Mutazione climatica conclamata

Discussioni meteorologiche sul tempo previsto nei prossimi giorni ma anche climatologia e discussioni sui run dei vari modelli: è la stanza principale, quella più affollata e seguita.

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ulisse55
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Messaggio da ulisse55 »

NemboKi ha scritto:
ulisse55 ha scritto:
NemboKi ha scritto: Vedi caro"the hurricane" tutti abbiamo da imparare da tutti. Quindi la verità non è un qualcosa che puoi trovare circoscritta nella persona che ritiene di essere titolata a distribuirla agli altri . Il senso di questo concetto non esclude che qualcuno abbia veramente una verità ma presuppone che chi la deve ricevere , sia preparato a farlo. Se non dispone dei recettori adatti quindi non ha studiato a sufficienza per esempio, la verità che gli serve puo cercarla lo stesso . Nessuno è onniscente e nello stesso tempo ogni uno puo aver raccolto un po di verità su vari argomenti e materie. Non sono molto bravo a volte nel cercare di farmi capire attraverso la scrittura, un po perchè non ho una adeguata conoscenza del saper scrivere visto che non sono stato molti anni sui banchi di scuola . Quello peròche vorrei dirti è che per arrivare a volte allo stesso risultato non c'e solo un tipo percorso. A volte l'esperienza della vita stessa puo insegnarti tante cose che difficilmente le potrai trovare nero su bianco. A volte la verità o una parte di essa, la potrai leggere anche "fra le righe". Non a caso le piu grandi scoperte sono nate dall'intuito e poi solo dopo, è stata accettata valida . Per questo ed altro occorre distinguere bene un pregiudizio da una fede , una negazione da un dubbio.
Io ho 60 anni ma questo dice poco o nulla perchè gli anni vanno bene per misure di spazio-tempo oppure per avere idee precise su aspetti della vita solo quando questa non sia complessa come quella di un essere umano. Per cui io so di non sapere tante cose ma essendo curioso un po su tutto, non posso pretendere di avere il tempo per studiare le cose che mi interessano in maniera approfondita. Ma io mi adatto a questo mio limite , per cui se dofastidio a questo forum intervenendo, non avrei problemi a limitarmi solo a leggere gli interventi. Non è una domanda rivolta ai moderatori o a nessuno, è solo per dire che i miei dubbi , su molte cose , non sempre riesco a sciogliere e non mi faccio dei problemi se rimangono tali. C'è un aforisma molto famoso , forse di Oscar Wilde , che dice : La vita è una fregatura perchè nel momento in cui ti sembra di averla capita, è proprio il momento che la devi lasciare.
Cordiali Saluti
NKi
Tu 60..
Davvero?
Io 64 quasi..A Febbraio 2019.
Il 27.
In ciò che hai scritto ho trovato
tanta sincerità...ma anche verità'.
Ne sappiamo poco.
Lo scrissi anni fa.
Oggi...ribadisco.
Intanto, una sonda viaggia verso il Sole.
Non di certo per dirgli che sappiamo
tutto su di lui.
Anzi...
Riflettiamo almeno su questo.
Con umiltà'.

Uli
Ciao Uli
Dai siamo in discesa ma lenta ancora :-)
Si ne ho sentito parlare alla radio quando ero alla guida della panda aziendale che uso per spostarmi. Mi sembra che verrà lanciata verso la nostra stella nel tentativo di raccogliere dati importanti che non sarebbe possibile ottenere altrimenti. Una fine "eroica" . Un sacrificio per la conoscenza.
Ciao
Si...per la CONOSCENZA.
DEL FUTURO.

Un abbraccio.
:wink:
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onussen
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Messaggio da onussen »

NemboKi ha scritto:
the hurricane ha scritto:
leonardo 555 ha scritto:Io non lo so, però tu Hurricane devi confrontarti con Rubbia e Zichichi e spiegare a loro che sbagliano.
Sinceramente penso sia impossibile confrontarsi con loro, però è innegabile che nelle loro dichiarazioni sui cambiamenti climatici sono presenti molti errori e, a mio avviso, è utile spiegare questi errori anche a chi li cita per una giusta informazione, visto che sono interventi pubblici. :wink:
Vedi caro"the hurricane" tutti abbiamo da imparare da tutti. Quindi la verità non è un qualcosa che puoi trovare circoscritta nella persona che ritiene di essere titolata a distribuirla agli altri . Il senso di questo concetto non esclude che qualcuno abbia veramente una verità ma presuppone che chi la deve ricevere , sia preparato a farlo. Se non dispone dei recettori adatti quindi non ha studiato a sufficienza per esempio, la verità che gli serve puo cercarla lo stesso . Nessuno è onniscente e nello stesso tempo ogni uno puo aver raccolto un po di verità su vari argomenti e materie. Non sono molto bravo a volte nel cercare di farmi capire attraverso la scrittura, un po perchè non ho una adeguata conoscenza del saper scrivere visto che non sono stato molti anni sui banchi di scuola . Quello peròche vorrei dirti è che per arrivare a volte allo stesso risultato non c'e solo un tipo percorso. A volte l'esperienza della vita stessa puo insegnarti tante cose che difficilmente le potrai trovare nero su bianco. A volte la verità o una parte di essa, la potrai leggere anche "fra le righe". Non a caso le piu grandi scoperte sono nate dall'intuito e poi solo dopo, è stata accettata valida . Per questo ed altro occorre distinguere bene un pregiudizio da una fede , una negazione da un dubbio.
Io ho 60 anni ma questo dice poco o nulla perchè gli anni vanno bene per misure di spazio-tempo oppure per avere idee precise su aspetti della vita solo quando questa non sia complessa come quella di un essere umano. Per cui io so di non sapere tante cose ma essendo curioso un po su tutto, non posso pretendere di avere il tempo per studiare le cose che mi interessano in maniera approfondita. Ma io mi adatto a questo mio limite , per cui se dofastidio a questo forum intervenendo, non avrei problemi a limitarmi solo a leggere gli interventi. Non è una domanda rivolta ai moderatori o a nessuno, è solo per dire che i miei dubbi , su molte cose , non sempre riesco a sciogliere e non mi faccio dei problemi se rimangono tali. C'è un aforisma molto famoso , forse di Oscar Wilde , che dice : La vita è una fregatura perchè nel momento in cui ti sembra di averla capita, è proprio il momento che la devi lasciare.
Cordiali Saluti
NKi
Caro Nembo .. si vede che noi un po' più avanti nelle stagioni (indubbiamente quelle di una volta erano più fresche) abbiamo maturato una sana diffidenza su molte "verità" rivelate al mondo, specie dalla loro esternazione dipendano inimmaginabili movimenti di quattrini ...

E' giusto allora, e lo ringrazio, che persone assolutamente preparate in materia come Hurricane intervengano al riguardo e dati alla mano spieghino come, nel frangente del caso, non stia nè in cielo nè in terra mettersi a discutere i dati ufficiali.

Gradisco assai meno la distinzione, che mi sembra uscire da molti interventi, secondo la quale da una parte stanno i buoni e giusti e cioè quelli che non mettono minimamente in dubbio gli assiomi scientifici e dall' altra più o meno tutti quelli che avanzano, se del caso, qualche riserva.

Bè assomiglia molto all' atteggiamento (che non mi piace affatto) con cui parte del mondo scientifico a volte liquida le voci contrarie rifiutando un vero confronto con un bel "con te non parlo".

In altre parole lì non c' è proprio un Hurricane che si metta a spiegare. E questo suscita a noi malfidati tutti i dubbi del caso.
NemboKi
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Messaggio da NemboKi »

occhiobarico ha scritto:
Lupo Silano ha scritto:
leonardo 555 ha scritto:..Chi le scrive le cose false?

ma come??? sono 20 interventi che vengono dette cose false, puntualmente smentite da hurricane con spiegazioni e grafici e continuate a trollare ripetendo sempre le stesse cose ed ignorando le spiegazioni che negano quello che dite, come se non ci fossero.
A questo punto punto o ci sono o ci fanno, vorrei chiedere a NemboKi se può spiegare cosa vuole dire non credere a nulla, io sono ateo e non per questo non credo nella scienza, anzi...
Nel parlato ma anche nello scrivere, CREDERE può avere diverse accezioni e quindi questo lemma (si dice così ? ) , insomma questa parola, a seconda del contesto scritto/parlato in cui è inserita, può ricondurre a diversi significati.
Quando dico "io non credo" e non ci metto nulla intorno , non vuol dire necessariamente che io sia un "NEGAZIONISTA" . Uno può credere in un qualche cosa e negare l'evidenza oggettivamente condivisa , quindi le cose possono coesistere, quindi il credere è sempre confinato nella sfera personale del singolo. Il fatto che tanti credono, sono comunque tanti singoli che credono magari allo stesso dio piuttosto che alla stessa notizia, teoria e quant'altro . Il mio "non credo a nulla" andrebbe inanzitutto contestualizzato. Per esempio un dubbio potrebbe benissimo essere sciolto da un atto di fede , che non centra niente con religioni . Uno può benissimo pensare di aver sciolto un dubbio, attraverso un qualcosa che vede, sente , tocca e quindi ascoltando , studiando ecc. Il mio modo di sciogliere un dubbio deve passare attraverso le maglie di quello che la mia esperienza ha promosso in certezza ,o meglio in quello che io do per certo. Quindi per la scienza, intesa come la intese colui che per primo si espose ad un mondo che "credeva" in altro modo , il credere non ha un valore che ne pregiudica la forma e la sostanza , perchè il "credere" non è misurabile da nessun metro quindi non è un dato utile alla scienza. Lo scienziato però puo essere credente in una fede religiosa lo stesso, perchè le due cose non sono automaticamente conflittuali. Dipende dall'individuo e non dalla associazione delle due cose stesse nella stessa persona. Io ho scritto diverse volte che NON credo in Dio ma nello stesso tempo non escludo che possa esistere una entità che sfugge alle mie conoscenze. Non perdo molto tempo a cercarlo,per il motivo che considero improbabile che vi sia una "mente" che interfacci la nostra quotidianità. Le leggi fisiche, l'esistenza del tutto , il concetto Newtoniano del "nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, basterebbero per incuriosirci per l'eternità lasciandoci comunque senza una risposta , e qui se uno non sopporta il dubbio, puo essere aiutato dalla FEDE in un qualche Dio. Il mio non credo a nulla , è per me e non vuole influenzare nessuno. Io non biasimo chi crede in Dio a prescindere e non mi giudico superiore a chi ha scelto di "credere". L'importante è convivere con le proprie scelte serenamente, accettando che esistono anche altri modi di concepire le cose . Avere la presunzione e la supponenza di essere i detentori dell'unico modo per... è un concetto che non fa parte del mio modo di esplorare il mondo.
Cordialmente
NKi
il conte
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Messaggio da il conte »

propongo questa interessante lettura




ANIDRIDE CARBONICA
Secondo i dati rilevati a Mauna Loa (NOAA, 2015) i livelli atmosferici di CO2 sono passati da 315 ppmv del 1958 alle 400 ppmv odierne con un incremento medio di 1.5 ppmv/anno. Tale incremento è soggetto ad una sensibile ciclicità stagionale per effetto della quale la CO2 cala di circa 6 ppmv ogni anno in coincidenza dell’estate boreale per poi risalire all’avvicinarsi del’inverno boreale. Tale fenomeno è sintomo dell’efficacia della vegetazione spontanea e coltivata nell’incamerare CO2 trasformandola in biomassa.

