Sì Giuliano.. le fanno tutti gli anni verso la fine di maggio. Al momento non ho il link. Ma se non ricordo male andando anche sulla pagina Facebook del parco, e scorrendo indietro, sì dovrebbe trovare il link. Se lo trovo lo postoGiulianoPhoto ha scritto:Hanno già fatto le misurazioni? hai il link? grazie FabriFabriPhotoNature ha scritto:
Sul sito del Parco ci sono tutte le misure... Se non ricordo male, la stagione 2020-21, non ha avuto grosse predite rispetto all'anno precedente, nonostante l'innveamento non sia stato il massimo
Nel frattempo, aspettando il bilancio di Nimbus il Ciardoney è ridotto così.. praticamente è quasi scomparso
https://webcam.erre-elle.net/ciardoney/ciardoney.jpg
Situazione innevamento sulle Alpi
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EccoloFabriPhotoNature ha scritto:Sì Giuliano.. le fanno tutti gli anni verso la fine di maggio. Al momento non ho il link. Ma se non ricordo male andando anche sulla pagina Facebook del parco, e scorrendo indietro, sì dovrebbe trovare il link. Se lo trovo lo postoGiulianoPhoto ha scritto:Hanno già fatto le misurazioni? hai il link? grazie FabriFabriPhotoNature ha scritto:
Sul sito del Parco ci sono tutte le misure... Se non ricordo male, la stagione 2020-21, non ha avuto grosse predite rispetto all'anno precedente, nonostante l'innveamento non sia stato il massimo
Nel frattempo, aspettando il bilancio di Nimbus il Ciardoney è ridotto così.. praticamente è quasi scomparso
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http://www.pngp.it/notizie/ghiacciaio-d ... v-Vz_tv5oY
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Bene è rientrata in fuzione la webcam, quindi presumibilmente hanno fatto i rilievi del ghiacciaio ed hanno ripristinato la funzionalità della web.GiulianoPhoto ha scritto:Hanno già fatto le misurazioni? hai il link? grazie FabriFabriPhotoNature ha scritto:
Sul sito del Parco ci sono tutte le misure... Se non ricordo male, la stagione 2020-21, non ha avuto grosse predite rispetto all'anno precedente, nonostante l'innveamento non sia stato il massimo
Nel frattempo, aspettando il bilancio di Nimbus il Ciardoney è ridotto così.. praticamente è quasi scomparso
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Come di consueto arriva il bilancio del ghiacciaio Ciardoney
Riassumo brevemente lo scritto di Luca Mercalli.
TRENTESIMO BILANCIO DI MASSA AL GHIACCIAIO CIARDONEY,
GRAN PARADISO (1992-2021):
FORTE REGRESSO, UN'ALTRA PESSIMA STAGIONE
TRA SCARSA NEVE INVERNALE ED ESTATE LUNGA E CALDA
Si è trattato del 30° bilancio di massa di una serie ininterrotta avviata nell'anno idrologico 1991-92, che presto permetterà al Ciardoney di entrare nell'elenco internazionale dei ghiacciai campione del World Glacier Monitoring Service di Zurigo, al quale peraltro da sempre vengono trasmessi annualmente i dati di bilancio per la compilazione del Global Glacier Change Bulletin.
13 settembre 2021: il settore mediano-superiore del Ghiacciaio Ciardoney ripreso dall'elicottero. Il caldo estivo (benché temporaneamente attenuato da un luglio più "atlantico" e temporalesco) ha fuso tutto lo scarso innevamento invernale lasciando l'intera superficie glaciale in balia della radiazione solare. Irrilevanti placche di nevato sopravvivevano solo nelle zone più ombrose sotto la Piccola Uja di Ciardoney (in alto a sinistra nell'immagine).
A dispetto della diffusa sensazione di un'estate "sotto tono", dovuta unicamente ad alcune settimane più nuvolose e meno calde tra fine giugno e inizio agosto, i calori dell'estate 2021 - non estremi ma pur sempre marcati e prolungati - hanno avuto modo di fondere completamente il modesto innevamento dell'inverno 2020-21, pertanto il 13 settembre tutta la superficie del ghiacciaio appariva spoglia di neve, annerita dal detrito e con fusione ancora molto attiva.
Peraltro, durante l'estate una sola modesta nevicata (probabilmente meno di 5 cm) ha imbiancato il ghiacciaio nel tardo pomeriggio dell'8 luglio 2021 (con Tmin 0,3 °C), per il resto la fusione ha proseguito con intensità varia, solo rallentata dalla maggiore copertura nuvolosa di luglio e da una breve fase fresca a fine agosto, e accelerata dal caldo intenso della seconda decade di agosto che ha agito su un ghiacciaio ormai quasi tutto "scoperto".
