00:00 24 Giugno 2003

Catastrofismi alla tg4 (esima) potenza

Bella, grintosa, pacata, possibilmente terrorizzante la giornalista troppo di Fede

Il catastrofismo esoterico, la divinazione futuribile, la previsione astrologica quotidiana, il test erotico-consustanziale… la popolazione femminile, così di frequente elogiata per il suo pragmatico senso di praticità e realismo rispetto alla confusionaria impulsività maschile, indulge invece in una galleria di costumanze che traversando la dimensione domestica, lavorativa, amicale ed esistenzial-salutistica rendono la donna il veicolo primo di molte delle enfatizzazioni più esiziali in tema di meteorologia.

Le conversazioni “da casco a casco” dalle parrucchiere, i dialoghi con la vicina di spinning, le consultazioni dell’oroscopo con le colleghe senza le quali la giornata lavorativa giammai potrebbe cominciare e ancora le miriadi di sciocchezze dalle riviste femminili, tra ricette, gossip, test erotici e inchieste sul burka, infarciscono una sottocultura strisciante (quella del cosiddetto comune sentire) di banalità uterine che alimentano la foga programmatrice e pessimistica tipica della natura femminile, antropologicamente stanziale a custodia della casa, mentre il maschio è fuori ad approvvigionarsi di cibo (ironia della sorte, sotto le intemperie).

A questo non scampano le giornaliste, e soprattutto quelle della scuola del Tg più emotivo e nazionalpopolare, il Tg4, le quali sembrano non stare più nella pelle quando possono interpellare l’ennesimo esperto di meteorologia di turno, per strappargli con un cipiglio che intimorirebbe un generale d’armata le valutazioni più inquietanti e oscure sullo stato del tempo, della stagione, del pianeta, del sistema solare e infine della nostra stessa esistenza sull’orbe terracqueo.

In particolare una giornalista, che con giusta dose di grinta gruberiana e di sguardo severo e inquisitorio inchioda lo sventurato esperto, ponendo domande sempre in forma retorica, nelle quali ossia la risposta viene già data per scontata: la più terribile ed epocale possibile. E via poi con il lancio della pausa pubblicitaria, dopo aver avvinto al video i telespettatori con le più paurose previsioni climatiche: picchi di caldo insopportabili, l’umidità poi, accentuerà del 30 e fino del 50% la sensazione di caldo, coprifuoco per anziani e bambini, avvelenamenti da ozono di massa nelle metropoli; lo sentite quel raschietto che avete alla gola? Ecco: sta già cominciando!

E l’effetto serra, e ghiacciai che si sfaldano al sole con clamorosi tonfi nelle acque gelide, Venezia e milioni di chilometri di spiagge saranno sommerse! «Ce lo dica Colonnello che il clima è cambiato! Anch’io da piccola vedevo certe nevicate, e i ghiaccioli appesi alle grondaie, ora non si formano più, vuole proprio dire che le cose chissà dove stanno andando a parare; in fondo io ho una certa età! E domani li avremo questi tornado e uragani benedetti che travolgeranno metà delle nostre regioni e ingrosseranno i torrenti a farli diventare tante oscure e limacciose piaghe bibliche?».

Questa professionista è spietata nel suo pacato ma inflessibile eloquio; non mancherà mai di restituirvi un quadro della situazione da rendere inutile anche il pensiero di migrare agli antipodi, tanto ormai è il pianeta tutto che sta correndo dritto verso l’annientamento.

E così noi pochi disperati che ormai cerchiamo informazione nell’unico modo possibile oggi, ossia selezionando pazientemente le poche fonti libere e scientificamente corrette, tra parabole satellitari e reti internet, eccoci lì ormai tutti i giorni a dover calmare le mamme ultra settantenni, che alla fine non ce la fanno più e tra una forchettata e l’altra di tortellini sbottano in un rigurgito di certezza catartica: «L’avevo detto che ci saremmo andati a rovinare da soli e che il clima della Terra sta andando a rotoli, tutta colpa degli americani e di Bush che non accetta il protocollo di Kyoto. Quando io ero piccola certi temporali e certi caldi non venivano!».

D’altra parte le previsioni sono cose di donne; già Calpurnia glielo aveva detto a Cesare di starsene a casa. Cara collega, in te vorremmo davvero avere un po’ di fede, ma purtroppo sei tu che troppo hai Fede, addosso, troppo addosso, con l’occhietto vigile all’audience, e pronto a licenziare in tronco a destra e a manca se non si terrorizza abbastanza la casalinga di Voghera.
Autore : Corrado Sevardi