Autunno 2021 - monitoriamolo
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buona domenica a tutti,
la prima metà di ottobre termina con 15 gradi di media a Torino, circa + 2 dalla norma ottobrina dell'80-2010 ( se invece calcoliamo solo le medie del 2000 in avanti allora i valori mutano, ma nessun metereologo si confronta con le medie in tempo reale). Gli ultimissimi giorni sono stati prossimi alla media (minime perfino sotto) ma considerato i primi giorni del mese (quando avevamo notturne da fine agosto e pomeriggi tardo settembrini) e le proiezini del breve e medio termine, appare chiaro che anche questo mese finirà con un discreto esubero termico da queste parti, nonostante le ingerenze orientali che però al Piemonte - e al Nordovest- hanno fatto quasi un baffo, avendo però avuto il merito di riportare le notti su valori consoni stagionali.
Ps: ieri sono arrivato al Bivacco Blais, a quasi 3000 metri di quota, in alta valsusa, sul colle d'ambin e al confine tra Italia e francia. Ebbene: sostanziale assenza di neve, a quasi metà autunno.
Eppure ci fu un tempo, molto poco distante da noi e che dal punto di vista climatologico sarebbe considerato come un battito di ciglia, in cui i libri ci parlavano di nevi perenni a 3000 metri, estate comprese.
Adesso arriviamo a metà autunno - e nulla ci fa ancora pensare che non si possa fare anche a novembre - in cui si possono raggiungere i 3000 con semplici scarpe da trekking e fare pic nic su roccia nuda.
Il tutto, in una manciata di decenni: ecco perchè sta diventando insopportabile imbattersi in negazionisti o riduzionisti i quali non capiscono, o sembrano non vogliano capire, che l'anomalia non è il cambiamento climatico in sè, cambiamento che ha sempre fatto parte della storia del pianeta Terra (ed è vero che ci sono stati periodi in cui ha fatto più caldo di adesso), ma è l'ANOMALA, ESTREMA e MAI REGISTRATA VELOCITA' con la quale sta avvenendo. E su questo, è concorde, previa decine di migliaia di articoli scientifici rigorosamente pubblicati e analizzati in un ventennio, il 95% della comunità scientifica mondiale.
Ma viviamo nell'epoca dell' "uno vale uno". E quindi vale tutto...
la prima metà di ottobre termina con 15 gradi di media a Torino, circa + 2 dalla norma ottobrina dell'80-2010 ( se invece calcoliamo solo le medie del 2000 in avanti allora i valori mutano, ma nessun metereologo si confronta con le medie in tempo reale). Gli ultimissimi giorni sono stati prossimi alla media (minime perfino sotto) ma considerato i primi giorni del mese (quando avevamo notturne da fine agosto e pomeriggi tardo settembrini) e le proiezini del breve e medio termine, appare chiaro che anche questo mese finirà con un discreto esubero termico da queste parti, nonostante le ingerenze orientali che però al Piemonte - e al Nordovest- hanno fatto quasi un baffo, avendo però avuto il merito di riportare le notti su valori consoni stagionali.
Ps: ieri sono arrivato al Bivacco Blais, a quasi 3000 metri di quota, in alta valsusa, sul colle d'ambin e al confine tra Italia e francia. Ebbene: sostanziale assenza di neve, a quasi metà autunno.
Eppure ci fu un tempo, molto poco distante da noi e che dal punto di vista climatologico sarebbe considerato come un battito di ciglia, in cui i libri ci parlavano di nevi perenni a 3000 metri, estate comprese.
Adesso arriviamo a metà autunno - e nulla ci fa ancora pensare che non si possa fare anche a novembre - in cui si possono raggiungere i 3000 con semplici scarpe da trekking e fare pic nic su roccia nuda.