Inoltre, tra metà giugno e metà settembre 2021 solo in due occasioni la temperatura dell'aria ai 2850 m della stazione meteorologica è scesa brevemente sotto 0 °C:
il 14 luglio (Tmin -1,8 °C) e il 29 agosto (Tmin -0.1 °C).
Rispetto al 17 settembre 2020, le perdite di spessore glaciale alle cinque paline ablatometriche erano le seguenti:
sito n. 1: -78 cm
sito n. 2: -155 cm
sito n. 3: -224 cm
sito n. 4: -202 cm
sito n. 6: -205 cm
(l'originario sito n. 5 non è più monitorato da svariati anni)
Tali perdite, tradotte in acqua equivalente e riferite alle aree di pertinenza di ciascuna palina, corrispondono a un bilancio di massa complessivo di -1,33 m, peggiore di quello del precedente anno idrologico (2019-20, -0,78 m), e nella media dello sfavorevole trentennio di osservazioni.
In termini volumetrici, si tratta di una perdita netta pari a circa 680.000 m3 di acqua in un anno, l'equivalente di circa 270 piscine olimpiche.
A contribuire alla rapida fusione della neve (e di conseguenza alla precoce esposizione del ghiaccio sottostante alla radiazione solare) è probabile che abbiano contribuito anche le ripetute deposizioni di polvere sahariana del periodo febbraio-aprile 2021.
Dunque un'altra annata pessima, ulteriore conferma di una rapida e massiccia deglaciazione che, anche in assenza di ulteriore riscaldamento atmosferico (peraltro previsto da tutti i modelli climatici), potrebbe portare all'estinzione quasi completa del ghiacciaio nel volgere di un ventennio o poco più, tenendo presente che il suo spessore medio misurato tramite georadar nel settembre 2015 ammontava (all'epoca) a 21 m.
L'estate è risultata più calda del dovuto in quasi tutto il continente, soprattutto tra Islanda, Scozia e Scandinavia (scarti dalla norma fino a +3 °C), ma - seppure con anomalie più moderate (tra +0,5 e +1 °C) - anche sulle Alpi, contribuendo, insieme allo scarso innevamento invernale, alle perdite di massa sulle Alpi occidentali (su quelle orientali si prospetta invece una stagione meno negativa quanto a bilanci di massa, grazie allo straordinario innevamento invernale-primaverile). Localmente più fresco invece in Europa occidentale, dove hanno maggiormente insistito le depressioni atlantiche (Fonte: ESRL-NOAA).
Il regresso frontale di ben 23,5 m rilevato al segnale A4F (direzione di misura 245°)
è il più marcato dal 2015, e porta il ritiro totale in mezzo secolo a sfiorare i 500 m !
Riassumo brevemente lo scritto di Luca Mercalli.
TRENTESIMO BILANCIO DI MASSA AL GHIACCIAIO CIARDONEY,
GRAN PARADISO (1992-2021):
FORTE REGRESSO, UN'ALTRA PESSIMA STAGIONE
TRA SCARSA NEVE INVERNALE ED ESTATE LUNGA E CALDA
Si è trattato del 30° bilancio di massa di una serie ininterrotta avviata nell'anno idrologico 1991-92, che presto permetterà al Ciardoney di entrare nell'elenco internazionale dei ghiacciai campione del World Glacier Monitoring Service di Zurigo, al quale peraltro da sempre vengono trasmessi annualmente i dati di bilancio per la compilazione del Global Glacier Change Bulletin.
13 settembre 2021: il settore mediano-superiore del Ghiacciaio Ciardoney ripreso dall'elicottero. Il caldo estivo (benché temporaneamente attenuato da un luglio più "atlantico" e temporalesco) ha fuso tutto lo scarso innevamento invernale lasciando l'intera superficie glaciale in balia della radiazione solare. Irrilevanti placche di nevato sopravvivevano solo nelle zone più ombrose sotto la Piccola Uja di Ciardoney (in alto a sinistra nell'immagine).
A dispetto della diffusa sensazione di un'estate "sotto tono", dovuta unicamente ad alcune settimane più nuvolose e meno calde tra fine giugno e inizio agosto, i calori dell'estate 2021 - non estremi ma pur sempre marcati e prolungati - hanno avuto modo di fondere completamente il modesto innevamento dell'inverno 2020-21, pertanto il 13 settembre tutta la superficie del ghiacciaio appariva spoglia di neve, annerita dal detrito e con fusione ancora molto attiva.
