Situazione innevamento sulle Alpi
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Stagione da dimenticare in quota!! e non si scorgono perturbazioni all'orizzonte, mi sa che occorrerà aspettare gli scossoni equinoziali di metà/fine marzo.lities ha scritto:https://ceresolereale.panomax.com/
Pulviscolo sahariano ben evidente.
Neve in vistosa sofferenza anche alle alte quote.
domenica sono salito in Val Troncea e disgelo già presente fino a 2500m
Ghiacciai Piemontesi completamente puliti dal vento, situazione al Ciardoney imbarazzante per il periodo, paragonabile a maggio inoltrato
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Situazione praticamente identica a questa del 22 febbraio 2013GiulianoPhoto ha scritto:Stagione da dimenticare in quota!! e non si scorgono perturbazioni all'orizzonte, mi sa che occorrerà aspettare gli scossoni equinoziali di metà/fine marzo.lities ha scritto:https://ceresolereale.panomax.com/
Pulviscolo sahariano ben evidente.
Neve in vistosa sofferenza anche alle alte quote.
domenica sono salito in Val Troncea e disgelo già presente fino a 2500m
Ghiacciai Piemontesi completamente puliti dal vento, situazione al Ciardoney imbarazzante per il periodo, paragonabile a maggio inoltrato
immagini upload
Nel 2013 il massimo innevamento fu raggiunto intorno al 20/22 maggio
E lo scioglimento totale della neve avvenne abbastanza tardi a fine luglio, per cui tutto può ancora accadere
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Febbraio 2013 c'era comunque più neve che ora. Almeno 50cm/1m in più in quota, me lo ricordo guardando alcune gite fatte in quel fine febbraio, inoltre le condizioni della neve erano ancora farinose fino a fondovalle poi seguì una primavera memorabile, mi ricordo ai primi di aprile di quell'anno a Sauze di Cesana c'era ancora 1m di neve in paese, fu un marzo memorabile come nevicate al NW, sarà lo stesso anche quest'anno? chissà...giulys ha scritto:Situazione praticamente identica a questa del 22 febbraio 2013GiulianoPhoto ha scritto:Stagione da dimenticare in quota!! e non si scorgono perturbazioni all'orizzonte, mi sa che occorrerà aspettare gli scossoni equinoziali di metà/fine marzo.lities ha scritto:https://ceresolereale.panomax.com/
Pulviscolo sahariano ben evidente.
Neve in vistosa sofferenza anche alle alte quote.
domenica sono salito in Val Troncea e disgelo già presente fino a 2500m
Ghiacciai Piemontesi completamente puliti dal vento, situazione al Ciardoney imbarazzante per il periodo, paragonabile a maggio inoltrato
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Nel 2013 il massimo innevamento fu raggiunto intorno al 20/22 maggio
E lo scioglimento totale della neve avvenne abbastanza tardi a fine luglio, per cui tutto può ancora accadere
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GiulianoPhoto ha scritto:Fra tre mesi avremo la risposta.giulys ha scritto:Nel 2013 il massimo innevamento fu raggiunto intorno al 20/22 maggioGiulianoPhoto ha scritto: Stagione da dimenticare in quota!! e non si scorgono perturbazioni all'orizzonte, mi sa che occorrerà aspettare gli scossoni equinoziali di metà/fine marzo.
domenica sono salito in Val Troncea e disgelo già presente fino a 2500m
Ghiacciai Piemontesi completamente puliti dal vento, situazione al Ciardoney imbarazzante per il periodo, paragonabile a maggio inoltrato
Febbraio 2013 c'era comunque più neve che ora. Almeno 50cm/1m in più in quota, me lo ricordo guardando alcune gite fatte in quel fine febbraio, inoltre le condizioni della neve erano ancora farinose fino a fondovalle poi seguì una primavera memorabile, mi ricordo ai primi di aprile di quell'anno a Sauze di Cesana c'era ancora 1m di neve in paese, fu un marzo memorabile come nevicate al NW, sarà lo stesso anche quest'anno? chissà...
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Ecco la situazione al Ciardoney, vista da chi al monitora da anni
Martedì 23 febbraio 2021, in un'atmosfera resa surreale dalla nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima di 7 °C), una squadra della Società Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.
Come sempre la missione si è svolta grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della ditta ErreElleNet per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo (comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di rete GSM).
Ore 8:15 del 25 febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney (sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana proglaciale. Il cerchio rosso indica la posizione della stazione meteorologica Campbell attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.
Diego Marzo (elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare comodamente all'aperto in alta montagna...
I dati meteorologici hanno così ripreso ad alimentare regolarmente la pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere nel corso della primavera.
In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).
Andamento giornaliero della neve al suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m) negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca per ingrandire).
A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali, subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio 2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20 cm.
Salvo in queste tre occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti nell'inverno 2020-21.
Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi le vallate affacciate sulla pianura piemontese.
In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm, al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm attuali.
Alla stessa data (23 febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).
Per confronto, a quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):
188 cm al Passo del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).
Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale, ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7 febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà una più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate 2021.
