Era l'impianto che ci aspettavamo quando, a inizio gennaio, avevamo descritto nei particolari quelle vicende della stratosfera che avrebbero portato ad un rallentamento della cintura di vento polare. Pur non rientrando nei ranghi di un evento estremo, tale duplice riscaldamento della stratosfera polare è risultato comunque importante nel destabilizzare l'equilibrio che avrebbe portato senz'altro l'inverno in corso verso una ingloriosa senescenza.
Avevamo anche descritto il meccanismo dei due fisici Baldwin e Dunkerton che, con il calo dell'indice NAM sotto la soglia critica, ci portavano ad aspettarsi un rallentamento del trottolone artico entro 30-60 giorni (immagine in alto). Per approfondire ulteriormente consigliamo anche la lettura di questo articolo http://meteolive.leonardo.it/news/Sotto-la-lente/9/Gli-alti-e-i-bassi-dell-inverno-Cerchiamo-le-possibili-cause/35806/. Ebbene quel rallentamento c'è stato e ora anzi, a solo 15 giorni dall'inizio dei giochi, inizierà una vera e propria frenata. L'Oscillazione Artica è prevista in forte calo tra la fine di gennaio e i primissimi giorni di febbraio, proprio come l'indice NAM che abbiamo già indicato in caduta libera in questo approfondimento.
Intanto due blocchi anticiclonici sono già andati strutturandosi quasi agli antipodi:
1) Uno potentissimo con radice pacifica e proiettato verso la Siberia orientale.
2) Un secondo in fase di sviluppo con radice sul mare Arabico e asse proiettato in direzione del Kazakistan e della Russia centrale.
Questo doppio blocco sul territorio russo-siberiano ha rafforzato la preesistente struttura anticiclonica termica gonfiandola in modo tale da permetterle di dilagare anche verso l'Europa centro-orientale.
L'immagine qui a fianco ci fa capire nella pratica cosa sta accadendo: i due anticicloni hanno iniettato imponenti flussi di calore a carico delle rispettive onde atmosferiche dando ad esse la possibilità di tagliare letteralmente in due il vortice polare troposferico ma c'è di più: dal lato atlantico l'alta delle Azzorre darà manforte alla fenditura anticiclonica polare gettando le basi per un lungo ponte di alta pressione che fungerà come cinghia di trasmissione per il gelo siberiano, scostato a forza dalla sua sede e costretto a rotolar giù verso il nostro Continente.
Come avrete capito non occorrono manovre stratosferiche estreme per giungere ad epiloghi da grande inverno. Vero l'iniziativa, come detto sopra, è partita dall'alto, ma in questo caso l'innesco determinante è frutto della farina troposferica, dato che è stato profuso dall'attività convettiva tropicale. Ce lo suggerisce l'indice MJO che, giunto in fase 5, si porterà nei prossimi giorni verso la fase 6. Cosa significa? Significa che l'onda temporalesca tropicale sgomita verso nord spingendo la banda anticiclonica subtropicale ad invadere le alte latitudini all'altezza del Pacifico occidentale, guarda caso proprio dove pone le sue radici il possente blocco proiettato verso la Siberia. Testimonianza di ciò è l'impennata del relativo indice la PNA.
La vista planisferica qui a fianco facilità ulteriormente la comprensione del discorso.
Qui si chiude dunque il cerchio del freddo, quello vero, che ci terrà compagnia negli ultimi giorni di gennaio e probabilmente anche nei primi giorni di febbraio. Come dire, mai come quest'anno i celebri proverbi che vogliono i giorni della merla quali i più freddi dell'anno, troverà pieno compimento.