimamente.
Mai faticato salire ma soprattutto scendere come quest'anno causa appunto la scarsissima neve con lastre di ghiaccio come vetri a tratti pericolosissimi.
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Il prossimo step sarà la tavola sulle dune del deserto e siamo a postoGiulianoPhoto ha scritto:ahahaha avrà usato gli unici sci chee hanno ancora senso sulle nostre montagne.. quelli da pietraFabriPhotoNature ha scritto:mi sa che dopo sta discesa ci sarà da rifare il fondoGiulianoPhoto ha scritto:È ora di agire..
La crisi climatica del NW
In queste bellissime riprese si evidenzia la drammaticità del momento.
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L'wsw apporta buone nevicate dalla Lombardia verso est, le occidentali tolto qualche eccezione sulle marittime vedono ben poco...poi ovvio che se arrivano 10 fronti alla fine si accumula.gemi65 ha scritto:Ma polemiche su cosa?vignaiolo ha scritto:Ai certo 5 cm che il giorno dopo il vento e il sole hanno fatto scompariregemi65 ha scritto: Quando ho scritto quel post la neve è caduta su tutto l'arco alpino
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Bellissima questa webcamlities ha scritto:Alpi Graie: scaccianeve o più facilmente scacciaerba mode on!
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In pratica c'era più neve a fine Maggio gli anni scorsi se non inizio Giugno......
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Dall’inizio delle misure nel 1864, sul versante sudalpino l’inverno meteorologico non è mai stato così mite e secco come quest’anno. In questo blog inquadriamo da un punto di vista climatologico questa stagione del tutto particolare.
Le lunghe serie di misura di Mete0Svizzera permettono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1864, anno di inizio delle misure sistematiche. Nonostante manchi ancora qualche giorno alla fine dell’inverno meteorologico, che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, tenendo conto delle previsioni per i prossimi giorni possiamo già trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla da un punto di vista climatologico.
A sud delle Alpi l’inverno 2021/22 terminerà con una temperatura media di 1.8 °C superiore alla norma 1991-2020, mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22 % di esso. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata.
Il grafico sottostante mostra quanto accaduto in modo molto chiaro. Sull’asse x il totale di precipitazione invernale, sull’asse y la temperatura media stagionale. Entrambe le grandezze sono rappresentate come anomalia rispetto alla norma 1991-2020 e riferite al Sud delle Alpi. I vari punti mostrano ogni stagione invernale a partire dal 1864 ad oggi. I punti che si situano nella parte gialla in altro a destra del grafico denotano inverni in cui le precipitazioni sono state più abbondanti e la temperatura più mite della media 1991-2020; quelli nella parte in basso a destra blu scuro sono invece i punti relativi agli inverni più freddi e più ricchi di precipitazioni del normale. Gli inverni più freddi e più secchi della norma sono quelli rappresentati nella parte in basso a sinistra blu chiaro, mentre gli inverni più miti e secchi della norma 1991-2020 ricadono nella parte rossa in alto a sinistra. L’inverno 2021/22 è il punto cerchiato in rosso: a sud delle Alpi una combinazione di temperature così elevate e precipitazioni così scarse non si era mai verificata durante la stagione invernale.
Con un’anomalia termica di oltre 2 °C rispetto alla norma 1991-2020, l’inverno più mite della serie storica è stato quello del 2006/07, in cui la precipitazione fu però un po’ più abbondante del normale. Al contrario, l’inverno più freddo risale al 1894/95, con un’anomalia di oltre 4 °C rispetto alla norma e precipitazioni di poco inferiori alla media. L’inverno 2013/14 è stato in assoluto il più ricco di precipitazioni e ha fatto registrare una temperatura media stagionale di circa 1 °C superiore alla norma. Il meno piovoso è stato invece l’inverno 1980/81, che ha fatto registrare solo il 3 % della precipitazione normale.
Come appare chiaramente dal grafico, in passato non si era mai verificato un inverno con una temperatura media superiore alla norma di 1 °C e precipitazioni inferiori alla metà di quelle attese. Questo si è tuttavia verificato durante la stagione invernale che volge al termine, a causa principalmente di due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota, che ha contribuito a far registrare temperature miti soprattutto in montagna, e frequenti giornate con favonio, che hanno innalzato le temperature anche alle basse quote
Le lunghe serie di misura di Mete0Svizzera permettono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1864, anno di inizio delle misure sistematiche. Nonostante manchi ancora qualche giorno alla fine dell’inverno meteorologico, che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, tenendo conto delle previsioni per i prossimi giorni possiamo già trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla da un punto di vista climatologico.