L’anidride carbonica è il principale gas serra emesso dall’uomo e tramite il processo di fotosintesi è il mattone essenziale della vita sul nostro pianeta. In proposito invito tutti alla seguente riflessione: I 70 grammi di pasta di cui a pranzo si nutre un consumatore medio italiano corrispondono 70 * 44/30 = 103 g di CO2. Insomma: niente CO2 niente cibo3.

Sarebbe auspicabile dunque interrompere il “lavaggio del cervello” in nome del quale la CO2 viene indicata come un veleno in quanto ciò è anzitutto contrario alla verità. In proposito è intuibile che se non si coglie l’essenza dell’anidride carbonica non si potrà mai pensare di controllarne i livelli atmosferici.



TEMPERATURE GLOBALI
3.1 Trend in atto

Dopo la fine della piccola era glaciale, fase fredda che ha interessato più direttamente il periodo compreso fra il XVII e la prima metà del XIX secolo, le temperature globali hanno ripreso a salire (“grazie a Dio”, perché fare agricoltura prima che la “perfida azione dell’uomo” iniziasse ad alterare il clima era assai più proibitivo rispetto ad oggi).

Circa l’andamento delle temperature globali al suolo, secondo il dataset internazionale Hadcrut4 per il periodo 1850-2015 (CRU di East Anglia University e Hadley Center), ad una fase di aumento che ha avuto il proprio apice nel 1878 (+0.5°C rispetto al 1850) ha fatto seguito una fase di decremento con minimo nel 1911 (-0.2°C rispetto al 1850). Ad un nuovo incremento fino al 1945 (che si è collocato a +0.5°C rispetto al 1850) è seguita una diminuzione protrattasi fino al 1976 (anno che a livello globale si colloca a soli +0.1°C rispetto al 1850). Dal 1977 al 1998 le temperature globali sono di nuovo aumentate portandosi nel 1998 a +0.85°C rispetto al 1850. Dal 1998 ad oggi infine si è osservato un lieve aumento residuo che tuttavia non trova conferma nei dati da satellite MSU relativi alla bassa troposfera, e che indicano piuttosto la sostanziale stazionarietà delle temperature globali dopo il 1998.

Occorre evidenziare che la salita delle temperature fino ai valori odierni è stata tutt’altro che continua, nel senso che a un trend di incremento pari a +0.85°C dal 1850 ad oggi si è costantemente sovrapposta una ciclicità sessantennale che ha mostrato minimi negli anni 1850, 1910, 1977 e massimi negli anni 1878, 1945 e 1998. Inoltre si è assistito ad una accentuata variabilità interannuale con la rapida alternanza di annate più calde e più fredde.

Oggi sappiamo che la ciclicità sessantennale è imposta da una ciclicità delle temperature marine che per il Nord Atlantico è espressa dall’indice AMO, fenomeno del tutto naturale, la cui presenza è dimostrata per lo meno per gli ultimi 8000 anni (Knudsen et al 2011). La grande variabilità interannuale è anch’essa un fenomeno del tutto naturale e che deriva dall’alternarsi di regimi circolatori diversi. La sua presenza anche remota ci è mostrata ad esempio dalla serie storica delle date di vendemmia in Borgogna dal 1370 ad oggi (Labbé e Gaveau, 2013).

Sul trend di +0.85°C non possiamo invece escludere l’influenza umana legata all’emissione di gas serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido d’azoto) cui si sovrappongono fenomeni naturali come l’attività solare. In tal senso fra le possibili interpretazioni citiamo quella di Ziskin & Shaviv (2012) i quali applicando un Energy Balance Model, hanno stimato che il 60% del trend crescente delle temperature osservato nel XX secolo è di origine antropica ed il 40% e di origine solare. Anche se la scienza non procede di regola per “colpi di maggioranza”, occorre evidenziare che le valutazioni di Ziskin & Shaviv sono confortate dal fatto che il 66% dei 1868 ricercatori operanti in ambito climatologico e intervistati da Verheggen et al. (2014) ha espresso l’idea che le attività antropiche siano all’origine di oltre il 50% dell’aumento delle temperature globali registrato dal 1950 ad oggi.

3.2 Aspetti paleoclimatici

Lo studio del paleoclima ci indica che l’olocene è stato interessato da episodi caldi (gli optimum postglaciali) fra cui rammentiamo il grande optimum postglaciale, l’optimum miceneo, l’optimum romano, l’optimum medioevale e la fase di riscaldamento attuale. A tali fasi si sono alternate fasi di “deterioramento” segnate da cali termici ed avanzate glaciali. Per inciso l’uso di “optimum” e “deterioramento” non è affatto casuale e gli optimum erano così chiamati i quanto la vita era più facile, la mortalità più ridotta e le fonti di cibo ed energia più abbondanti. Lo stesso padre spirituale della teoria dell’Anthropogenic Global Warming (AGW), Svante Arrhenius, vedeva nel riscaldamento globale da CO2 un fenomeno positivo poiché in grado di rendere più vivibili e meglio fruibili per l’uomo i gelidi areali nordeuropei, sogno questo che si starebbe oggi avverando.



EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI
4.1 Eventi termici estremi

Alle medie latitudini dell’emisfero Nord gli eventi termici estremi sono stazionari nel periodo 1979-2012 (Screen & Simmonds, 2014).

Le analisi condotte sulla serie storica delle temperature di Milano Brera indicano invece un aumento delle ondate di caldo sull’Europa dopo il 1987 (Mariani, 2015).

4.2. Eventi pluviometrici estremi

Qui le cose sono assai meno chiare anche per la progressiva riduzione della qualità delle serie storiche di dati che rende proibitivo esprimere valutazioni in merito a serie storiche orarie. Ciò detto occorre rilevare che le evidenze osservative indicano che nella maggior parte delle aree mondiali non vi sono segnali di incremento nell’intensità degli eventi estremi. In proposito una ricerca pubblicata sul Journal of Climate nel 2013 a firma di Westra e altri ricercatori ha verificato le tendenze delle precipitazioni massime annue di un giorno per il periodo dal 1900 al 2009 (110 anni in tutto). Il lavoro è stato riferito ad un totale di 8326 stazioni terrestri che i ricercatori hanno ritenuto di “alta qualità” ed ha portato a concludere che il 2% delle stazioni mostra un decremento nelle piogge estreme, l’8% un incremento e il 90% non presenta alcuna tendenza significativa.

Si segnala inoltre che:

I già citati Screen & Simmonds ( 2014), lavorando su un dataset di rianalisi relativo alle medie latitudini dell’emisfero Nord hanno evidenziato la sostanziale stazionarietà degli eventi pluviometrici e termici estremi nel periodo 1979-2012
Mariani e Parisi (2013), analizzando un vasto dataset di dati pluviometrici giornalieri per stazioni dell’area euro-mediterranea per il periodo 1973-2010 ed utilizzando lo schema di analisi proposto da Alpert et al. (2002) hanno evidenziato l’infondatezza dell’aumento parossistico delle piogge estreme giornaliere affermato dagli stessi Alpert et al. in un lavoro del 2002
Fatichi e Caporali (2009), lavorando sulle serie storiche di precipitazione di 785 stazioni della Toscana per il periodo 1916-2003, hanno posto in evidenza l’assenza di trend nel regime precipitativo medio e nell’intensità degli eventi estremi di 3,6 e 12 h in pressoché tutte le stazioni analizzate
Pinna (2014) analizza le piogge estreme per l’area mediterranea e per la Toscana evidenziando l‘assenza di trend rilevanti riferibili agli eventi pluviometrici estremi.
4.3 Eventi alluvionali

Diversi studi paleoclimatici evidenziano che la frequenza degli eventi alluvionali in Europa è stata sensibilmente più bassa durante le fasi calde (es: optimum romano, optimum medioevale) che durante quelle fredde (es: piccola era glaciale) (Wirth et al., 2013). Istruttiva può essere inoltre l’analisi del numero delle grandi alluvioni del Po (8 eventi noti nel XVIII secolo, 20 eventi nel XIX, 18 nel XX e 2 finora nel XXI).

4.4 Cicloni tropicali

Nel 2011 Maue ha pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter uno studio sulla frequenza dei cicloni tropicali e sull’energia da essi liberata. I dati ottenuti con il metodo descritto in tale studio sono costantemente aggiornati sul sito http://models.weatherbell.com/tropical.php. Da essi si evince che l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15, il che evidenzia l’esistenza di un trend complessivo improntato alla decrescita dell’energia liberata da tali eventi estremi.



EFFETTI ECOSISTEMICI
5.1 Ghiacciai artici e antartici

Secondo il database http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ dell’Università dell’Illinois, le superfici glaciali artiche e antartiche stanno comportandosi in modo diversificato.