Il tutto, in una manciata di decenni: ecco perchè sta diventando insopportabile imbattersi in negazionisti o riduzionisti i quali non capiscono, o sembrano non vogliano capire, che l'anomalia non è il cambiamento climatico in sè, cambiamento che ha sempre fatto parte della storia del pianeta Terra (ed è vero che ci sono stati periodi in cui ha fatto più caldo di adesso), ma è l'ANOMALA, ESTREMA e MAI REGISTRATA VELOCITA' con la quale sta avvenendo. E su questo, è concorde, previa decine di migliaia di articoli scientifici rigorosamente pubblicati e analizzati in un ventennio, il 95% della comunità scientifica mondiale.
Ma viviamo nell'epoca dell' "uno vale uno". E quindi vale tutto...
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Che il nord abbisogna delle irruzioni da est con successivo cuscino gelido per avere nevicate è una leggenda metropolitana; al nord può benissimo nevicare senza nessuna irruzione gelida da est precedente. Certo, se c’è il cuscino gelido post est tanto meglio, ma non è assolutamente condizione necessaria. Cosa che sono le precipitazioni, che con l’est sono nulle e che nel dopo non sono di certo sicure, come dimostrano ampiamente gli ultimi 10 inverni.picchio70 ha scritto:Mah, non sono d'accordo, bisognerebbe fare tante specifiche quando si parla di est.Supergelo ha scritto:Certo, so bene che non esiste un pattern buono per tutto il paese contemporaneamente, però c'è ne sono di più utili e di meno, con l'est, diciamo leggero ( non buran o ondate con la - 15 ) ne traggono benefici circa 6/7 regioni, quindi il 30% del paese, quindi dire è utile è un pò una boiata perchè l'est è garanzia poi di un periodo di hp medio lungo, quindi anche gli eventuali benefici tratti da alcune zone vanno poi a farsi benedire, poi oh questa è hna mia impressionepicchio70 ha scritto: Certamente nei mesi di ottobre e novembre "dovrebbero" essere le Alpi
a ricevere un buon innevamento, utile per il fondo stagionale.
L'est non è poco utile a livello nazionale, ma lo è per il nord e medio
alto Tirreno. La nazione comprende anche il centro sud.
Forse si è abituati al fatto che negli ultimi anni l'est fa binomio con strisciata, ma non è così.
Stesso discorso per le saccature da ovest incagliate al nord, quante regioni beneficiano
di precipitazioni? Di più delle strisciate? Non direi, la matematica non è un opinione.
Altro discorso se parliamo di configurazioni con caratteristiche evolutive, questo vale
per l'ovest e per l'est, entrate dalla Carcassonne, ciclogenesi ligure, poi evoluzione della lp
verso il medio basso tirreno... tanto di cappello, che in inverno richiamerebbe poi aria fredda
presente ad est(quando i Balcani erano freddi) e la lp moriva verso lo Ionio/Grecia.
Ma anche l'est può avere le stesse caratteristiche, non le strisciate, e mi spiego.
Entrata decisa fino al Tirreno e ciclogenesi che coinvolgerebbe tutto il centro sud, al nord
deposito dell'aria gelida dopo l'eventuale effetto favonico, radice rotta ed ingresso successivo dell'aria atlantica con copiose nevicate anche lì dove erano precedentemente
mancate. Quindi il discorso delle strisciate vale tanto quanto i richiami sciroccali non evolutivi. Detto questo le regioni si possono contare e non mi sembrano 6 o 7
Senza contare che l'est può passare anche alto....
