00:00 10 Maggio 2007

Quando i meteorologi sponsorizzano i condizionatori…

Si parla tanto di educazione ambientale ma se anche la categoria si fa del male con clamorosi autogol, tutto diventa più difficile.

“Assisto con gioia alla mia trasformazione da uomo a mito” diceva qualche anno fa Vittorio Sgarbi. L’idea di diventare un personaggio famoso, amato e stimato da tanta gente è l’obiettivo principale di chi antepone la carriera a tutto. Lo diceva anche Anna Magnani, l’amatissima attrice romana: “adoro il contatto con la folla, per me è tutto”.

Una volta si diventava famosi soprattutto per i propri meriti, oggi a questi vanno aggiunte le disponibilità finanziarie.
“Quando ti sei costruito il personaggio” mi diceva il Prof Giordano, il mio insegnante di latino “puoi vivere di rendita, permetterti molto di più”. Ho però anche in mente le parole di Papa Luciani: “la figura del Pontefice è superata, si rischia di scivolare nel culto della personalità, ed è l’ultima cosa che voglio. Dobbiamo presentare il Cristo, è lui l’unica vera personalità”.

Così dovrebbe essere anche nella scienza: bello apparire, appagante sentirsi stimati, confortante vedere che tante persone ripongono fiducia nelle tue previsioni, è umano, ma dovrebbe finire lì, dovrebbe essere la scienza la protagonista, invece qualcuno non resiste, vuole giocare al più bello del reame e finisce per fare autogol.

Così, pur di guadagnare ulteriore popolarità, si fa qualcosa che non dovrebbe essere fatto, che distrugge in un colpo solo tutto il cammino di educazione ambientale svolto in questi ultimi anni contro l’uso selvaggio, per non dire abuso sfrenato, dei condizionatori, che sono indubbiamente un conforto contro il caldo ma che creano moltissimi effetti secondari: innanzitutto li si usa anche quando non è strettamente necessario, cioè appena la temperatura esterna supera i 26°C, molti se li sparano addosso da una distanza ravvicinata che fa scattare le bronchiti, ma la cosa peggiore è che molti ignorano che questi aggeggi buttano all’esterno tonnellate di aria rovente e consumano moltissima energia, uno spreco assurdo perpetrato da milioni di persone in un momento in cui sarebbe necessario richiamare tutti ad un uso dell’energia più misurato.

Per incentivare ancor più le vendite di questi aggeggi la pubblicità viene accompagnata dal solito noto da proclami di caldo tremendo già nell’ultima decade di maggio, che per fortuna non trovano riscontro nei modelli da noi attualmente consultati.

Comunque sia una scelta inopportuna. C’è da chiedersi ormai: cosa non si farebbe pur di restare sulla cresta dell’onda? Risposta: si può fare di peggio, ad esempio buttando fango sulle società private di meteorologia concorrenti, come viene fatto sistematicamente da anni, ma questo è un altro discorso.
Autore : Alessio Grosso