Artide: mostra un calo generalizzato delle superfici glaciali marine dal 1997 al 2007, anno dopo il quale si assiste ad una relativa stabilizzazione. Secondo i dati forniti dal Polar Science Center dell’Università di Washington a tale stabilizzazione delle superfici ha fatto seguito dal 2010 la stabilizzazione del volume del ghiaccio marino cui è seguito dal 2012 un incremento del volume stesso (http://psc.apl.uw.edu/research/projects ... e-anomaly/).

Antartide: manifesta una graduale espansione a partire dagli anni ‘90 ed il guadagno in volume di ghiaccio oggi eccede le perdite (Zwally H.J. etal, 2015). Nello specifico i dati ICESat 2003–08 mostrano guadagni in massa annui di 82 ± 25 Gt che riducono l’aumento del livello del mare di 0.23 mm per anno mentre i dati dell’European Remote-sensing Satellite (ERS) 1992–2001 indicano un guadagno annuo simile (+112 ± 61 Gt).

Spingendosi indietro nel tempo si deve segnalare che i sondaggi eseguiti sulla calotta glaciale groenlandese dalla NASA mostrano che la massa glaciale groenlandese proviene in gran parte dall’olocene o dalla fase glaciale di Wurm, mentre pochissimo proviene dall’interglaciale precedente e nulla è più antico (Mc Gregor et al., 2015). A ciò si aggiunga che sulla scogliera di Orosei è presente un battente di 125mila anni orsono che è di 8 metri al di sopra del livello marino attuale e che dimostra come le calotte glaciali fossero a quel tempo in gran parte fuse (Antonioli e Silenzi, 2007). Tutto ciò dimostra la potenza degli interglaciali precedenti al nostro nello sciogliere le calotte glaciali e ci spinge a domandarci quale fosse la causa che ha dato luogo a così imponenti processi di fusione delle calotte polari in assenza delle emissioni di CO2 umane. Una domanda che per ora resta senza risposta e che costituisce una delle più palesi eccezioni alla teoria dell’Anthropogenic Global Warming (AGW).

5.2 Ghiacciai montani

Tali ghiacciai sono con poche eccezioni in arretramento come risulta dal catasto globale del World Glacier Monitoring Service (http://wgms.ch/latest-glacier-mass-balance-data/). Tale fenomeno è in atto dagli anno ’80 del XX secolo dopo una fase di avanzamento che aveva interessato la maggior parte dei ghiacciai a partire dagli anni ’50 ed è evidente per quanto riguarda i ghiacciai alpini.

Occorre comunque rammentare anzitutto che l’estensione dei ghiacciai dipende da un bilancio apporti-perdite che è legato non solo dalla temperatura ma anche alle precipitazioni. Ciò detto si deve dire che recenti lavori scientifici hanno evidenziato che durante l’Olocene in ambito alpino si sono registrate diverse fasi con copertura glaciale inferiore rispetto a quella attuale, tant’è vero che per alcuni ghiacciai si parla di neo-glaciazione dopo un’estinzione avvenuta nel corso dell’optimum medioevale (per inciso si parla di neo-glaciazione anche per l’unico ghiacciaio appenninico, il ghiacciaio del Calderone nel gruppo del Gran Sasso).

Più in particolare secondo Hormes et al. (2001) nelle Alpi centrali i ghiacciai sarebbero stati più arretrati rispetto ad oggi per ben 8 volte dopo la fine dell’ultima era glaciale e cioè nei periodi 9910–9550 BP4, 9010–7980 BP, 7250–6500 BP, 6170–5950 BP, 5290–3870 BP, 3640–3360 BP, 2740–2620 BP e 1530–1170 BP. Inoltre Goehring et al. (2011), applicando a rocce oggi esposte un metodo di datazione basato su 14C/10Be hanno ricavato che il ghiacciaio del rodano dopo la fine dell’ultima glaciazione è stato meno esteso di oggi per 6500+/-2000 anni e più esteso per 4500+/-2000 anni. Tali evidenze potrebbero rivelarsi utili sia per giustificare la traversata delle Alpi da parte di Annibale nell’autunno dle 218 a.C. (Newmann, 1992) o le eccezionali condizioni dei passi alpini fra valle d’Aosta e Vallese documentata dagli studi di Umberto Monterin (Crescenti e Mariani, 2010).

5.3 Mortalità da eventi termici estremi

A livello globale la mortalità nella popolazione da eventi termici estremi è nettamente più spiccata per il freddo che per il caldo. Uno studio a livello globale condotto da Gasparrini et al. (2015) e pubblicato su Lancet giunge alla seguente conclusione: ” La maggior parte del carico di mortalità globale correlato alla temperatura è riconducibile al contributo di freddo. Questo dato di fatto ha importanti implicazioni per la progettazione di interventi di sanità pubblica volti a ridurre al minimo le conseguenze sulla salute di temperature negative, e per le previsioni di effetti futuri degli scenari del cambiamento climatico.”

In sostanza l’aumento delle temperature globali si sta traducendo in una diminuzione della mortalità da eventi termici estremi che è evidenziata per l’Europa (Healy, 2003) e per gli USA. Ciò non toglie che non si debba prestare attenzione ad evitare la mortalità da caldo, soprattutto per quel che riguarda gli areali urbani, il cui disagio termico è tuttavia ascrivibile a fattori di carattere locale quali l’isola di calore urbano.

5.4 Mortalità da disastri naturali

La Federazione Internazionale delle Croci Rosse e Mezzalune Rosse (http://www.ifrc.org) ha pubblicato l’edizione 2015 del proprio “World disasters report”, che riporta dati su disastri naturali e tecnologici per il decennio 2005-2014 e che è consultabile all’indirizzo http://ifrc-media.org/interactive/wp-co ... 015_en.pdf

Dal report risulta che il 2014, con un totale di 518 disastri naturali contro una media decennale di 631, è stato l’anno con il numero minimo di disastri di tutta la serie considerata e che minimo è risultato anche il numero dei morti (13847 contro una media di 83934). Il natural disaster database (http://www.emdat.be/) mostra dati analoghi con numero di disastri naturali in rapido calo dopo un picco toccato nel 2000 ed il numero di morti che, seppur con grande variabilità da un anno all’altro presenta un trend generale improntato al calo.

5.5 Livello degli oceani

Il sito http://climate.nasa.gov/vital-signs/sea-level/ riporta dati CSIRO (serie da boe 1870-2000) e Nasa (serie satellitari 1993-2015). Si osserva che dal 1870 al 2000 il livello è salito di 20 cm il che corrisponde ad un incremento di 1.5 mm/anno.

I dati da satellite (reperibili anche qui; http://sealevel.colorado.edu/) indicano invece che dal 1993 al 2015 l’aumento totale è stato di 8 cm, il che corrisponde ad un incremento di 3.24 mm/anno.

5.6 Acidificazione degli oceani

Le superfici marine avevano pH di 8.2 / 8.3 nel pre-industriale mentre oggi l’acidità è calata a 8.1 e dovrebbe portarsi a 7.7 / 7.9 nel 2100). I livelli di certezza riguardanti la risposta degli ecosistemi marini al calo del pH sono più bassi. A tale proposito occorre citare il lavoro di Georgiou et al. (2015) il quale con un esperimento di arricchimento in CO2 dell’oceano ha dimostrato la capacità dei coralli di garantire l’omeostasi in termini di pH durante la calcificazione ,il che implica un elevato grado di resilienza rispetto all’acidificazione degli oceani. Peraltro gli autori scrivono che tale fenomeno non era stato fin qui posto in evidenza perché si era operato solo in ambienti di laboratorio senza mai eseguire verifiche sperimentali in “campo aperto”.

5.7 Produzione di cibo

Grazie alle innovazioni tecnologiche introdotte in agricoltura nei settori della genetica e delle tecniche colturali, cui si sono associate la mitezza del clima a valle della piccola era glaciale ed i crescenti livelli di CO2, le produzioni delle culture che nutrono il mondo (mais, riso, frumento, soia) sono aumentate in termini prima impensabili, quintuplicandosi o sestuplicandosi negli ultimi 100 anni. Tale fenomeno è tuttora in corso tant’è vero che le statistiche FAO (http://faostat3.fao.org) indicano che nel periodo che và dal 1961 al 2013 la produttività del frumento è triplicata, passando da 1.24 t/ha a 3.26 t/ha (+200% e cioè +3.8% l’anno), la produttività del mais è quasi triplicata, passando da 1.9 a 5.5 t/ha (+183% e cioè +3.5% l’anno), quella del riso è più che raddoppiata, passando da 1.9 a 4.5 t/ha (+140% e cioè +2.6% l’anno) e più che raddoppiata è infine quella della soia che è passata da 1.2 a 2.5 t/ha (+119% e cioè +2.3% l’anno). Peraltro il sensibile incremento delle rese ettariali delle principali colture agrarie cui assistiamo da oltre un secolo ha ridotto la percentuale di esseri umani sottonutriti passati dal 50% della popolazione mondiale nel 1945 al 37% del 1971 e al 10.7% della stessa nel 2015. Sempre secondo la FAO (http://faostat3.fao.org/home/E) il numero di sottonutriti, si è ridotto dagli 1,01 miliardi del 1991 ai 793 milioni del 2015.

Al riguardo si sottolinea che:

un “clima impazzito” non potrebbe in alcun modo giustificare incrementi produttivi tanto significativi
se il riportare con una bacchetta magica la CO2 ai livelli per-industriali è per molti un sogno, per chi scrive è un vero incubo in quanto la produzione annua delle colture agrarie calerebbe grossomodo del 20-30% (Araus, 2003; Sage, 1995; Sage & Coleman, 2001), dando luogo una catastrofe alimentare senza precedenti.
Per quanto riguarda le produzioni zootecniche la produzione globale di carne presenta un regolare trend in salita che ha portato da 71 milioni di tonnellate del 1961 a 310 milioni del 2013 mentre la produzione di latte nello stesso periodo è passata da 344 a 769 milioni di tonnellate.