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Ciao, ma di fatti la diatriba non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nordMetropolis ha scritto:Che il nord abbisogna delle irruzioni da est con successivo cuscino gelido per avere nevicate è una leggenda metropolitana; al nord può benissimo nevicare senza nessuna irruzione gelida da est precedente. Certo, se c’è il cuscino gelido post est tanto meglio, ma non è assolutamente condizione necessaria. Cosa che sono le precipitazioni, che con l’est sono nulle e che nel dopo non sono di certo sicure, come dimostrano ampiamente gli ultimi 10 inverni.picchio70 ha scritto:Mah, non sono d'accordo, bisognerebbe fare tante specifiche quando si parla di est.Supergelo ha scritto: Certo, so bene che non esiste un pattern buono per tutto il paese contemporaneamente, però c'è ne sono di più utili e di meno, con l'est, diciamo leggero ( non buran o ondate con la - 15 ) ne traggono benefici circa 6/7 regioni, quindi il 30% del paese, quindi dire è utile è un pò una boiata perchè l'est è garanzia poi di un periodo di hp medio lungo, quindi anche gli eventuali benefici tratti da alcune zone vanno poi a farsi benedire, poi oh questa è hna mia impressione
Forse si è abituati al fatto che negli ultimi anni l'est fa binomio con strisciata, ma non è così.
Stesso discorso per le saccature da ovest incagliate al nord, quante regioni beneficiano
di precipitazioni? Di più delle strisciate? Non direi, la matematica non è un opinione.
Altro discorso se parliamo di configurazioni con caratteristiche evolutive, questo vale
per l'ovest e per l'est, entrate dalla Carcassonne, ciclogenesi ligure, poi evoluzione della lp
verso il medio basso tirreno... tanto di cappello, che in inverno richiamerebbe poi aria fredda
presente ad est(quando i Balcani erano freddi) e la lp moriva verso lo Ionio/Grecia.
Ma anche l'est può avere le stesse caratteristiche, non le strisciate, e mi spiego.
Entrata decisa fino al Tirreno e ciclogenesi che coinvolgerebbe tutto il centro sud, al nord
deposito dell'aria gelida dopo l'eventuale effetto favonico, radice rotta ed ingresso successivo dell'aria atlantica con copiose nevicate anche lì dove erano precedentemente
mancate. Quindi il discorso delle strisciate vale tanto quanto i richiami sciroccali non evolutivi. Detto questo le regioni si possono contare e non mi sembrano 6 o 7
Senza contare che l'est può passare anche alto....
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi.
Basterebbe contare le nevicate Milanesi nell'ultimo
ventennio e confrontarle con quelle verificatesi tra il '60 -'90
Ultima modifica di picchio70 il dom ott 17, 2021 12:06 pm, modificato 1 volta in totale.
Concordo con ciò che vuoi dire riguardo all’utilità delle configurazioni(che è sbagliato considerare inutile a priori). Per quanto riguarda il cuscino padano invece non sono pienamente d’accordo, in quanto anche adesso con isoterme non freddissime e un po’ di favonio freddo qualche giorno prima ci possono essere ancora belle nevicate asciutte(tipo il 28 dicembre scorso anche a Milano città con la sua enorme isola di calore) almeno per la pianura ad ovest dell’Adda.picchio70 ha scritto: Ciao, ma di fatti la diatribe non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nord
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi.
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Chi meglio di voi lo può sapere visto che ci vivete.airsnow ha scritto:Concordo con ciò che vuoi dire riguardo all’utilità delle configurazioni(che è sbagliato considerare inutile a priori). Per quanto riguarda il cuscino padano invece non sono pienamente d’accordo, in quanto anche adesso con isoterme non freddissime e un po’ di favonio freddo qualche giorno prima ci possono essere ancora belle nevicate asciutte(tipo il 28 dicembre scorso anche a Milano città con la sua enorme isola di calore) almeno per la pianura ad ovest dell’Adda.picchio70 ha scritto: Ciao, ma di fatti la diatribe non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nord
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi.
A me pare che ci sia un enorme difficoltà
di avere temp atte a nevicate asciutte, anche leggendo i vs now casting.
Io non ho scritto che in p.p. non sia più possibile avere nevicate
da cuscinetto senza irruzioni gelide ma che certamente queste condizioni
sono notevolmente diminuite, lasciando tante località al limite tra pioggia/neve.
