Situazione innevamento sulle Alpi
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- giulys
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Il giorno 20 maggio la temperatura, ai 4554 mt della Capanna Margherita è salita sino a -1° , il che vuol dire che a 4200/4300 mt vi erano 0°.
Peggio ancora, ai 3.000 mt del Sommeiller lo stesso giorno raggiunti i + 13,6° e ieri toccati i +13°
una follia.
A causa delle altissime temperature, nei pochi posti in cui vi era ancora neve,
in tre giorni sono fusi dai 30 ai 40 cm di spessore, tanto che tutte le stazioni meteo del Piemonte, anche quelle a 3.000 metri sono prive di neve al suolo.
Peggio ancora, ai 3.000 mt del Sommeiller lo stesso giorno raggiunti i + 13,6° e ieri toccati i +13°
una follia.
A causa delle altissime temperature, nei pochi posti in cui vi era ancora neve,
in tre giorni sono fusi dai 30 ai 40 cm di spessore, tanto che tutte le stazioni meteo del Piemonte, anche quelle a 3.000 metri sono prive di neve al suolo.
- GiulianoPhoto
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Nimbus sentenzia.
GHIACCIAIO CIARDONEY (GRAN PARADISO):
FUSIONE DELLA NEVE STRAORDINARIAMENTE PRECOCE
Una stagione di accumulo scarsissima di nevicate e un maggio che probabilmente diverrà il più caldo in oltre due secoli al Nord-Ovest italiano si sono alleati nel determinare una fusione della neve straordinariamente precoce in alta quota. Alla stazione meteorologica SMI di fronte al Ghiacciaio Ciardoney (2850 m, Gran Paradiso) le immagini webcam mostrano che in corrispondenza dell'asta nivometrica il manto nevoso si è esaurito stamattina, 24 maggio. Si tratta della data più precoce non solo del breve periodo di tele-osservazione della neve da webcam (dal 2013), con un anticipo di un mese e mezzo rispetto al consueto, ma anche di tutto il trentennio in cui, dal 1992, si è svolto il bilancio di massa (non si è mai riscontrato il pianoro frontale del ghiacciaio libero dalla neve già tra fine maggio e inizio giugno). Inoltre, con ragionevole certezza l'eccezionalità si estende nel passato a un periodo molto più lungo, forse ultrasecolare, tenendo presenti i dati meteorologici di Torino che in 220 anni non hanno mai evidenziato una simile combinazione di caldo e siccità invernale-primaverile. E' possibile che alcune nevicate avvengano ancora nelle prossime settimane (è normale, a quelle quote), ma è difficile che ciò cambi radicalmente le premesse di una stagione che, anche qualora l'estate non fosse così calda, si annuncia fin da ora molto negativa per il bilancio dei ghiacciai alpini. Se poi consideriamo che i modelli di previsione stagionale dei principali centri di calcolo sono allineati nell'intravedere un periodo giugno-agosto ben più caldo della media in Europa (https://climate.copernicus.eu/charts/c3s_seasonal/) ... le probabilità di assistere a una deglaciazione massiccia nel 2022 sono molto elevate.
Ulteriori notizie dal ghiacciaio la prossima settimana, quando prevediamo di salire per la valutazione del (magro) bilancio invernale e per ripristinare la trasmissione dei dati meteo in tempo reale su http://www.n1mbus.it/moncalieri/ciardoney/ciardoney.asp.