Un dato interessante e per molti versi complementare rispetto alla produzione agricola è costituito dalla produzione da pesca commerciale e da allevamenti di pesce. Secondo i dati FAO (2014) il prodotto della pesca commerciale è cresciuto con regolarità passando dai 25 milioni di tonnellate di pescato del 1950 ai 89 milioni di tonnellate del 1988, anno a partire dal quale la produzione globale si è stabilizzata. In sostanza dagli anni ‘70 si coglie una correlazione positiva molto stretta fra l’andamento delle temperature globali e il quantitativo di pescato. Al contempo si sta assistendo a una crescita molto robusta della produzione di pesce da allevamento che nel 2012 ha raggiunto quantitativi di circa 67 milioni di tonnellate, sempre più vicini a quelli ottenuti dalla pesca del selvatico che sempre nel 2012 hanno raggiunto le 91.3 milioni di tonnellate, di cui 79.7 provengono da pesca in acque marine.

5.8 Global greening

Il fenomeno è anch’esso effetto degli accresciuti livelli atmosferici di CO2, in virtù dei quali non solo le piante crescono di più ma sono anche meno esposte al rischio di siccità in quanto, trovando più facilmente la CO2 nell’atmosfera, possono permettersi si produrre meno stomi limitando così le perdite idriche. Il global greening sta oggi facendo arretrare i deserti in tutto il mondo (sia i deserti caldi delle latitudini tropicali sia quelli freddi delle latitudini più settentrionali) come ci dimostrano in modo inoppugnabile le immagini satellitari (Hermann et al., 2005; Helldén e Tottrup, 2008; Sitch et al. 2015).



ASPETTI TECNOLOGICI
6.1 Teoria AGW e modelli previsionali

Uno dei pilastri della teoria dell’Anthropogenic global warming è costituito dalla simulazione delle temperature future basate su modelli matematici, soprattutto i modelli di tipo GCM, e che sono divulgate attraverso i report dell’IPCC.

Tali previsioni si sono rivelate fin qui molto deboli essendo risultate affette da rilevanti sovrastime. Più in particolare se si confrontano le previsioni al 2012 con i dati osservativi raccolti dal dataset globale GISS – Nasa, la sovrastima è del 53% per le previsioni del report IPCC del 1990 e si riduce al 9% per quelle del report IPCC del 1995 per poi risalire al 20% nei report IPCC del 2002 e del 2007 (Pielke, 2008; Pielke, 2013). Le cause di tali sovrastime sono state analizzate e discusse da Fyfe et al (2013).

Si ravvisa inoltre l’opportunità che nei modelli GCM si introduca l’effetto iride adattivo (Lindsen et al., 2001) come feedback negativo in grado di diminuire l’elevata sensitività dei modelli stessi, secondo quanto evidenziato da Mauritzen e Stevens i quali operando sul modello ECHAM4 hanno evidenziato la maggiore efficacia di un GCM in cui tale meccanismo è stato inserito.

6.2 Stato delle reti osservative

Se il monitoraggio da satellite viene progressivamente potenziato, lo stato delle reti osservative al suolo è preoccupante in quanto molte stazioni tendono a ricadere in aree influenzate dall’effetto delle isole di calore urbano e inoltre vaste aree del pianeta sono tutt’ora non monitorate. Un esempio lampante di quest’ultimo fenomeno è offerto da un’area del Sahel con superficie di 4 milioni di km2 (oltre 13 volte l’Italia) in riferimento alla quale Dai et al. scrissero nel 2003 per l’International Journal of Climatology un articolo scientifico dedicato alla siccità. In tale area nel 2003 risultavano operative solo 35 stazioni pluviometriche contro le 102 del 1991 e le 188 del 1971. In proposito si noti che con i dati di sole 35 stazioni è difficile descrivere la pluviometria di una delle regioni italiane, altro che quella di un’area così vasta come quella indagata. Questo per inciso la dice lunga anche sull’attenzione che la comunità internazionale sta in realtà dedicando a tali problemi.

Importante sarebbe allora che sul modello della rete di boe ARGO con le quali si misurano la temperatura e lo stato energetico degli oceani, si potesse realizzare una rete di stazioni al suolo omogenea ed estesa all’intero pianeta. Ciò richiederebbe uno sforzo internazionale che sarebbe sicuramente ripagato dal guadagno in termini di conoscenza che se ne avrebbe.



PRIORITÀ E CONCLUSIONI
L’elenco sopra riportato ci porta ad una visione chiaroscurale in cui le luci sono in complesso più delle ombre.

Tuttavia aldilà di come si vogliano leggere i dati qui presentati ci preme evidenziare che sarebbe auspicabile per tutti utilizzare al meglio quel ben di Dio che è costituito dalla CO2 atmosferica. Occorrerebbe provare ad immaginare un futuro veramente verde in cui un’agricoltura resa molto più produttiva grazie alle innovazioni nella genetica (OGM inclusi) e nelle agrotecniche possa divenire la fonte principale di sostanza organica per l’industria energetica, delle materie plastiche, ecc..

E’ inoltre cruciale:

privilegiare azioni di adattamento al cambiamento climatico le quali si stanno rivelando molto efficaci come mostra ad esempio la diminuzione delle vittime da disastri naturali e l’aumento della vita media a livello globale
tornare ad investire in modo coordinato e standardizzato in sistemi di monitoraggio meteorologico su cui oggi si sta investendo poco e male il che porta al progressivo degrado delle reti osservative.
Stimolare le attività di ricerca e innovazione tecnologica al fine di incrementare l’efficienza energetica dei diversi settori e delle diverse filiere produttive, favorendo altresì l’adozione di un mix di fonti energetiche sostenibile in termini economici, sociali ed ambientali.


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http://www.ingentaconnect.com/content/i ... jog_15j071)

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Note

Documento a cura di Luigi Mariani e revisionato in base ai commenti emersi in sede di discussione e per i quali si ringraziano: Donato Barone, Uberto Crescenti, Alberto Ferrari, Gianluca Fusillo, Gianluca Alimonti, Ernesto Pedrocchi, Guido Guidi, Carlo Lombardi, Enzo Pennetta, Sergio Pinna e Franco Zavatti.
NemboKi
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il conte ha scritto:propongo questa interessante lettura




ANIDRIDE CARBONICA
Secondo i dati rilevati a Mauna Loa (NOAA, 2015) i livelli atmosferici di CO2 sono passati da 315 ppmv del 1958 alle 400 ppmv odierne con un incremento medio di 1.5 ppmv/anno. Tale incremento è soggetto ad una sensibile ciclicità stagionale per effetto della quale la CO2 cala di circa 6 ppmv ogni anno in coincidenza dell’estate boreale per poi risalire all’avvicinarsi del’inverno boreale. Tale fenomeno è sintomo dell’efficacia della vegetazione spontanea e coltivata nell’incamerare CO2 trasformandola in biomassa.

L’anidride carbonica è il principale gas serra emesso dall’uomo e tramite il processo di fotosintesi è il mattone essenziale della vita sul nostro pianeta. In proposito invito tutti alla seguente riflessione: I 70 grammi di pasta di cui a pranzo si nutre un consumatore medio italiano corrispondono 70 * 44/30 = 103 g di CO2. Insomma: niente CO2 niente cibo3.

Sarebbe auspicabile dunque interrompere il “lavaggio del cervello” in nome del quale la CO2 viene indicata come un veleno in quanto ciò è anzitutto contrario alla verità. In proposito è intuibile che se non si coglie l’essenza dell’anidride carbonica non si potrà mai pensare di controllarne i livelli atmosferici.



TEMPERATURE GLOBALI
3.1 Trend in atto

Dopo la fine della piccola era glaciale, fase fredda che ha interessato più direttamente il periodo compreso fra il XVII e la prima metà del XIX secolo, le temperature globali hanno ripreso a salire (“grazie a Dio”, perché fare agricoltura prima che la “perfida azione dell’uomo” iniziasse ad alterare il clima era assai più proibitivo rispetto ad oggi).

Circa l’andamento delle temperature globali al suolo, secondo il dataset internazionale Hadcrut4 per il periodo 1850-2015 (CRU di East Anglia University e Hadley Center), ad una fase di aumento che ha avuto il proprio apice nel 1878 (+0.5°C rispetto al 1850) ha fatto seguito una fase di decremento con minimo nel 1911 (-0.2°C rispetto al 1850). Ad un nuovo incremento fino al 1945 (che si è collocato a +0.5°C rispetto al 1850) è seguita una diminuzione protrattasi fino al 1976 (anno che a livello globale si colloca a soli +0.1°C rispetto al 1850). Dal 1977 al 1998 le temperature globali sono di nuovo aumentate portandosi nel 1998 a +0.85°C rispetto al 1850. Dal 1998 ad oggi infine si è osservato un lieve aumento residuo che tuttavia non trova conferma nei dati da satellite MSU relativi alla bassa troposfera, e che indicano piuttosto la sostanziale stazionarietà delle temperature globali dopo il 1998.

Occorre evidenziare che la salita delle temperature fino ai valori odierni è stata tutt’altro che continua, nel senso che a un trend di incremento pari a +0.85°C dal 1850 ad oggi si è costantemente sovrapposta una ciclicità sessantennale che ha mostrato minimi negli anni 1850, 1910, 1977 e massimi negli anni 1878, 1945 e 1998. Inoltre si è assistito ad una accentuata variabilità interannuale con la rapida alternanza di annate più calde e più fredde.

Oggi sappiamo che la ciclicità sessantennale è imposta da una ciclicità delle temperature marine che per il Nord Atlantico è espressa dall’indice AMO, fenomeno del tutto naturale, la cui presenza è dimostrata per lo meno per gli ultimi 8000 anni (Knudsen et al 2011). La grande variabilità interannuale è anch’essa un fenomeno del tutto naturale e che deriva dall’alternarsi di regimi circolatori diversi. La sua presenza anche remota ci è mostrata ad esempio dalla serie storica delle date di vendemmia in Borgogna dal 1370 ad oggi (Labbé e Gaveau, 2013).