Il problema più che altro risiede nell’assenza di dinamicità invernale(che ha caratterizzato quasi tutto il decennio 2010-2020). Quante volte ci sono stati cuscini ottimi in tutti questi anni senza poi avere perturbazioni ? Un sacco. Quante volte sono stati sfruttati ? Praticamente quasi mai(se non per precipitazioni scarse che ovviamente erodono molto più velocemente il cuscino), questo perché il pattern per quasi tutto il decennio precedente è stato caratterizzato da un hp troppo addossata ad ovest. Soltanto lo scorso inverno dopo parecchio tempo si sono riviste configurazioni che una volta erano tipiche dello scacchiere barico europeo e infatti dopo diversi anni città come Milano ma sopratutto Madrid hanno rivisto finalmente una buona dose di neve.picchio70 ha scritto:Chi meglio di voi lo può sapere visto che ci vivete.airsnow ha scritto:Concordo con ciò che vuoi dire riguardo all’utilità delle configurazioni(che è sbagliato considerare inutile a priori). Per quanto riguarda il cuscino padano invece non sono pienamente d’accordo, in quanto anche adesso con isoterme non freddissime e un po’ di favonio freddo qualche giorno prima ci possono essere ancora belle nevicate asciutte(tipo il 28 dicembre scorso anche a Milano città con la sua enorme isola di calore) almeno per la pianura ad ovest dell’Adda.picchio70 ha scritto: Ciao, ma di fatti la diatribe non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nord
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi.
A me pare che ci sia un enorme difficoltà
di avere temp atte a nevicate asciutte, anche leggendo i vs now casting.
Io non ho scritto che in p.p. non sia più possibile avere nevicate
da cuscinetto senza irruzioni gelide ma che certamente queste condizioni
sono notevolmente diminuite, lasciando tante località al limite tra pioggia/neve.
Buona domenica fiöeu...dalle mie lande (ormai da quasi 2 settimane) ben poco da segnalare; sole e hp a nastro, solo timide foschie di prima mattina e qualche minima decente (oggi 5)...nel pomeriggio o' sole devasta tutto e termometri a 17/18...ieri prima sortita fungaiola, nulla totale e boschi troppo asciutti, no good...
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Neanche 30-40-50 anni fa ogni passaggio perturbato al nord era una nevicata garantita, altrimenti più che PP era il Canada, diciamo che una volta su 10 perturbazioni 6/7 erano nevose, ora su 10 lo sono 4/5. Il vero motivo della diminuzione delle nevicate è il costante aumento dei geopotenziali su Europa Occidentale che inibisce qualsiasi tipo di precipotazione. Nessuno dice che ci siano configurazioni inutili, ma se per i 100 giorni invernali le uniche configurazioni a parte l’HP sono le staffilate orientali, capisci anche tu che il discorso diventa monotematico. Il problema non sono le configurazioni in se ma la persistenza di sinottiche che si reiterano uguali per settimane o mesi.picchio70 ha scritto:Ciao, ma di fatti la diatriba non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nordMetropolis ha scritto:Che il nord abbisogna delle irruzioni da est con successivo cuscino gelido per avere nevicate è una leggenda metropolitana; al nord può benissimo nevicare senza nessuna irruzione gelida da est precedente. Certo, se c’è il cuscino gelido post est tanto meglio, ma non è assolutamente condizione necessaria. Cosa che sono le precipitazioni, che con l’est sono nulle e che nel dopo non sono di certo sicure, come dimostrano ampiamente gli ultimi 10 inverni.picchio70 ha scritto: Mah, non sono d'accordo, bisognerebbe fare tante specifiche quando si parla di est.
Forse si è abituati al fatto che negli ultimi anni l'est fa binomio con strisciata, ma non è così.
Stesso discorso per le saccature da ovest incagliate al nord, quante regioni beneficiano
di precipitazioni? Di più delle strisciate? Non direi, la matematica non è un opinione.
