00:00 26 Aprile 2013

Nevi quasi perenni: Stelvio e Cervinia, gli ultimi baluardi dello sci estivo sulle Alpi

Dopo un inverno e una primavera decisamente nevosi è attesa ora sulle Alpi una nuova perturbazione che in quota scaricherà altri preziosi centimetri di spessore.

 Le ruspe iniziano faticosamente il lungo lavoro di sgombero dalla neve sulla strada del Passo dello Stelvio, il valico automobilistico più elevato d’Italia, con i suoi 2760 metri di quota, il secondo in Europa. La primavera è ormai alle porte anche lassù, benchè il lunghissimo inverno sia ancora ben presente con i suoi consistenti spessori nevosi.

Tra l’altro una nuova perturbazione è attesa su tutto il nord Italia e a queste quote, lungo l’arco alpino, basta poco affinchè si ripiombi di tutto punto nel più pieno dell’inverno. Nuova neve è attesa dunque lungo il sentiero scavato dai caterpillar, così che la viabilità tra Valtellina e Val Venosta sarà senz’altro rimandata al mese di maggio (guarda in diretta la webcam meteolive.leonardo.it/webcam/
displayWebcam/230/Stelvio+%282.757m%29
).

Tanta neve davvero, ma allora come mai giungono notizie sconfortanti come quello dell’addio allo sci estivo da parte dei ghiacciai della val Senales in Alto Adige?

Il clima ha fatto comunque il suo corso e gli ultimi due decenni sono stati davvero duri per i nostri ghiacciai. Il calo delle precipitazioni complessive e l’aumento della temperatura media hanno fatto il loro "sporco" lavoro, tanto che lo sci estivo è rimasto orfano di un altro comprensorio glaciale.

L’osservazione va naturalmente al di là dell’indotto procurato dall’economia che ruota intorno agli sport invernali. Le nevicate sono aumentate solo alle quote superiori, al di sopra dei 3800 metri. Un buon segno, almeno per i ghiacciai più vasti ed elevati delle Alpi.

Proprio per questo ora sulle Alpi i ghiacciai che "funzionano" anche durante l’estate saranno proprio quelli dello Stelvio e quelli a cavallo tra Valle d’Aosta e Svizzera, negli splendidi comprensori di Cervinia e Zermatt. Tocca però salire molto di quota e superare i 3500 metri.

La boccata di ossigeno che l’ultimo inverno ha dato ai nostri ghiacciai è senz’altro ben accetta, tuttavia, semmai ci trovassimo di fronte ad una inversione di tendenza, occorreranno alcuni anni affinchè i ghiacciai possano rispondere adeguatamente al clima che cambia. 

Autore : Luca Angelini