Sul trend di +0.85°C non possiamo invece escludere l’influenza umana legata all’emissione di gas serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido d’azoto) cui si sovrappongono fenomeni naturali come l’attività solare. In tal senso fra le possibili interpretazioni citiamo quella di Ziskin & Shaviv (2012) i quali applicando un Energy Balance Model, hanno stimato che il 60% del trend crescente delle temperature osservato nel XX secolo è di origine antropica ed il 40% e di origine solare. Anche se la scienza non procede di regola per “colpi di maggioranza”, occorre evidenziare che le valutazioni di Ziskin & Shaviv sono confortate dal fatto che il 66% dei 1868 ricercatori operanti in ambito climatologico e intervistati da Verheggen et al. (2014) ha espresso l’idea che le attività antropiche siano all’origine di oltre il 50% dell’aumento delle temperature globali registrato dal 1950 ad oggi.

3.2 Aspetti paleoclimatici

Lo studio del paleoclima ci indica che l’olocene è stato interessato da episodi caldi (gli optimum postglaciali) fra cui rammentiamo il grande optimum postglaciale, l’optimum miceneo, l’optimum romano, l’optimum medioevale e la fase di riscaldamento attuale. A tali fasi si sono alternate fasi di “deterioramento” segnate da cali termici ed avanzate glaciali. Per inciso l’uso di “optimum” e “deterioramento” non è affatto casuale e gli optimum erano così chiamati i quanto la vita era più facile, la mortalità più ridotta e le fonti di cibo ed energia più abbondanti. Lo stesso padre spirituale della teoria dell’Anthropogenic Global Warming (AGW), Svante Arrhenius, vedeva nel riscaldamento globale da CO2 un fenomeno positivo poiché in grado di rendere più vivibili e meglio fruibili per l’uomo i gelidi areali nordeuropei, sogno questo che si starebbe oggi avverando.



EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI
4.1 Eventi termici estremi

Alle medie latitudini dell’emisfero Nord gli eventi termici estremi sono stazionari nel periodo 1979-2012 (Screen & Simmonds, 2014).

Le analisi condotte sulla serie storica delle temperature di Milano Brera indicano invece un aumento delle ondate di caldo sull’Europa dopo il 1987 (Mariani, 2015).

4.2. Eventi pluviometrici estremi

Qui le cose sono assai meno chiare anche per la progressiva riduzione della qualità delle serie storiche di dati che rende proibitivo esprimere valutazioni in merito a serie storiche orarie. Ciò detto occorre rilevare che le evidenze osservative indicano che nella maggior parte delle aree mondiali non vi sono segnali di incremento nell’intensità degli eventi estremi. In proposito una ricerca pubblicata sul Journal of Climate nel 2013 a firma di Westra e altri ricercatori ha verificato le tendenze delle precipitazioni massime annue di un giorno per il periodo dal 1900 al 2009 (110 anni in tutto). Il lavoro è stato riferito ad un totale di 8326 stazioni terrestri che i ricercatori hanno ritenuto di “alta qualità” ed ha portato a concludere che il 2% delle stazioni mostra un decremento nelle piogge estreme, l’8% un incremento e il 90% non presenta alcuna tendenza significativa.

Si segnala inoltre che:

I già citati Screen & Simmonds ( 2014), lavorando su un dataset di rianalisi relativo alle medie latitudini dell’emisfero Nord hanno evidenziato la sostanziale stazionarietà degli eventi pluviometrici e termici estremi nel periodo 1979-2012
Mariani e Parisi (2013), analizzando un vasto dataset di dati pluviometrici giornalieri per stazioni dell’area euro-mediterranea per il periodo 1973-2010 ed utilizzando lo schema di analisi proposto da Alpert et al. (2002) hanno evidenziato l’infondatezza dell’aumento parossistico delle piogge estreme giornaliere affermato dagli stessi Alpert et al. in un lavoro del 2002
Fatichi e Caporali (2009), lavorando sulle serie storiche di precipitazione di 785 stazioni della Toscana per il periodo 1916-2003, hanno posto in evidenza l’assenza di trend nel regime precipitativo medio e nell’intensità degli eventi estremi di 3,6 e 12 h in pressoché tutte le stazioni analizzate
Pinna (2014) analizza le piogge estreme per l’area mediterranea e per la Toscana evidenziando l‘assenza di trend rilevanti riferibili agli eventi pluviometrici estremi.
4.3 Eventi alluvionali

Diversi studi paleoclimatici evidenziano che la frequenza degli eventi alluvionali in Europa è stata sensibilmente più bassa durante le fasi calde (es: optimum romano, optimum medioevale) che durante quelle fredde (es: piccola era glaciale) (Wirth et al., 2013). Istruttiva può essere inoltre l’analisi del numero delle grandi alluvioni del Po (8 eventi noti nel XVIII secolo, 20 eventi nel XIX, 18 nel XX e 2 finora nel XXI).

4.4 Cicloni tropicali

Nel 2011 Maue ha pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter uno studio sulla frequenza dei cicloni tropicali e sull’energia da essi liberata. I dati ottenuti con il metodo descritto in tale studio sono costantemente aggiornati sul sito http://models.weatherbell.com/tropical.php. Da essi si evince che l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15, il che evidenzia l’esistenza di un trend complessivo improntato alla decrescita dell’energia liberata da tali eventi estremi.



EFFETTI ECOSISTEMICI
5.1 Ghiacciai artici e antartici

Secondo il database http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ dell’Università dell’Illinois, le superfici glaciali artiche e antartiche stanno comportandosi in modo diversificato.

Artide: mostra un calo generalizzato delle superfici glaciali marine dal 1997 al 2007, anno dopo il quale si assiste ad una relativa stabilizzazione. Secondo i dati forniti dal Polar Science Center dell’Università di Washington a tale stabilizzazione delle superfici ha fatto seguito dal 2010 la stabilizzazione del volume del ghiaccio marino cui è seguito dal 2012 un incremento del volume stesso (http://psc.apl.uw.edu/research/projects ... e-anomaly/).

Antartide: manifesta una graduale espansione a partire dagli anni ‘90 ed il guadagno in volume di ghiaccio oggi eccede le perdite (Zwally H.J. etal, 2015). Nello specifico i dati ICESat 2003–08 mostrano guadagni in massa annui di 82 ± 25 Gt che riducono l’aumento del livello del mare di 0.23 mm per anno mentre i dati dell’European Remote-sensing Satellite (ERS) 1992–2001 indicano un guadagno annuo simile (+112 ± 61 Gt).

Spingendosi indietro nel tempo si deve segnalare che i sondaggi eseguiti sulla calotta glaciale groenlandese dalla NASA mostrano che la massa glaciale groenlandese proviene in gran parte dall’olocene o dalla fase glaciale di Wurm, mentre pochissimo proviene dall’interglaciale precedente e nulla è più antico (Mc Gregor et al., 2015). A ciò si aggiunga che sulla scogliera di Orosei è presente un battente di 125mila anni orsono che è di 8 metri al di sopra del livello marino attuale e che dimostra come le calotte glaciali fossero a quel tempo in gran parte fuse (Antonioli e Silenzi, 2007). Tutto ciò dimostra la potenza degli interglaciali precedenti al nostro nello sciogliere le calotte glaciali e ci spinge a domandarci quale fosse la causa che ha dato luogo a così imponenti processi di fusione delle calotte polari in assenza delle emissioni di CO2 umane. Una domanda che per ora resta senza risposta e che costituisce una delle più palesi eccezioni alla teoria dell’Anthropogenic Global Warming (AGW).

5.2 Ghiacciai montani

Tali ghiacciai sono con poche eccezioni in arretramento come risulta dal catasto globale del World Glacier Monitoring Service (http://wgms.ch/latest-glacier-mass-balance-data/). Tale fenomeno è in atto dagli anno ’80 del XX secolo dopo una fase di avanzamento che aveva interessato la maggior parte dei ghiacciai a partire dagli anni ’50 ed è evidente per quanto riguarda i ghiacciai alpini.

Occorre comunque rammentare anzitutto che l’estensione dei ghiacciai dipende da un bilancio apporti-perdite che è legato non solo dalla temperatura ma anche alle precipitazioni. Ciò detto si deve dire che recenti lavori scientifici hanno evidenziato che durante l’Olocene in ambito alpino si sono registrate diverse fasi con copertura glaciale inferiore rispetto a quella attuale, tant’è vero che per alcuni ghiacciai si parla di neo-glaciazione dopo un’estinzione avvenuta nel corso dell’optimum medioevale (per inciso si parla di neo-glaciazione anche per l’unico ghiacciaio appenninico, il ghiacciaio del Calderone nel gruppo del Gran Sasso).

Più in particolare secondo Hormes et al. (2001) nelle Alpi centrali i ghiacciai sarebbero stati più arretrati rispetto ad oggi per ben 8 volte dopo la fine dell’ultima era glaciale e cioè nei periodi 9910–9550 BP4, 9010–7980 BP, 7250–6500 BP, 6170–5950 BP, 5290–3870 BP, 3640–3360 BP, 2740–2620 BP e 1530–1170 BP. Inoltre Goehring et al. (2011), applicando a rocce oggi esposte un metodo di datazione basato su 14C/10Be hanno ricavato che il ghiacciaio del rodano dopo la fine dell’ultima glaciazione è stato meno esteso di oggi per 6500+/-2000 anni e più esteso per 4500+/-2000 anni. Tali evidenze potrebbero rivelarsi utili sia per giustificare la traversata delle Alpi da parte di Annibale nell’autunno dle 218 a.C. (Newmann, 1992) o le eccezionali condizioni dei passi alpini fra valle d’Aosta e Vallese documentata dagli studi di Umberto Monterin (Crescenti e Mariani, 2010).

5.3 Mortalità da eventi termici estremi

A livello globale la mortalità nella popolazione da eventi termici estremi è nettamente più spiccata per il freddo che per il caldo. Uno studio a livello globale condotto da Gasparrini et al. (2015) e pubblicato su Lancet giunge alla seguente conclusione: ” La maggior parte del carico di mortalità globale correlato alla temperatura è riconducibile al contributo di freddo. Questo dato di fatto ha importanti implicazioni per la progettazione di interventi di sanità pubblica volti a ridurre al minimo le conseguenze sulla salute di temperature negative, e per le previsioni di effetti futuri degli scenari del cambiamento climatico.”