A sud delle Alpi l’inverno 2021/22 terminerà con una temperatura media di 1.8 °C superiore alla norma 1991-2020, mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22 % di esso. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata.
Il grafico sottostante mostra quanto accaduto in modo molto chiaro. Sull’asse x il totale di precipitazione invernale, sull’asse y la temperatura media stagionale. Entrambe le grandezze sono rappresentate come anomalia rispetto alla norma 1991-2020 e riferite al Sud delle Alpi. I vari punti mostrano ogni stagione invernale a partire dal 1864 ad oggi. I punti che si situano nella parte gialla in altro a destra del grafico denotano inverni in cui le precipitazioni sono state più abbondanti e la temperatura più mite della media 1991-2020; quelli nella parte in basso a destra blu scuro sono invece i punti relativi agli inverni più freddi e più ricchi di precipitazioni del normale. Gli inverni più freddi e più secchi della norma sono quelli rappresentati nella parte in basso a sinistra blu chiaro, mentre gli inverni più miti e secchi della norma 1991-2020 ricadono nella parte rossa in alto a sinistra. L’inverno 2021/22 è il punto cerchiato in rosso: a sud delle Alpi una combinazione di temperature così elevate e precipitazioni così scarse non si era mai verificata durante la stagione invernale.
Con un’anomalia termica di oltre 2 °C rispetto alla norma 1991-2020, l’inverno più mite della serie storica è stato quello del 2006/07, in cui la precipitazione fu però un po’ più abbondante del normale. Al contrario, l’inverno più freddo risale al 1894/95, con un’anomalia di oltre 4 °C rispetto alla norma e precipitazioni di poco inferiori alla media. L’inverno 2013/14 è stato in assoluto il più ricco di precipitazioni e ha fatto registrare una temperatura media stagionale di circa 1 °C superiore alla norma. Il meno piovoso è stato invece l’inverno 1980/81, che ha fatto registrare solo il 3 % della precipitazione normale.
Come appare chiaramente dal grafico, in passato non si era mai verificato un inverno con una temperatura media superiore alla norma di 1 °C e precipitazioni inferiori alla metà di quelle attese. Questo si è tuttavia verificato durante la stagione invernale che volge al termine, a causa principalmente di due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota, che ha contribuito a far registrare temperature miti soprattutto in montagna, e frequenti giornate con favonio, che hanno innalzato le temperature anche alle basse quote
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Davvero molto interessante! Non fa altro che confermare quanto sotto gli occhi di tutti. Questo non inverno è stato il peggiore di sempre. PUNTO.lities ha scritto:Dall’inizio delle misure nel 1864, sul versante sudalpino l’inverno meteorologico non è mai stato così mite e secco come quest’anno. In questo blog inquadriamo da un punto di vista climatologico questa stagione del tutto particolare.
Le lunghe serie di misura di Mete0Svizzera permettono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1864, anno di inizio delle misure sistematiche. Nonostante manchi ancora qualche giorno alla fine dell’inverno meteorologico, che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, tenendo conto delle previsioni per i prossimi giorni possiamo già trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla da un punto di vista climatologico.
A sud delle Alpi l’inverno 2021/22 terminerà con una temperatura media di 1.8 °C superiore alla norma 1991-2020, mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22 % di esso. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata.
Il grafico sottostante mostra quanto accaduto in modo molto chiaro. Sull’asse x il totale di precipitazione invernale, sull’asse y la temperatura media stagionale. Entrambe le grandezze sono rappresentate come anomalia rispetto alla norma 1991-2020 e riferite al Sud delle Alpi. I vari punti mostrano ogni stagione invernale a partire dal 1864 ad oggi. I punti che si situano nella parte gialla in altro a destra del grafico denotano inverni in cui le precipitazioni sono state più abbondanti e la temperatura più mite della media 1991-2020; quelli nella parte in basso a destra blu scuro sono invece i punti relativi agli inverni più freddi e più ricchi di precipitazioni del normale. Gli inverni più freddi e più secchi della norma sono quelli rappresentati nella parte in basso a sinistra blu chiaro, mentre gli inverni più miti e secchi della norma 1991-2020 ricadono nella parte rossa in alto a sinistra. L’inverno 2021/22 è il punto cerchiato in rosso: a sud delle Alpi una combinazione di temperature così elevate e precipitazioni così scarse non si era mai verificata durante la stagione invernale.