Altro discorso se parliamo di configurazioni con caratteristiche evolutive, questo vale
per l'ovest e per l'est, entrate dalla Carcassonne, ciclogenesi ligure, poi evoluzione della lp
verso il medio basso tirreno... tanto di cappello, che in inverno richiamerebbe poi aria fredda
presente ad est(quando i Balcani erano freddi) e la lp moriva verso lo Ionio/Grecia.
Ma anche l'est può avere le stesse caratteristiche, non le strisciate, e mi spiego.
Entrata decisa fino al Tirreno e ciclogenesi che coinvolgerebbe tutto il centro sud, al nord
deposito dell'aria gelida dopo l'eventuale effetto favonico, radice rotta ed ingresso successivo dell'aria atlantica con copiose nevicate anche lì dove erano precedentemente
mancate. Quindi il discorso delle strisciate vale tanto quanto i richiami sciroccali non evolutivi. Detto questo le regioni si possono contare e non mi sembrano 6 o 7
Senza contare che l'est può passare anche alto....
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi.
Basterebbe contare le nevicate Milanesi nell'ultimo
ventennio e confrontarle con quelle verificatesi tra il '60 -'90
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Queste cose io l'ho sempre scritte e non posso che concordare, la monotoniaMetropolis ha scritto:Neanche 30-40-50 anni fa ogni passaggio perturbato al nord era una nevicata garantita, altrimenti più che PP era il Canada, diciamo che una volta su 10 perturbazioni 6/7 erano nevose, ora su 10 lo sono 4/5. Il vero motivo della diminuzione delle nevicate è il costante aumento dei geopotenziali su Europa Occidentale che inibisce qualsiasi tipo di precipotazione. Nessuno dice che ci siano configurazioni inutili, ma se per i 100 giorni invernali le uniche configurazioni a parte l’HP sono le staffilate orientali, capisci anche tu che il discorso diventa monotematico. Il problema non sono le configurazioni in se ma la persistenza di sinottiche che si reiterano uguali per settimane o mesi.picchio70 ha scritto: Ciao, ma di fatti la diatriba non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nord
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi
e l'instaurarsi di un pattern prolungato è il vero problema.
Però questo è un altro discorso, che non c'entra con l'utilità o meno di certe configurazioni
classificandole come inutili sul piano nazionale, quando non è così, ma non perché lo dico io, ma i numeri. Poi magari divento agli occhi di qualcuno poco credibile in quanto Adriatico,
ma non è assolutamente così, io sono per pane al pane e vino al vino.
Ad onor del vero io non ho mai scritto che prima nevicasse sempre,
io penso, sempre al netto del naso pressorio, cioè esulando dal numero
di perturbazioni che riescono ad entrare, che a parità di condizioni col passato
il limite delle nevicate si sia notevolmente alzato.
Poi se mi dite che il problema della diminuzione delle nevicate al piano
sia da attribuire esclusivamente alla riduzione degli ingressi proficui,
alzo le mani.
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Quindi i dati di questa carta non sono veritieri?fanskorn ha scritto:Picchio capisco che carta canta, ma credimi che dal vivo la situazione è ben diversa. L immagine postata nello specifico è l isola d elba. Fossrro davvero 20 gradi non sarebbe così
Io su un altro sito nazionale vedo che la temperatura in assoluto più alta in Toscana è 23.0° a Massa Marittima (gr), e quasi ovunque le minime sono sotto i 10°, tranne qualche tratto di costa e le isole dell'Arcipelago, proprio temperature pienamente estive eh...
