00:00 11 Luglio 2003

Le migliori condizioni di vento per lo sviluppo dei temporali

Occorre che ci sia una burrasca in arrivo? E le nubi con che velocità si devono spostare?

In un certo senso osservando il moto delle nubi e la loro velocità di spostamento, potete stimare quante sono le possibilità di sviluppo di un temporale, e magari potete dare anche una valutazione della sua intensità.

Questo tipo di osservazione si basa sul concetto di convergenza o divergenza di masse d’aria, un meccanismo che vi sarà subito più chiaro seguendo il seguente ragionamento: immaginate una colonna d’aria larga pochi metri quadrati e sviluppata dal suolo fino al limite superiore della troposfera (circa 11 km di altezza); essa come si sa, contiene una certa quantità di fluido (azoto, ossigeno, vapore acqueo ed altri gas).

Chiaramente questo fluido ha una sua massa, e di conseguenza un determinato peso; inoltre come tutti i fluidi allo stato di vapore o gas, tenderà ad occupare tutto il volume a sua disposizione, anche se sarà più denso al suolo rispetto alle alte quote a causa della gravità.

Comunque se si toglie il fluido dalla cima della colonna, il rimanente tenderà a riempire il vuoto creatosi, salendo verso l’alto e raffreddandosi; al contrario, se si toglie fluido dal fondo della colonna (dal suolo) la restante massa scivolerà verso il basso, comprimendosi e riscaldandosi.

Ma come si fa a togliere il fluido dalla colonna? Attraverso il vento che soffia alle varie quote; se ad esempio a 10 km di altezza soffia un vento teso, esso tenderà a portare via le particelle d’aria alla quota data, creando il vuoto descritto precedentemente; questo basta a far salire l’aria, farla raffreddare e quindi far generare grossi cumulonembi? No, occorre che al suolo non sia presente un flusso di aria contrario e della stessa intensità, che tenda ad immettere tanto fluido all’interno della colonna d’aria quanto ne viene tolto in alto; se si verificasse questa condizione non ci sarebbero moti verticali dell’aria.

E come è possibile immettere fluido al suolo, invece che toglierlo? Occorre che sia presente un centro di bassa pressione; all’interno di esso infatti tende a convergere tutta l’aria che si trova nei dintorni.

Una volta assimilato questo semplice concetto vi verrà più naturale dimostrare che:

1) Se le nubi alte (cirri, altostrati, cirrostrati) si muovono con rapidità, mentre al suolo la pressione è bassa, ma non c’è un vento dominante, allora il rischio di rapida formazione di grossi cumulonembi sarà evidente.

2) Se le nubi alte viaggiano veloci, ed anche al suolo il vento soffia forte, le eventuali nubi temporalesche le vedrete arrivare da lontano, e non se ne formeranno probabilmente altre; lo stesso discorso vale se le nubi alte sono ferme ed il vento alle quote basse è calmo.

3) Se le nubi alte sono praticamente ferme, al suolo il vento soffia teso e la pressione tende leggermente ad aumentare, allora non ci saranno cambiamenti sostanziali o addirittura ci sarà un miglioramento del tempo.

Insomma la prossima volta che verranno previsti temporali nella vostra zona, passate qualche minuto a fare questo semplice esperimento, e vedrete che darà i risultati sperati, sempre che non vi troviate in un microclima particolare (una vallata montana, un litorale surriscaldato dal sole ecc. ecc.) dove le brezze possono falsare queste rilevazioni.
Autore : Lorenzo Catania