GHIACCIAIO CIARDONEY (GRAN PARADISO):
FUSIONE DELLA NEVE STRAORDINARIAMENTE PRECOCE
Una stagione di accumulo scarsissima di nevicate e un maggio che probabilmente diverrà il più caldo in oltre due secoli al Nord-Ovest italiano si sono alleati nel determinare una fusione della neve straordinariamente precoce in alta quota. Alla stazione meteorologica SMI di fronte al Ghiacciaio Ciardoney (2850 m, Gran Paradiso) le immagini webcam mostrano che in corrispondenza dell'asta nivometrica il manto nevoso si è esaurito stamattina, 24 maggio. Si tratta della data più precoce non solo del breve periodo di tele-osservazione della neve da webcam (dal 2013), con un anticipo di un mese e mezzo rispetto al consueto, ma anche di tutto il trentennio in cui, dal 1992, si è svolto il bilancio di massa (non si è mai riscontrato il pianoro frontale del ghiacciaio libero dalla neve già tra fine maggio e inizio giugno). Inoltre, con ragionevole certezza l'eccezionalità si estende nel passato a un periodo molto più lungo, forse ultrasecolare, tenendo presenti i dati meteorologici di Torino che in 220 anni non hanno mai evidenziato una simile combinazione di caldo e siccità invernale-primaverile. E' possibile che alcune nevicate avvengano ancora nelle prossime settimane (è normale, a quelle quote), ma è difficile che ciò cambi radicalmente le premesse di una stagione che, anche qualora l'estate non fosse così calda, si annuncia fin da ora molto negativa per il bilancio dei ghiacciai alpini. Se poi consideriamo che i modelli di previsione stagionale dei principali centri di calcolo sono allineati nell'intravedere un periodo giugno-agosto ben più caldo della media in Europa (https://climate.copernicus.eu/charts/c3s_seasonal/) ... le probabilità di assistere a una deglaciazione massiccia nel 2022 sono molto elevate.
Ulteriori notizie dal ghiacciaio la prossima settimana, quando prevediamo di salire per la valutazione del (magro) bilancio invernale e per ripristinare la trasmissione dei dati meteo in tempo reale su http://www.n1mbus.it/moncalieri/ciardoney/ciardoney.asp.
- lities
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Le estati calde con zeri termici a sfiorare i 5.000 metri non sono più una novità ormai da oltre vent'anni, quello che preoccupa sono i semestri che vanno da novembre/aprile avari di precipitazioni quindi scarsi apporti nivometrici a quelle quote, quest'anno poi sarà l'accoppiata più drammatica che ci si possa aspettare.
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non so se sia meglio avere hp africano o lavate fin oltre i 3000 mt, non capisco lo stupore che continua ad aleggiare, i ghiacciai alpini sotto i 3500 metri sono destinati a sparire in breve tempo, pochi anni, non serve davvero a nulla stupirsi o descriverlo come evento caduto dal nulla quando lo si sa
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Per chi ama e frequenta assiduamente la montagna, che si sappia o meno, è sempre difficile da accettare, ed è una pugnalata al cuore.freddopungente ha scritto:non so se sia meglio avere hp africano o lavate fin oltre i 3000 mt, non capisco lo stupore che continua ad aleggiare, i ghiacciai alpini sotto i 3500 metri sono destinati a sparire in breve tempo, pochi anni, non serve davvero a nulla stupirsi o descriverlo come evento caduto dal nulla quando lo si sa
Andare a fare trekking a 2500/3000m con un sole degno della penisola del Sinai a me invece stupisce eccome
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Esatto. Che i ghiacciai siano spacciati è ormai un dato di fatto.FabriPhotoNature ha scritto:Per chi ama e frequenta assiduamente la montagna, che si sappia o meno, è sempre difficile da accettare, ed è una pugnalata al cuore.freddopungente ha scritto:non so se sia meglio avere hp africano o lavate fin oltre i 3000 mt, non capisco lo stupore che continua ad aleggiare, i ghiacciai alpini sotto i 3500 metri sono destinati a sparire in breve tempo, pochi anni, non serve davvero a nulla stupirsi o descriverlo come evento caduto dal nulla quando lo si sa
Andare a fare trekking a 2500/3000m con un sole degno della penisola del Sinai a me invece stupisce eccome
Però vedere la montagna così "stuprata" dal GW è una sofferenza continua per tutti quelli come noi che la frequentano in modo assiduo.
Sai già che incombe una condanna e non rivedrai mai più i panorami che vedevi solo un paio di decenni prima.
Uno strazio
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https://montblanc.panomax.com/cmbf
Punta Helbronner -5,8° neve.
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