Martedì 23 febbraio 2021, in un'atmosfera resa surreale dalla nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima di 7 °C), una squadra della Società Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.
Come sempre la missione si è svolta grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della ditta ErreElleNet per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo (comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di rete GSM).
Ore 8:15 del 25 febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney (sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana proglaciale. Il cerchio rosso indica la posizione della stazione meteorologica Campbell attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.
Diego Marzo (elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare comodamente all'aperto in alta montagna...
I dati meteorologici hanno così ripreso ad alimentare regolarmente la pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere nel corso della primavera.
In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).
Andamento giornaliero della neve al suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m) negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca per ingrandire).
A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali, subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio 2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20 cm.
Salvo in queste tre occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti nell'inverno 2020-21.
Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi le vallate affacciate sulla pianura piemontese.
In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm, al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm attuali.
Alla stessa data (23 febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).
Per confronto, a quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):
188 cm al Passo del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).
Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale, ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7 febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà una più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate 2021.
Bellissimo articolo Giulys.giulys ha scritto:Ecco la situazione al Ciardoney, vista da chi al monitora da anni
Martedì 23 febbraio 2021, in un'atmosfera resa surreale dalla nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima di 7 °C), una squadra della Società Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.
Come sempre la missione si è svolta grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della ditta ErreElleNet per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo (comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di rete GSM).
Ore 8:15 del 25 febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney (sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana proglaciale. Il cerchio rosso indica la posizione della stazione meteorologica Campbell attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.
Diego Marzo (elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare comodamente all'aperto in alta montagna...
I dati meteorologici hanno così ripreso ad alimentare regolarmente la pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere nel corso della primavera.
In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).
Andamento giornaliero della neve al suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m) negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca per ingrandire).
A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali, subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio 2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20 cm.
Salvo in queste tre occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti nell'inverno 2020-21.
Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi le vallate affacciate sulla pianura piemontese.
In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm, al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm attuali.
Alla stessa data (23 febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).
Per confronto, a quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):
188 cm al Passo del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).
Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale, ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7 febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà una più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate 2021.
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Eh si, l'inverno tra i più paradossali mai visti nei miei 30 anni di rilevamenti personali.giulys ha scritto:Ecco la situazione al Ciardoney, vista da chi al monitora da anni
Martedì 23 febbraio 2021, in un'atmosfera resa surreale dalla nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima di 7 °C), una squadra della Società Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.
Come sempre la missione si è svolta grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della ditta ErreElleNet per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo (comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di rete GSM).
Ore 8:15 del 25 febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney (sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana proglaciale. Il cerchio rosso indica la posizione della stazione meteorologica Campbell attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.
Diego Marzo (elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare comodamente all'aperto in alta montagna...
I dati meteorologici hanno così ripreso ad alimentare regolarmente la pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere nel corso della primavera.
In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).
Andamento giornaliero della neve al suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m) negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca per ingrandire).
A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali, subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio 2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20 cm.
Salvo in queste tre occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti nell'inverno 2020-21.
Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi le vallate affacciate sulla pianura piemontese.
In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm, al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm attuali.
Alla stessa data (23 febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).
Per confronto, a quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):
188 cm al Passo del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).
Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale, ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7 febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà una più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate 2021.
Ho contato da novembre 2019 quasi 20 perturbazioni atlantiche (davvero tante!) ma SOLO 3 sono state favorevoli per il nostro territorio (escludendo la connettività estiva) marzo 2020, maggio 2020 e gennaio 2021. Davvero un periodo singolare dovuto alla mancanza di ciclogenesi mediterranee capaci di far ruotare le correnti da E SE..
Il Piemonte non è piovoso come il Friuli o il Triveneto, questo si sa, ma la discrepanza nel 2020 tra le precipitazioni in questi territori rispetto agli altri è con un rapporto mostruoso di 1 a 5. Considerando che l'80% dei bacini glaciali si trovano nel NW, la situazione per la prossima estate potrebbe essere drammatica se non ci fosse un cambio di rotta.
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Speriamo in precipitazioni abbondanti in primavera e non di estati anticipate.
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Sì,così come questo:giulys ha scritto:Dai che si sta fermando la corrente del Golfo e ci aspettano anni molto freddi
Diciamo che sono 15/20 anni che lo sento ripetere, ma finora, ammesso che sia vero, di effetti non se ne sono visti.
https://www.meteolive.it/news/Editorial ... ma-/89435/
La parte di meteorologia ad oggi ben conosciuta nei suoi meccanismi é medio-minima,il 6070% della matassa é ancora da sbrogliare.
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Credetemi se vi dico che non ho mai visto un disgelo così anticipato, e sono 30 anni che vado in montagna.lities ha scritto:Speriamo in precipitazioni abbondanti in primavera e non di estati anticipate.
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E il bello che tutti mi prendevano per il cul0 quando segnavo le possibilità di un inverno farlocco per il NW mesi fa, quando le correnti si mettono storte per noi l'inverno è segnato, ormai ho esperienza.
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