00:00 11 Ottobre 2002

I temporali prefrontali

A volte possono precedere una perturbazione di parecchi chilometri.

Quando una perturbazione si accinge ad interessare la nostra Penisola, solitamente viene preceduta da nubi medio-alte che testimoniano l’avanzata del fronte caldo verso le nostre zone.

Nubi tipo cirri e cirrostrati possono precedere anche di molto un fronte perturbato, che magari entrerà in azione nella giornata successiva.

Tuttavia può capitare che una perturbazione, invece di essere preceduta solo da innocua nuvolosità alta, venga annunciata da fenomeni temporaleschi che, però, non hanno alcuna attinenza con il fronte in arrivo.

Si tratta di linee di instabilità che possono precedere un fronte molto organizzato anche di 12 ore. Il loro movimento seguirà le correnti dominanti alle quote superiori e sarà lo stesso che seguirà la perturbazione.

Questi fenomeni possono, talvolta, rivelarsi violenti e accompagnati da raffiche di vento non indifferenti.

Se un temporale “prefrontale” risulta intenso, non è assolutamente detto che il fronte che lo segue abbia intensità maggiore. Capita a volte che temporali di questo tipo abbiano intensità tale da produrre anche dei danni, mentre il fronte a seguire sia più debole.

Un caso emblematico riguarda l’alluvione di Genova del 23 settembre 1993. In quel caso una linea di sviluppo di temporali prefrontali stazionò sul Golfo Ligure per tutta la giornata e produsse piogge molto intense. Il fronte vero e proprio transitò successivamente, con piogge molto più deboli.
Autore : Paolo Bonino