00:00 21 Maggio 2007

Condizionatori a pieno regime ma guai a chi ci tocca il caldo…l’irresponsabilità e l’egoismo

Tanti discorsi moralisti, tanti sforzi degli ambientalisti, tante discussioni anche accese tra gli scienziati, a cosa servono se poi la gente fa quello che vuole?

Ammesso e concesso che un giorno si arriverà forse a capire se è nato prima l’uovo o la gallina, cioè se è l’aumento della concentrazione di anidride a far aumentare la temperatura o viceversa, il principio di precauzione ci imporrebbe di adottare quelle misure anti inquinamento e anti caldo che tutti, nel nostro piccolo, potremmo applicare nella quotidianità.

Magari è esagerato e sproporzionato essere in ansia per la sorte della foca monaca o della tartaruga di Lampedusa, però è assolutamente legittimo spaventarsi per la diminuzione delle piogge sul nostro Paese, sull’invadenza dell’anticiclone africano, sulla riduzione dei ghiacciai, per le guerre dell’acqua che covano in molte zone del mondo.

L’esempio da seguire dovrebbe essere quello di pensare in grande e di agire in piccolo, ma agire.

La prima azione, quella più importante ed intelligente, sarebbe quella di mostrarsi ambientalisti non solo nelle parole, ma nei fatti.

Essere ambientalisti significa prima di tutto rispettare la natura, ma anche la propria salute e quella del nostro prossimo.

Se è vero che i morti per cancro hanno fermato e spaventato gli industriali del Petrolchimico di Marghera, se finalmente al tavolo dell’ambiente si trovano gli imprenditori a fianco delle associazioni pro-natura, è anche vero che il nostro egoismo e la mancanza di senso di responsabilità ci inducono a comportarci in modo inadeguato.

Ci dicono che la Terra si sta riscaldando. Ci vogliamo credere? Non ci vogliamo credere? In ogni caso, per i tempi che corriamo, con il caldo sempre più invadente, le primavere e gli autunni sempre meno regolari, è il caso di svegliarsi.

Rinunciando ad esempio a due docce quotidiane, ad usare il condizionatore in modo smodato, a pretendere il caldo e il sole in ogni momento, ad usare la macchina con oculatezza, a non lasciare il motore acceso inutilmente.
Eppure tutti, a cominciare dalla televisione fino alla conversazione con gli amici, adorano il caldo.

Nessuno vi impedisce di godervelo, a chi non piace godersi la bella spiaggia con il mare blu o passeggiare tra i monti in canottiera, il punto è che alla base di tutto questo c’è il grado di benessere raggiunto grazie ad uno sfruttamento “intensivo” della natura, come se stessimo partecipando ad una gigantesca orgia in cui il tempo dovrebbe assisterci ed assecondarci in ogni nostra richiesta.

Niente pioggia, tanto sole e caldo da tropici ma con l’aria condizionata…Allora capite che qualcosa non va, che quel freddo artificiale consuma energia e quell’energia ce l’assicura l’acqua oppure il petrolio che però inquina.

Mettiamoci una mano sulla coscienza, riflettiamo sul fatto che continuando così consegneremo alle nuove generazioni un ambiente a rischio, in cui probabilmente per vivere si dovrà fare un passo indietro.

Inutile preoccuparsi per il riscaldamento globale se poi siamo i primi a volerlo, il caldo…
Autore : Alessio Grosso