00:00 5 Luglio 2012

Temporali in montagna, pericolo spesso sottovalutato

Il pericolo derivante soprattutto dai fulmini, causa ogni anno diverse vittime, incidenti che potrebbero essere evitati mettendo in atto alcuni semplici accorgimenti.

 Sono le 16, il sole splende alto nel cielo del Monte Rosa pur tra qualche cumulo nel cielo e il suo calore si fa sentire anche se la quota alla quale ci troviamo è elevata. D’improvviso un colpo di vento, tutto si copre di una nebbia sempre più scura; è un attimo: un fulmine squarcia la pace di quel posto e il botto impressionante che segue solo in leggera differita si fa sentire fin dentro la cassa toracica. 

E’ solo l’inizio di un temporale che in circa mezz’ora ha lasciato sul terreno 7 centimetri di neve fresca fino a 2600 metri di quota. Noi siamo al sicuro in rifugio ma molta gente era ancora in giro per cime e ghiacciai fin oltre i 4000 metri, qualcuno stava addirittura salendo. Che fine avranno fatto quelle persone?
 
A volte evitare i pericoli derivanti da un temporale improvviso può salvare la vita. Prima di mettersi in marcia per intraprendere lunghi percorsi in alta quota sarebbe opportuno accertarsi di farlo in condizioni di tempo stabile o quantomeno nelle prime ore della mattinata, quando il rischio di temporali è minore, perchè derivante essenzialmente solo da eventuali passaggi frontali. Se poi il brutto tempo ci coglie all’improvviso sarebbe opportuno abbandonare creste, cime e ripiegare su zone meno esposte, comunque lontano da eventuali oggetti isolati.
 
Ricordate anche che gli oggetti metallici sono ottimi conduttori di calore e di elettricità e possono utilizzare il nostro corpo come ponte, quindi sarebbe opportuno disfarsene. Se siamo nei pressi di un rifugio o di una baita non rimaniamo sulla soglie d’ingresso: il fulmine che colpisse l’edificio potrebbe utilizzare il nostro corpo come ponte tra gli stipiti di porte e finestre e il terreno con conseguenze facilmente immaginabili.
 
Un ultimo consiglio: se nell’imminenza evidente di un temporale in montagna qualcuno vi suggerisse di proseguire ugualmente, non dategli ascolto. Lo potrete fare quando il fenomeno si sarà esaurito. I fenomeni passano, le montagne restano.
 
In figura la quiete dopo al tempesta nel luglio del 2010 al rifugio Città di Mantova 3500m (valle d’Aosta). 

Autore : Luca Angelini