00:00 8 Giugno 2007

Blocchiamo il temporale con “l’inversione termica in quota”!

Una massa d'aria più calda rispetto alle zone sottostanti può bloccare la crescita di un cumulo temporalesco, fino a renderlo inoffensivo.

Quante volte, in estate, vi sarete imbattuti nel classico temporale pomeridiano che periodicamente scoppia sui nostri rilievi? Spesso lo si declassa a “temporale estivo isolato” ma sotto di esso può anche diluviare, grandinare ed esserci una grande quantità di fulmini.

L’aria caldo-umida presente a livello del suolo, scaturita da un ottimo soleggiamento mattutino, viene veicolata verso l’alto, dando origine alle famose “termiche”, tanto care agli appassionati di parapendio.

La termica, in un primo tempo, si materializza all’osservatore come un cumulo bianco innocuo, circondato da un mare di cielo azzurro.

In un secondo tempo, se l’atmosfera si presenta solo debolmente instabile, la situazione può degenerare: dall’innocuo cumulo si passa ad una nube torreggiante a tutti gli effetti (Cumulo congesto), che già incute la propria indole in un cielo ancora in gran parte sereno.

Il passo tra cumulo congesto e cumulonembo in genere è breve: la nube continua a salire, raggiunge con la sua sommità altezze considerevoli, si congela ed emette fulminazioni. Al di sotto di essa, ovviamente, comincia a piovere con forte intensità.

Il cumulonembo estivo è una struttura nuvolosa fiera, che spadroneggia in cielo ed appare all’osservatore di un colore bianco brillante nella sua sommità, scuro e tempestoso alla sua base. E’ il “Re” delle nuvole!

Tornando un attimo al cumulo congesto, precursore del cumulonembo, abbiamo affermato che, in genere, il passo tra congesto e nembo è breve.

Ogni tanto, tuttavia, qualcosa può andare storto e il congesto invece di trasformarsi nel fiero nembo, tenda a stratificarsi e a dar luogo ad un nugolo di nubi informi che presto si dissipano.

Tutto dipende dalla temperatura dell’aria che circonda il cumulo. E’ risaputo che il calore tenda sempre a muoversi verso l’alto. Di conseguenza più sarà fredda la massa d’aria che circonda la nube, più intensa sarà la spinta del calore dal basso verso le alte quote (situazione di instabilità).

Se per qualche motivo, ad una certa quota, la temperatura aumenta invece di diminuire (inversione termica), la nube si verrà a trovare in un ambiente relativamente più caldo rispetto agli strati sottostanti. Conseguentemente la spinta del calore dal basso risulterà meno efficace e la nube tenderà ad appiattirsi e a “morire” (situazione di stabilità).

L’inversione termica in quota, di conseguenza, può arrestare la foga di un temporale estivo quando la nube è già allo stadio di cumulo congesto. Solo una spinta dal basso molto potente può rompere l’inversione e dare luogo lo stesso al temporale, ma capita raramente. In quest’ultimo caso (con la rottura dell’inversione in quota) i temporali che ne scaturiscono sono spesso molto potenti ed evidenziati da un autentico “scoppio” di cumulonembi in zona.
Autore : Paolo Bonino