Peraltro, durante l'estate una sola modesta nevicata (probabilmente meno di 5 cm) ha imbiancato il ghiacciaio nel tardo pomeriggio dell'8 luglio 2021 (con Tmin 0,3 °C), per il resto la fusione ha proseguito con intensità varia, solo rallentata dalla maggiore copertura nuvolosa di luglio e da una breve fase fresca a fine agosto, e accelerata dal caldo intenso della seconda decade di agosto che ha agito su un ghiacciaio ormai quasi tutto "scoperto".
Inoltre, tra metà giugno e metà settembre 2021 solo in due occasioni la temperatura dell'aria ai 2850 m della stazione meteorologica è scesa brevemente sotto 0 °C:
il 14 luglio (Tmin -1,8 °C) e il 29 agosto (Tmin -0.1 °C).
Rispetto al 17 settembre 2020, le perdite di spessore glaciale alle cinque paline ablatometriche erano le seguenti:
sito n. 1: -78 cm
sito n. 2: -155 cm
sito n. 3: -224 cm
sito n. 4: -202 cm
sito n. 6: -205 cm
(l'originario sito n. 5 non è più monitorato da svariati anni)
Tali perdite, tradotte in acqua equivalente e riferite alle aree di pertinenza di ciascuna palina, corrispondono a un bilancio di massa complessivo di -1,33 m, peggiore di quello del precedente anno idrologico (2019-20, -0,78 m), e nella media dello sfavorevole trentennio di osservazioni.
In termini volumetrici, si tratta di una perdita netta pari a circa 680.000 m3 di acqua in un anno, l'equivalente di circa 270 piscine olimpiche.
A contribuire alla rapida fusione della neve (e di conseguenza alla precoce esposizione del ghiaccio sottostante alla radiazione solare) è probabile che abbiano contribuito anche le ripetute deposizioni di polvere sahariana del periodo febbraio-aprile 2021.
Dunque un'altra annata pessima, ulteriore conferma di una rapida e massiccia deglaciazione che, anche in assenza di ulteriore riscaldamento atmosferico (peraltro previsto da tutti i modelli climatici), potrebbe portare all'estinzione quasi completa del ghiacciaio nel volgere di un ventennio o poco più, tenendo presente che il suo spessore medio misurato tramite georadar nel settembre 2015 ammontava (all'epoca) a 21 m.
L'estate è risultata più calda del dovuto in quasi tutto il continente, soprattutto tra Islanda, Scozia e Scandinavia (scarti dalla norma fino a +3 °C), ma - seppure con anomalie più moderate (tra +0,5 e +1 °C) - anche sulle Alpi, contribuendo, insieme allo scarso innevamento invernale, alle perdite di massa sulle Alpi occidentali (su quelle orientali si prospetta invece una stagione meno negativa quanto a bilanci di massa, grazie allo straordinario innevamento invernale-primaverile). Localmente più fresco invece in Europa occidentale, dove hanno maggiormente insistito le depressioni atlantiche (Fonte: ESRL-NOAA).
Il regresso frontale di ben 23,5 m rilevato al segnale A4F (direzione di misura 245°)
è il più marcato dal 2015, e porta il ritiro totale in mezzo secolo a sfiorare i 500 m !
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Estate che, quello che non ha dato a luglio (in media 81/10), l'ha dato nei primi 15 giorni di Settembre...con forte sopra media di 3 gradi, praticamente un altro agosto.
Magra consolazione: estate calda si ma con scarti medi intorno al mezzo grado positivo dalle medie, poteva andare molto molto peggio visti i tempi del ncc per chiamarla all'invernoperfetto, ma ci sarà tempo nelle prossime stagioni, ahimè...
Magra consolazione: estate calda si ma con scarti medi intorno al mezzo grado positivo dalle medie, poteva andare molto molto peggio visti i tempi del ncc per chiamarla all'invernoperfetto, ma ci sarà tempo nelle prossime stagioni, ahimè...
Ultima modifica di lities il mer set 15, 2021 9:29 am, modificato 1 volta in totale.
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Purtroppo le nostre Alpi Occidentali sono sempre le più esposte all' hp africano, con asse di risalite che ci penalizzano costantemente. Con uno zero termico pressoché stabile sulle soglia, e molto spesso oltre, dei 4000, da maggio a settembre e ottobre, i nostri "relitti" avranno ancora pochi anni di vita.
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Buongiorno!!Stazionario,come citi tu grazie alla forte nevosita' ma non solo di questo anno.Su internet dovresti trovare I dati di R.R.Colucci (mi scuso se lo nomino)monitora la situazione al N.E.Persona super competente!!!!GiulianoPhoto ha scritto:Sarebbe interessante sapere com'è andata la stagione di ablazione sul comparto alpino orientale che ha beneficiato di un inverno notevolmente nevoso..