Con un’anomalia termica di oltre 2 °C rispetto alla norma 1991-2020, l’inverno più mite della serie storica è stato quello del 2006/07, in cui la precipitazione fu però un po’ più abbondante del normale. Al contrario, l’inverno più freddo risale al 1894/95, con un’anomalia di oltre 4 °C rispetto alla norma e precipitazioni di poco inferiori alla media. L’inverno 2013/14 è stato in assoluto il più ricco di precipitazioni e ha fatto registrare una temperatura media stagionale di circa 1 °C superiore alla norma. Il meno piovoso è stato invece l’inverno 1980/81, che ha fatto registrare solo il 3 % della precipitazione normale.
Come appare chiaramente dal grafico, in passato non si era mai verificato un inverno con una temperatura media superiore alla norma di 1 °C e precipitazioni inferiori alla metà di quelle attese. Questo si è tuttavia verificato durante la stagione invernale che volge al termine, a causa principalmente di due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota, che ha contribuito a far registrare temperature miti soprattutto in montagna, e frequenti giornate con favonio, che hanno innalzato le temperature anche alle basse quote
E c'è anche da considerare che la gran parte del prossimo mese risulterà identica ai mesi precedenti, andando ulteriormente a peggiorare la situazione.
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davvero ottimo documento bravo.lities ha scritto:Dall’inizio delle misure nel 1864, sul versante sudalpino l’inverno meteorologico non è mai stato così mite e secco come quest’anno. In questo blog inquadriamo da un punto di vista climatologico questa stagione del tutto particolare.
Le lunghe serie di misura di Mete0Svizzera permettono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1864, anno di inizio delle misure sistematiche. Nonostante manchi ancora qualche giorno alla fine dell’inverno meteorologico, che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, tenendo conto delle previsioni per i prossimi giorni possiamo già trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla da un punto di vista climatologico.
A sud delle Alpi l’inverno 2021/22 terminerà con una temperatura media di 1.8 °C superiore alla norma 1991-2020, mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22 % di esso. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata.
Il grafico sottostante mostra quanto accaduto in modo molto chiaro. Sull’asse x il totale di precipitazione invernale, sull’asse y la temperatura media stagionale. Entrambe le grandezze sono rappresentate come anomalia rispetto alla norma 1991-2020 e riferite al Sud delle Alpi. I vari punti mostrano ogni stagione invernale a partire dal 1864 ad oggi. I punti che si situano nella parte gialla in altro a destra del grafico denotano inverni in cui le precipitazioni sono state più abbondanti e la temperatura più mite della media 1991-2020; quelli nella parte in basso a destra blu scuro sono invece i punti relativi agli inverni più freddi e più ricchi di precipitazioni del normale. Gli inverni più freddi e più secchi della norma sono quelli rappresentati nella parte in basso a sinistra blu chiaro, mentre gli inverni più miti e secchi della norma 1991-2020 ricadono nella parte rossa in alto a sinistra. L’inverno 2021/22 è il punto cerchiato in rosso: a sud delle Alpi una combinazione di temperature così elevate e precipitazioni così scarse non si era mai verificata durante la stagione invernale.
Con un’anomalia termica di oltre 2 °C rispetto alla norma 1991-2020, l’inverno più mite della serie storica è stato quello del 2006/07, in cui la precipitazione fu però un po’ più abbondante del normale. Al contrario, l’inverno più freddo risale al 1894/95, con un’anomalia di oltre 4 °C rispetto alla norma e precipitazioni di poco inferiori alla media. L’inverno 2013/14 è stato in assoluto il più ricco di precipitazioni e ha fatto registrare una temperatura media stagionale di circa 1 °C superiore alla norma. Il meno piovoso è stato invece l’inverno 1980/81, che ha fatto registrare solo il 3 % della precipitazione normale.
Come appare chiaramente dal grafico, in passato non si era mai verificato un inverno con una temperatura media superiore alla norma di 1 °C e precipitazioni inferiori alla metà di quelle attese. Questo si è tuttavia verificato durante la stagione invernale che volge al termine, a causa principalmente di due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota, che ha contribuito a far registrare temperature miti soprattutto in montagna, e frequenti giornate con favonio, che hanno innalzato le temperature anche alle basse quote
questo grafico spazza via ogni dubbio a chi ancora minimizza