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È l'effetto combinato : sensibile calo delle perturbazioni proficue per forte aumento dei geopotenziali sul.mediterraneo ed Europa occidentale e aumento delle temperature medie.picchio70 ha scritto:Queste cose io l'ho sempre scritte e non posso che concordare, la monotoniaMetropolis ha scritto:Neanche 30-40-50 anni fa ogni passaggio perturbato al nord era una nevicata garantita, altrimenti più che PP era il Canada, diciamo che una volta su 10 perturbazioni 6/7 erano nevose, ora su 10 lo sono 4/5. Il vero motivo della diminuzione delle nevicate è il costante aumento dei geopotenziali su Europa Occidentale che inibisce qualsiasi tipo di precipotazione. Nessuno dice che ci siano configurazioni inutili, ma se per i 100 giorni invernali le uniche configurazioni a parte l’HP sono le staffilate orientali, capisci anche tu che il discorso diventa monotematico. Il problema non sono le configurazioni in se ma la persistenza di sinottiche che si reiterano uguali per settimane o mesi.picchio70 ha scritto: Ciao, ma di fatti la diatriba non nasce per stabilire cosa sia meglio per il nord
o per il sud, ma sull'utilità o meno di certe sinottiche utilizzando
e generalizzando col termine "nazionale".
Rispondendo invece alle tue considerazioni, gli ultimi 20 inverni ci dicono
che le condizioni termiche e di auto-riproduzione del cuscino freddo padano,
sono mutate e non più sufficienti a produrre nevicate misurabili col metro rigido,
a meno di termiche ampiamente negative in entrata o di una sedimentazione gelida
precedente. Quindi, mediamente, le condizioni che permettevano la neve al piano, sono mutate e non più sufficienti col gap termico instauratosi
e l'instaurarsi di un pattern prolungato è il vero problema.
Però questo è un altro discorso, che non c'entra con l'utilità o meno di certe configurazioni
classificandole come inutili sul piano nazionale, quando non è così, ma non perché lo dico io, ma i numeri. Poi magari divento agli occhi di qualcuno poco credibile in quanto Adriatico,
ma non è assolutamente così, io sono per pane al pane e vino al vino.
Ad onor del vero io non ho mai scritto che prima nevicasse sempre,
io penso, sempre al netto del naso pressorio, cioè esulando dal numero
di perturbazioni che riescono ad entrare, che a parità di condizioni col passato
il limite delle nevicate si sia notevolmente alzato.
Poi se mi dite che il problema della diminuzione delle nevicate al piano
sia da attribuire esclusivamente alla riduzione degli ingressi proficui,
alzo le mani.
Risultato: la maggior parte dei fronti invernali in pianura padana oramai partorisce solo pioggia, con una proporzione ( mediana) che va da 8/9 piovose - su 10 - a nord est e 7/8 a nordovest. A Torino il crollo è stato perfino " drammatico", ai limiti del caso unico a livello internazionale ( cambiamento rapidissimo e quasi inspiegabile).
Esistono però alcune isole relativamente felici, padane o subpadane, ove la probabilità nevosa è sì diminuita ma meno rispetto ad altre aree:
piane subcollinari piemontesi in prossimità di langhe e roero;
piane subappenniniche non distanti dal confine piemonte/liguria;
Piacentino;
Varesotto occidentale e settentrionale
Naturalmente, il tutto al netto di annate o configurazioni particolari
Ultima modifica di InvernoPerfetto il dom ott 17, 2021 4:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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17/18° sono una massima normale per metà ottobre, niente di devastante, per le piogge, che comunque sono state abbondanti in prima decade, attendiamo ancora qualche giorno.Scighèra ha scritto:Buona domenica fiöeu...dalle mie lande (ormai da quasi 2 settimane) ben poco da segnalare; sole e hp a nastro, solo timide foschie di prima mattina e qualche minima decente (oggi 5)...nel pomeriggio o' sole devasta tutto e termometri a 17/18...ieri prima sortita fungaiola, nulla totale e boschi troppo asciutti, no good...
Abbiamo passato due settimane con temperature nella media o anche leggermente sotto e da alcuni racconti sembra veramente di essere rimasti due mesi indietro, bah...