In sostanza l’aumento delle temperature globali si sta traducendo in una diminuzione della mortalità da eventi termici estremi che è evidenziata per l’Europa (Healy, 2003) e per gli USA. Ciò non toglie che non si debba prestare attenzione ad evitare la mortalità da caldo, soprattutto per quel che riguarda gli areali urbani, il cui disagio termico è tuttavia ascrivibile a fattori di carattere locale quali l’isola di calore urbano.

5.4 Mortalità da disastri naturali

La Federazione Internazionale delle Croci Rosse e Mezzalune Rosse (http://www.ifrc.org) ha pubblicato l’edizione 2015 del proprio “World disasters report”, che riporta dati su disastri naturali e tecnologici per il decennio 2005-2014 e che è consultabile all’indirizzo http://ifrc-media.org/interactive/wp-co ... 015_en.pdf

Dal report risulta che il 2014, con un totale di 518 disastri naturali contro una media decennale di 631, è stato l’anno con il numero minimo di disastri di tutta la serie considerata e che minimo è risultato anche il numero dei morti (13847 contro una media di 83934). Il natural disaster database (http://www.emdat.be/) mostra dati analoghi con numero di disastri naturali in rapido calo dopo un picco toccato nel 2000 ed il numero di morti che, seppur con grande variabilità da un anno all’altro presenta un trend generale improntato al calo.

5.5 Livello degli oceani

Il sito http://climate.nasa.gov/vital-signs/sea-level/ riporta dati CSIRO (serie da boe 1870-2000) e Nasa (serie satellitari 1993-2015). Si osserva che dal 1870 al 2000 il livello è salito di 20 cm il che corrisponde ad un incremento di 1.5 mm/anno.

I dati da satellite (reperibili anche qui; http://sealevel.colorado.edu/) indicano invece che dal 1993 al 2015 l’aumento totale è stato di 8 cm, il che corrisponde ad un incremento di 3.24 mm/anno.

5.6 Acidificazione degli oceani

Le superfici marine avevano pH di 8.2 / 8.3 nel pre-industriale mentre oggi l’acidità è calata a 8.1 e dovrebbe portarsi a 7.7 / 7.9 nel 2100). I livelli di certezza riguardanti la risposta degli ecosistemi marini al calo del pH sono più bassi. A tale proposito occorre citare il lavoro di Georgiou et al. (2015) il quale con un esperimento di arricchimento in CO2 dell’oceano ha dimostrato la capacità dei coralli di garantire l’omeostasi in termini di pH durante la calcificazione ,il che implica un elevato grado di resilienza rispetto all’acidificazione degli oceani. Peraltro gli autori scrivono che tale fenomeno non era stato fin qui posto in evidenza perché si era operato solo in ambienti di laboratorio senza mai eseguire verifiche sperimentali in “campo aperto”.

5.7 Produzione di cibo

Grazie alle innovazioni tecnologiche introdotte in agricoltura nei settori della genetica e delle tecniche colturali, cui si sono associate la mitezza del clima a valle della piccola era glaciale ed i crescenti livelli di CO2, le produzioni delle culture che nutrono il mondo (mais, riso, frumento, soia) sono aumentate in termini prima impensabili, quintuplicandosi o sestuplicandosi negli ultimi 100 anni. Tale fenomeno è tuttora in corso tant’è vero che le statistiche FAO (http://faostat3.fao.org) indicano che nel periodo che và dal 1961 al 2013 la produttività del frumento è triplicata, passando da 1.24 t/ha a 3.26 t/ha (+200% e cioè +3.8% l’anno), la produttività del mais è quasi triplicata, passando da 1.9 a 5.5 t/ha (+183% e cioè +3.5% l’anno), quella del riso è più che raddoppiata, passando da 1.9 a 4.5 t/ha (+140% e cioè +2.6% l’anno) e più che raddoppiata è infine quella della soia che è passata da 1.2 a 2.5 t/ha (+119% e cioè +2.3% l’anno). Peraltro il sensibile incremento delle rese ettariali delle principali colture agrarie cui assistiamo da oltre un secolo ha ridotto la percentuale di esseri umani sottonutriti passati dal 50% della popolazione mondiale nel 1945 al 37% del 1971 e al 10.7% della stessa nel 2015. Sempre secondo la FAO (http://faostat3.fao.org/home/E) il numero di sottonutriti, si è ridotto dagli 1,01 miliardi del 1991 ai 793 milioni del 2015.

Al riguardo si sottolinea che:

un “clima impazzito” non potrebbe in alcun modo giustificare incrementi produttivi tanto significativi
se il riportare con una bacchetta magica la CO2 ai livelli per-industriali è per molti un sogno, per chi scrive è un vero incubo in quanto la produzione annua delle colture agrarie calerebbe grossomodo del 20-30% (Araus, 2003; Sage, 1995; Sage & Coleman, 2001), dando luogo una catastrofe alimentare senza precedenti.
Per quanto riguarda le produzioni zootecniche la produzione globale di carne presenta un regolare trend in salita che ha portato da 71 milioni di tonnellate del 1961 a 310 milioni del 2013 mentre la produzione di latte nello stesso periodo è passata da 344 a 769 milioni di tonnellate.

Un dato interessante e per molti versi complementare rispetto alla produzione agricola è costituito dalla produzione da pesca commerciale e da allevamenti di pesce. Secondo i dati FAO (2014) il prodotto della pesca commerciale è cresciuto con regolarità passando dai 25 milioni di tonnellate di pescato del 1950 ai 89 milioni di tonnellate del 1988, anno a partire dal quale la produzione globale si è stabilizzata. In sostanza dagli anni ‘70 si coglie una correlazione positiva molto stretta fra l’andamento delle temperature globali e il quantitativo di pescato. Al contempo si sta assistendo a una crescita molto robusta della produzione di pesce da allevamento che nel 2012 ha raggiunto quantitativi di circa 67 milioni di tonnellate, sempre più vicini a quelli ottenuti dalla pesca del selvatico che sempre nel 2012 hanno raggiunto le 91.3 milioni di tonnellate, di cui 79.7 provengono da pesca in acque marine.

5.8 Global greening

Il fenomeno è anch’esso effetto degli accresciuti livelli atmosferici di CO2, in virtù dei quali non solo le piante crescono di più ma sono anche meno esposte al rischio di siccità in quanto, trovando più facilmente la CO2 nell’atmosfera, possono permettersi si produrre meno stomi limitando così le perdite idriche. Il global greening sta oggi facendo arretrare i deserti in tutto il mondo (sia i deserti caldi delle latitudini tropicali sia quelli freddi delle latitudini più settentrionali) come ci dimostrano in modo inoppugnabile le immagini satellitari (Hermann et al., 2005; Helldén e Tottrup, 2008; Sitch et al. 2015).



ASPETTI TECNOLOGICI
6.1 Teoria AGW e modelli previsionali

Uno dei pilastri della teoria dell’Anthropogenic global warming è costituito dalla simulazione delle temperature future basate su modelli matematici, soprattutto i modelli di tipo GCM, e che sono divulgate attraverso i report dell’IPCC.

Tali previsioni si sono rivelate fin qui molto deboli essendo risultate affette da rilevanti sovrastime. Più in particolare se si confrontano le previsioni al 2012 con i dati osservativi raccolti dal dataset globale GISS – Nasa, la sovrastima è del 53% per le previsioni del report IPCC del 1990 e si riduce al 9% per quelle del report IPCC del 1995 per poi risalire al 20% nei report IPCC del 2002 e del 2007 (Pielke, 2008; Pielke, 2013). Le cause di tali sovrastime sono state analizzate e discusse da Fyfe et al (2013).

Si ravvisa inoltre l’opportunità che nei modelli GCM si introduca l’effetto iride adattivo (Lindsen et al., 2001) come feedback negativo in grado di diminuire l’elevata sensitività dei modelli stessi, secondo quanto evidenziato da Mauritzen e Stevens i quali operando sul modello ECHAM4 hanno evidenziato la maggiore efficacia di un GCM in cui tale meccanismo è stato inserito.

6.2 Stato delle reti osservative

Se il monitoraggio da satellite viene progressivamente potenziato, lo stato delle reti osservative al suolo è preoccupante in quanto molte stazioni tendono a ricadere in aree influenzate dall’effetto delle isole di calore urbano e inoltre vaste aree del pianeta sono tutt’ora non monitorate. Un esempio lampante di quest’ultimo fenomeno è offerto da un’area del Sahel con superficie di 4 milioni di km2 (oltre 13 volte l’Italia) in riferimento alla quale Dai et al. scrissero nel 2003 per l’International Journal of Climatology un articolo scientifico dedicato alla siccità. In tale area nel 2003 risultavano operative solo 35 stazioni pluviometriche contro le 102 del 1991 e le 188 del 1971. In proposito si noti che con i dati di sole 35 stazioni è difficile descrivere la pluviometria di una delle regioni italiane, altro che quella di un’area così vasta come quella indagata. Questo per inciso la dice lunga anche sull’attenzione che la comunità internazionale sta in realtà dedicando a tali problemi.

Importante sarebbe allora che sul modello della rete di boe ARGO con le quali si misurano la temperatura e lo stato energetico degli oceani, si potesse realizzare una rete di stazioni al suolo omogenea ed estesa all’intero pianeta. Ciò richiederebbe uno sforzo internazionale che sarebbe sicuramente ripagato dal guadagno in termini di conoscenza che se ne avrebbe.



PRIORITÀ E CONCLUSIONI
L’elenco sopra riportato ci porta ad una visione chiaroscurale in cui le luci sono in complesso più delle ombre.

Tuttavia aldilà di come si vogliano leggere i dati qui presentati ci preme evidenziare che sarebbe auspicabile per tutti utilizzare al meglio quel ben di Dio che è costituito dalla CO2 atmosferica. Occorrerebbe provare ad immaginare un futuro veramente verde in cui un’agricoltura resa molto più produttiva grazie alle innovazioni nella genetica (OGM inclusi) e nelle agrotecniche possa divenire la fonte principale di sostanza organica per l’industria energetica, delle materie plastiche, ecc..