Mi viene da pensare che oltre all'aumento termico diffuso, in Piemonte s'è avuta una netta diminuzione delle precipitazioni, altrove anche se in modo irregolare a fine anno ci sono sempre gli stessi mm per la regione Piemonte il livello si è dimezzato, ovvio mettici lo zt fisso a 4000m per 5 mesi l'anno per forza i ghiacciai si sciolgono, forse per ora si salva ancora il monte Bianco e il Rosa ma giusto perché superano i 4000m.
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Buonasera!!I Ghiacciai marini per la loro conservazione e fondamentale la forte nevosita,per quelli continentali il gelo questo dovuto alla meno nevosita'.valerio75 ha scritto:Mi viene da pensare che oltre all'aumento termico diffuso, in Piemonte s'è avuta una netta diminuzione delle precipitazioni, altrove anche se in modo irregolare a fine anno ci sono sempre gli stessi mm per la regione Piemonte il livello si è dimezzato, ovvio mettici lo zt fisso a 4000m per 5 mesi l'anno per forza i ghiacciai si sciolgono, forse per ora si salva ancora il monte Bianco e il Rosa ma giusto perché superano i 4000m.
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Quello che sta mancando negli ultimi anni sono le dinamiche circolatorie che permettono ai minimi depressionari di stazionare sul golfo del Leone o Biscaglia con movimento verso il mediterraneo centrale. Quelle sono le configurazioni che portano precipitazioni copiose e insistenti sul Piemonte occidentale, compresa la neve in montagna seria.valerio75 ha scritto:Mi viene da pensare che oltre all'aumento termico diffuso, in Piemonte s'è avuta una netta diminuzione delle precipitazioni, altrove anche se in modo irregolare a fine anno ci sono sempre gli stessi mm per la regione Piemonte il livello si è dimezzato, ovvio mettici lo zt fisso a 4000m per 5 mesi l'anno per forza i ghiacciai si sciolgono, forse per ora si salva ancora il monte Bianco e il Rosa ma giusto perché superano i 4000m.
Da novembre 2019 in particolare le perturbazioni hanno seguito sempre la stessa dinamica con movimento troppo alto e strozzato apportando incessantemente libeccio e sottovento per i comparti alpini che ho menzionato. il 2020 qui ha chiuso con appena 550mm di pioggia, interamente concentrata in 3 o 4 eventi bruschi tra primavera ed estate.
Resta da capire, facendo una più attenta analisi sinottica e delle meccaniche climatiche su larga scala, quali possano essere i problemi di questa cronicità delle correnti.
Probabilmente è imputabile molto direttamente allo spostamento verso nord della Cella di Hadley aizzata dal cambiamento climatico in atto. Questo in futuro potrebbe portare a un inaridimento del centro sud italiano, ma anche del Nord Ovest.
Aggiungo che è altresì probabile che il clima del Piemonte nei prossimi decenni passi da subcontinentale oceanico-temperato a prettamente subcontinentale mediterraneo con inverni moderatamente freddi ma brevi e tanto secchi. Del resto già ora gli ulivi e altre colture mediterranee prosperano senza problemi fino a 600/700m cosa che qualche decennio fa era impensabile
- Monesimo88
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- Località: varazze (Sv) 10 m.s.l.m
Riporto post precedente.
Rispetto al 17 settembre 2020, le perdite di spessore glaciale alle cinque paline ablatometriche erano le seguenti:
sito n. 1: -78 cm
sito n. 2: -155 cm
sito n. 3: -224 cm
sito n. 4: -202 cm
sito n. 6: -205 cm
Mi viene da pensare che, per salvare i ghiacciai, siano necessarie estati 'umane' e non intervalli Ottobre-Maggio abbastanza nevosi.
Il 2020 ha conosciuto una terribile siccità invernale e primaverile, ma se oggi siamo 1-2 metri sotto il 2020, vuol dire che la colpa è dell'Estate troppo calda!
Rispetto al 17 settembre 2020, le perdite di spessore glaciale alle cinque paline ablatometriche erano le seguenti:
sito n. 1: -78 cm
sito n. 2: -155 cm
sito n. 3: -224 cm
sito n. 4: -202 cm
sito n. 6: -205 cm
Mi viene da pensare che, per salvare i ghiacciai, siano necessarie estati 'umane' e non intervalli Ottobre-Maggio abbastanza nevosi.
Il 2020 ha conosciuto una terribile siccità invernale e primaverile, ma se oggi siamo 1-2 metri sotto il 2020, vuol dire che la colpa è dell'Estate troppo calda!