Maltempo, il rovescio della medaglia: tanta neve in quota sulle Alpi
E' soprattutto il settore occidentale della catena montuosa a vantare accumuli anche notevoli. Il limite qui è sceso anche sotto i 2000 metri. Una vera boccata di ossigeno per i ghiacciai dopo la scarsità di precipitazioni degli ultimi tempi.
La neve sulle Alpi, in situazioni critiche come quella che sta interessando da giorni il nostro Paese, è davvero importante. Prima di tutto il limite dello zero termico, ovvero quello che determina in definitiva il livello altimetrico delle precipitazioni solide, può essere determinante per scongiurare in pianura e a valle eventi alluvionali dovuti all’esondazione di fiumi e torrenti.
In questi giorni sui settori occidentali, quelli battuti dalle precipitazioni più consistenti, la neve è caduta fin verso i 1800-2000 metri, ma con spruzzate anche fino a 1500 metri. Più alto il limite sui settori centro-orientali, dove mediamente nevica con accumulo al di sopra dei 2400-2600 metri.
In Piemonte e in Valle d’Aosta, le cui montagne sono particolarmente bersagliate da precipitazioni di particolare abbondanza, gli accumuli nevosi oltre i 3000 metri hanno raggiunto anche i 2 metri e mezzo. A quote ulteriormente elevate, ovvero sui grandi ghiacciai posti da 4000 metri in su, la neve è stata distribuita irregolarmente dalle raffiche di vento da sud. I versanti meridionali del Monte Rosa in particolare, risultano i più carichi in assoluto di neve fresca e ad altissimo rischio di rovinose valanghe sul versante piemontese valsesiano.
Il rovescio della medaglia? Sulle Alpi occidentali quest’anno la stagione sciistica partirà in anticipo e con un manto nevoso naturale decisamente abbondante. Nell’immagine la neve è arrivata fino al comune di Valsavaranche, quota 1900 metri, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Autore : Luca Angelini