E’ inoltre cruciale:

privilegiare azioni di adattamento al cambiamento climatico le quali si stanno rivelando molto efficaci come mostra ad esempio la diminuzione delle vittime da disastri naturali e l’aumento della vita media a livello globale
tornare ad investire in modo coordinato e standardizzato in sistemi di monitoraggio meteorologico su cui oggi si sta investendo poco e male il che porta al progressivo degrado delle reti osservative.
Stimolare le attività di ricerca e innovazione tecnologica al fine di incrementare l’efficienza energetica dei diversi settori e delle diverse filiere produttive, favorendo altresì l’adozione di un mix di fonti energetiche sostenibile in termini economici, sociali ed ambientali.


BIBLIOGRAFIA
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http://www.ingentaconnect.com/content/i ... jog_15j071)

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Note

Documento a cura di Luigi Mariani e revisionato in base ai commenti emersi in sede di discussione e per i quali si ringraziano: Donato Barone, Uberto Crescenti, Alberto Ferrari, Gianluca Fusillo, Gianluca Alimonti, Ernesto Pedrocchi, Guido Guidi, Carlo Lombardi, Enzo Pennetta, Sergio Pinna e Franco Zavatti.
Molto bello e interessante.
Stai attento però perchè, è vero che fra i nomi dei vari esperti, non figura quello di Zichichi, ma ho intravisto il Nome di qualcuno che per qualcun'altro potrebbe essere un "disobbediente" , quindi aspettati l'arrivo di prioettili contro-controcorrente ;-)
Si scherza eh , nessuno si senta offeso, è solo un po di ironia.
Però su questo punto:
4.4 Cicloni tropicali

Nel 2011 Maue ha pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter uno studio sulla frequenza dei cicloni tropicali e sull’energia da essi liberata. I dati ottenuti con il metodo descritto in tale studio sono costantemente aggiornati sul sito http://models.weatherbell.com/tropical.php. Da essi si evince che l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15, il che evidenzia l’esistenza di un trend complessivo improntato alla decrescita dell’energia liberata da tali eventi estremi.
Non per fare le pulci al tuo commento ma, sul dato 2011-15, facendo una semplice equazione di secondo grado, così a spanne , quel valore di 689 potrebbe a fine decennio, aggirarsi al doppio di quella cifra. A meno che non vi sia una netta inversione di tendenza rispetto alla media dei primi 5 anni. Lo hai notato? O forse sono io che , vista l'ora , ho le travegole? :D)
NemboKi
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Messaggio da NemboKi »

onussen ha scritto:
NemboKi ha scritto:
the hurricane ha scritto: Sinceramente penso sia impossibile confrontarsi con loro, però è innegabile che nelle loro dichiarazioni sui cambiamenti climatici sono presenti molti errori e, a mio avviso, è utile spiegare questi errori anche a chi li cita per una giusta informazione, visto che sono interventi pubblici. :wink:
Vedi caro"the hurricane" tutti abbiamo da imparare da tutti. Quindi la verità non è un qualcosa che puoi trovare circoscritta nella persona che ritiene di essere titolata a distribuirla agli altri . Il senso di questo concetto non esclude che qualcuno abbia veramente una verità ma presuppone che chi la deve ricevere , sia preparato a farlo. Se non dispone dei recettori adatti quindi non ha studiato a sufficienza per esempio, la verità che gli serve puo cercarla lo stesso . Nessuno è onniscente e nello stesso tempo ogni uno puo aver raccolto un po di verità su vari argomenti e materie. Non sono molto bravo a volte nel cercare di farmi capire attraverso la scrittura, un po perchè non ho una adeguata conoscenza del saper scrivere visto che non sono stato molti anni sui banchi di scuola . Quello peròche vorrei dirti è che per arrivare a volte allo stesso risultato non c'e solo un tipo percorso. A volte l'esperienza della vita stessa puo insegnarti tante cose che difficilmente le potrai trovare nero su bianco. A volte la verità o una parte di essa, la potrai leggere anche "fra le righe". Non a caso le piu grandi scoperte sono nate dall'intuito e poi solo dopo, è stata accettata valida . Per questo ed altro occorre distinguere bene un pregiudizio da una fede , una negazione da un dubbio.
Io ho 60 anni ma questo dice poco o nulla perchè gli anni vanno bene per misure di spazio-tempo oppure per avere idee precise su aspetti della vita solo quando questa non sia complessa come quella di un essere umano. Per cui io so di non sapere tante cose ma essendo curioso un po su tutto, non posso pretendere di avere il tempo per studiare le cose che mi interessano in maniera approfondita. Ma io mi adatto a questo mio limite , per cui se dofastidio a questo forum intervenendo, non avrei problemi a limitarmi solo a leggere gli interventi. Non è una domanda rivolta ai moderatori o a nessuno, è solo per dire che i miei dubbi , su molte cose , non sempre riesco a sciogliere e non mi faccio dei problemi se rimangono tali. C'è un aforisma molto famoso , forse di Oscar Wilde , che dice : La vita è una fregatura perchè nel momento in cui ti sembra di averla capita, è proprio il momento che la devi lasciare.
Cordiali Saluti
NKi
Caro Nembo .. si vede che noi un po' più avanti nelle stagioni (indubbiamente quelle di una volta erano più fresche) abbiamo maturato una sana diffidenza su molte "verità" rivelate al mondo, specie dalla loro esternazione dipendano inimmaginabili movimenti di quattrini ...

E' giusto allora, e lo ringrazio, che persone assolutamente preparate in materia come Hurricane intervengano al riguardo e dati alla mano spieghino come, nel frangente del caso, non stia nè in cielo nè in terra mettersi a discutere i dati ufficiali.

Gradisco assai meno la distinzione, che mi sembra uscire da molti interventi, secondo la quale da una parte stanno i buoni e giusti e cioè quelli che non mettono minimamente in dubbio gli assiomi scientifici e dall' altra più o meno tutti quelli che avanzano, se del caso, qualche riserva.

Bè assomiglia molto all' atteggiamento (che non mi piace affatto) con cui parte del mondo scientifico a volte liquida le voci contrarie rifiutando un vero confronto con un bel "con te non parlo".

In altre parole lì non c' è proprio un Hurricane che si metta a spiegare. E questo suscita a noi malfidati tutti i dubbi del caso.
Quoto ;-)
Sordatino
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Messaggio da Sordatino »

Non ho nè i dati nè i mezzi per controdedurre, mi limito ad osservare sommessamente come l’autore del saggio non contempli in alcun modo la possibilità che gli eventi estremi verosimilmente derivanti dall’AGW possano avere effetti devastanti sulla vegetazione.

Direi che i fatti hanno purtroppo superato di gran lunga la visione ottimistica dello scritto.
leonardo 555
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Messaggio da leonardo 555 »

Ragazzi limitatevi al presente,e lasciate stare il passato ed il futuro, se no non se ne esce più, tra chi dice e chi dice il contrario :lol:
il conte
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Messaggio da il conte »

Nemboki, sui cicloni:
l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15

non è il numero dei cicloni, ma la forza media di un ciclone...
niente equazione... :D :D :D
turbo_dif
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Messaggio da turbo_dif »

ulisse55 ha scritto:
NemboKi ha scritto:
the hurricane ha scritto: Sinceramente penso sia impossibile confrontarsi con loro, però è innegabile che nelle loro dichiarazioni sui cambiamenti climatici sono presenti molti errori e, a mio avviso, è utile spiegare questi errori anche a chi li cita per una giusta informazione, visto che sono interventi pubblici. :wink:
Vedi caro"the hurricane" tutti abbiamo da imparare da tutti. Quindi la verità non è un qualcosa che puoi trovare circoscritta nella persona che ritiene di essere titolata a distribuirla agli altri . Il senso di questo concetto non esclude che qualcuno abbia veramente una verità ma presuppone che chi la deve ricevere , sia preparato a farlo. Se non dispone dei recettori adatti quindi non ha studiato a sufficienza per esempio, la verità che gli serve puo cercarla lo stesso . Nessuno è onniscente e nello stesso tempo ogni uno puo aver raccolto un po di verità su vari argomenti e materie. Non sono molto bravo a volte nel cercare di farmi capire attraverso la scrittura, un po perchè non ho una adeguata conoscenza del saper scrivere visto che non sono stato molti anni sui banchi di scuola . Quello peròche vorrei dirti è che per arrivare a volte allo stesso risultato non c'e solo un tipo percorso. A volte l'esperienza della vita stessa puo insegnarti tante cose che difficilmente le potrai trovare nero su bianco. A volte la verità o una parte di essa, la potrai leggere anche "fra le righe". Non a caso le piu grandi scoperte sono nate dall'intuito e poi solo dopo, è stata accettata valida . Per questo ed altro occorre distinguere bene un pregiudizio da una fede , una negazione da un dubbio.
Io ho 60 anni ma questo dice poco o nulla perchè gli anni vanno bene per misure di spazio-tempo oppure per avere idee precise su aspetti della vita solo quando questa non sia complessa come quella di un essere umano. Per cui io so di non sapere tante cose ma essendo curioso un po su tutto, non posso pretendere di avere il tempo per studiare le cose che mi interessano in maniera approfondita. Ma io mi adatto a questo mio limite , per cui se dofastidio a questo forum intervenendo, non avrei problemi a limitarmi solo a leggere gli interventi. Non è una domanda rivolta ai moderatori o a nessuno, è solo per dire che i miei dubbi , su molte cose , non sempre riesco a sciogliere e non mi faccio dei problemi se rimangono tali. C'è un aforisma molto famoso , forse di Oscar Wilde , che dice : La vita è una fregatura perchè nel momento in cui ti sembra di averla capita, è proprio il momento che la devi lasciare.
Cordiali Saluti
NKi
Tu 60..
Davvero?
Io 64 quasi..A Febbraio 2019.
Il 27.
In ciò che hai scritto ho trovato
tanta sincerità...ma anche verità'.
Ne sappiamo poco.
Lo scrissi anni fa.
Oggi...ribadisco.
Intanto, una sonda viaggia verso il Sole.
Non di certo per dirgli che sappiamo
tutto su di lui.
Anzi...
Riflettiamo almeno su questo.
Con umiltà'.

Uli
fa la fine di Icaro :lol: :lol: :lol:
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Messaggio da Telecuscino »

NemboKi ha scritto:
onussen ha scritto:
NemboKi ha scritto: Vedi caro"the hurricane" tutti abbiamo da imparare da tutti. Quindi la verità non è un qualcosa che puoi trovare circoscritta nella persona che ritiene di essere titolata a distribuirla agli altri . Il senso di questo concetto non esclude che qualcuno abbia veramente una verità ma presuppone che chi la deve ricevere , sia preparato a farlo. Se non dispone dei recettori adatti quindi non ha studiato a sufficienza per esempio, la verità che gli serve puo cercarla lo stesso . Nessuno è onniscente e nello stesso tempo ogni uno puo aver raccolto un po di verità su vari argomenti e materie. Non sono molto bravo a volte nel cercare di farmi capire attraverso la scrittura, un po perchè non ho una adeguata conoscenza del saper scrivere visto che non sono stato molti anni sui banchi di scuola . Quello peròche vorrei dirti è che per arrivare a volte allo stesso risultato non c'e solo un tipo percorso. A volte l'esperienza della vita stessa puo insegnarti tante cose che difficilmente le potrai trovare nero su bianco. A volte la verità o una parte di essa, la potrai leggere anche "fra le righe". Non a caso le piu grandi scoperte sono nate dall'intuito e poi solo dopo, è stata accettata valida . Per questo ed altro occorre distinguere bene un pregiudizio da una fede , una negazione da un dubbio.
Io ho 60 anni ma questo dice poco o nulla perchè gli anni vanno bene per misure di spazio-tempo oppure per avere idee precise su aspetti della vita solo quando questa non sia complessa come quella di un essere umano. Per cui io so di non sapere tante cose ma essendo curioso un po su tutto, non posso pretendere di avere il tempo per studiare le cose che mi interessano in maniera approfondita. Ma io mi adatto a questo mio limite , per cui se dofastidio a questo forum intervenendo, non avrei problemi a limitarmi solo a leggere gli interventi. Non è una domanda rivolta ai moderatori o a nessuno, è solo per dire che i miei dubbi , su molte cose , non sempre riesco a sciogliere e non mi faccio dei problemi se rimangono tali. C'è un aforisma molto famoso , forse di Oscar Wilde , che dice : La vita è una fregatura perchè nel momento in cui ti sembra di averla capita, è proprio il momento che la devi lasciare.
Cordiali Saluti
NKi
Caro Nembo .. si vede che noi un po' più avanti nelle stagioni (indubbiamente quelle di una volta erano più fresche) abbiamo maturato una sana diffidenza su molte "verità" rivelate al mondo, specie dalla loro esternazione dipendano inimmaginabili movimenti di quattrini ...

E' giusto allora, e lo ringrazio, che persone assolutamente preparate in materia come Hurricane intervengano al riguardo e dati alla mano spieghino come, nel frangente del caso, non stia nè in cielo nè in terra mettersi a discutere i dati ufficiali.

Gradisco assai meno la distinzione, che mi sembra uscire da molti interventi, secondo la quale da una parte stanno i buoni e giusti e cioè quelli che non mettono minimamente in dubbio gli assiomi scientifici e dall' altra più o meno tutti quelli che avanzano, se del caso, qualche riserva.

Bè assomiglia molto all' atteggiamento (che non mi piace affatto) con cui parte del mondo scientifico a volte liquida le voci contrarie rifiutando un vero confronto con un bel "con te non parlo".

In altre parole lì non c' è proprio un Hurricane che si metta a spiegare. E questo suscita a noi malfidati tutti i dubbi del caso.
Quoto ;-)
Complimenti ;)
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the hurricane
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Messaggio da the hurricane »

il conte ha scritto:propongo questa interessante lettura
Questo ad esempio lo trovo interessante come articolo, ci sono diverse per contributo antropico (dal 50% fino al 85-90%), ma anche se la colpa dell' uomo fosse solo al 50%, ci giustifica a non porre rimedio?
Non sarebbe comunque giusto minimizzare il nostro impatto sul pianeta?
Considerando che non facendo nulla, questo contributo aumenterà?

Investire sulla ricerca delle fonti rinnovabili a bassa emissione è veramente cosi dannoso per il nostro futuro?

Non sarebbe utile iniziare già oggi a cercare una fonte di energia diversa dai combustibili fossili? che prima o poi sono destinati ad esaurirsi, non certo domani, ma in futuro...

Poi sono d' accordo a non demonizzare il cambiamento climatico e sono contrario a chi associa ogni evento meteorologico al clima, ne ho parlato diverse volte con luca90.

@leonardo555, dal mio punto di vista trovo utile discutere di questi temi anche con la gente comune, perchè sono argomenti a cui tutti si dovrebbero interessare e trovo anche utile mostrare gli errori in certe interviste per limitarne la diffusione, perchè se il video di Rubbia viene visto da 1000 persone che a loro volta condividono il video e lo ripubblicano si genera una catena in cui la notizia errata si diffonde e spezzare qualche anello di questa catena può essere utile.

Poi è difficile che si riesca a convincere chi parte da preconcetti, però può essere utile a chi ha dubbi e cerca informazioni serie.

Poi su questi argomenti in università ne parlo molto anche con gli altri ragazzi, ma il tutto non deve restare chiuso nelle università.
leonardo 555
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Messaggio da leonardo 555 »

the hurricane ha scritto:
il conte ha scritto:propongo questa interessante lettura
Questo ad esempio lo trovo interessante come articolo, ci sono diverse per contributo antropico (dal 50% fino al 85-90%), ma anche se la colpa dell' uomo fosse solo al 50%, ci giustifica a non porre rimedio?
Non sarebbe comunque giusto minimizzare il nostro impatto sul pianeta?
Considerando che non facendo nulla, questo contributo aumenterà?

Investire sulla ricerca delle fonti rinnovabili a bassa emissione è veramente cosi dannoso per il nostro futuro?

Non sarebbe utile iniziare già oggi a cercare una fonte di energia diversa dai combustibili fossili? che prima o poi sono destinati ad esaurirsi, non certo domani, ma in futuro...

Poi sono d' accordo a non demonizzare il cambiamento climatico e sono contrario a chi associa ogni evento meteorologico al clima, ne ho parlato diverse volte con luca90.

@leonardo555, dal mio punto di vista trovo utile discutere di questi temi anche con la gente comune, perchè sono argomenti a cui tutti si dovrebbero interessare e trovo anche utile mostrare gli errori in certe interviste per limitarne la diffusione, perchè se il video di Rubbia viene visto da 1000 persone che a loro volta condividono il video e lo ripubblicano si genera una catena in cui la notizia errata si diffonde e spezzare qualche anello di questa catena può essere utile.

Poi è difficile che si riesca a convincere chi parte da preconcetti, però può essere utile a chi ha dubbi e cerca informazioni serie.

Poi su questi argomenti in università ne parlo molto anche con gli altri ragazzi, ma il tutto non deve restare chiuso nelle università.
Ciao.Tu hai ragione di cercare una fonte di energia diversa,il problema è che non si pensa al futuro, ma si pensa al presente.Forse quando sarà troppo tardi, si concentrano tutti gli sforzi a cercare fonti di energia diversa.Fino a che ci sono i combustibili fossili,all' uomo va bene così.Poi diciamo la verità, all'uomo fa più comodo un mondo più caldo, che un mondo più freddo.Quindi secondo il mio punto di vista,all'uomo in generale va bene così.Quello che dici su Rubbia o su altri scienziati è vero. è naturale se il video viene visto da 1000 persone poi a loro volta lo condividono e si diffonde la notizia e si viene a creare una catena, poi è difficile spezzare questa catena.Ora non sta a me giudicare uno scienziato se dice la verità o racconta balle.Tu fai bene a mostrare gli errori a tutti noi.Anche se non è facile convincere la massa plebea che uno scienziato racconta balle non solo sul clima,ma su tante altre cose della vita, quando hanno in testa tutto quello che hanno sentito dire.
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Patagonia
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Messaggio da Patagonia »

Il fatto è che a tutt'oggi, i combustibili fossili possiedono un rapporto rendimento/costo assai più elevato di qualsiasi altra fonte alternativa, compresa quella nucleare da fissione, peraltro in disarmo quasi ovunque nel mondo. L'unica vera speranza può essere riposta nella produzione di energia nucleare da fusione, ma oramai credo che diventerà una realtà solo a partire dai nipoti dei nipoti del più giovane dei forumisti ivi presenti.
Il dibattito sempre più acceso che si è innescato intorno al GW e in particolare a quello presumibilmente (o sicuramente, se vi pare) innescato dall'uomo è tuttavia un risultato positivo. Una parte sempre più importante della popolazione mondiale, non tanto da un punto di vista numerico ma quanto meno qualitativo, riuscirà a costituire con il tempo, - tanto tempo - una massa critica intorno alla quale si svilupperà un dibattito più ordinato e meno acrimonioso, in seguito al consolidamento di dati e modelli sempre più robusti di quanto non lo siano oggi. Siamo solo agli albori di una nuova, affascinante ma estremamente complessa disciplina.
La nota dolente è che l'Uomo sembra non aver più tanta voglia di smazzarsi per ricercare <i>il vero di cosa benché liggiera</i> avendo perso il senso dello stupore verso la Natura. Ora sono tutti medici-stregoni, <i>vade retro losco scienziato</i>. Ma la categoria che oggi fa trend sono gli <b>immunologi</b>: chi ha orecchie per intendere intenda. Altra cosa che mi spaventa è l'anelito verso un'altra vita, chissa dove: a che ti serve un'altra vita se non sai che fartene di questa ?
NemboKi
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Messaggio da NemboKi »

il conte ha scritto:Nemboki, sui cicloni:
l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15

non è il numero dei cicloni, ma la forza media di un ciclone...
niente equazione... :D :D :D
Ahhh ... grazie di aver sciolto il mio dubbio. Effettivamente erano travegole ...
le mie .Vedevo equazioni ma erano acquazzoni :D) :D) :D)
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