00:00 18 Dicembre 2007

Stratosfera, segnali di inquietudine (freddo a gennaio sull’Italia?)

Diamo uno sguardo alle manovre in atto ad alta quota e ai possibili risvolti futuri

L’attuale strumentazione a disposizione dei meteorologi e gli occhi attenti dei satelliti ci permettono di monitorare attentamente le remote manovre che si vanno compiendo nei cieli e che rivestono una fondamentale rilevanza nella previsione generale del tempo a media e lunga gittata.

Solitamente l’andamento dei flussi di ozono stratosferico iniziano ad acqusire importanza a partire da gennaio fino al termine della stagione invernale. Sono questi infatti i periodi che possono venire climaticamente stravolti dalle imponenti conseguenze indotte da repentini flussi di calore che si propagano della troposfera verso la stratosfera e viceversa.

Fino alla prima metà del mese di dicembre abbiamo notato un importante “upper cooling” ,ossia un raffreddamento alle quote stratosferiche il quale, in sostanza, ha favorito il pompaggio di aria fredda all’interno del vortice polare stratosferico dandogli notevole vigore.

Questo normale raffreddamento d’alta quota ha subito però alcune azioni di disturbo da parte dei flussi di ozono comandati dalla disposizione orientale dei venti stratosferici equatoriali (Quasi Biennal Oscillation negativa).

Le conseguenze hanno in concreto apportato il rallentamento della corrente a getto ed ecco subito l’irruzione di un vortice proveniente dalle latitudini polari che ha riversato sull’Italia la prima ondata di freddo della stagione.

Ora il tessuto termico delle quote più elevate della stratosfera, anche a causa dei recenti brillamenti solari, sta subendo i primi timidi riscaldamenti. Le proiezioni dell’ente americano NOAA ci mostrano in particolare un primo importante riscaldamento stratosferico sopra all’Asia orientale in propagazione verso le isole Aleutine e, probabilmente, fin sul comparto canadese dove dovrebbe giungere intorno alla prima settimana di gennaio.

Questa manovra potrebbe sbilanciare l’asse del vortice polare costringendolo ad ovalizzarsi e inviando quindi un grande lobo gelido sulla Siberia. La successiva retrogressione (la propagazione verso sud-ovest) della massa gelida indotta dall’attuale dislocazione degli indici teleconnettivi, si avvicinerebbe cosi minacciosamente all’est-europeo e, in seconda istanza anche al nostro Paese.

In altri termini, secondo i modelli stratosferici a nostra disposizione, pare emergere la possibilità di una o più ondate di freddo artico fin sulla nostra penisola a partire dalla seconda settimana di gennaio.

Il campo di studio a riguardo tuttavia, presenta ancora alcuni punti interrogativi che necessitano di ulteriori studi e approfondimenti. Vi terremo costantemente aggiornati sull’evoluzione di questo interessantissimo capitolo meteorologico.
Autore : Luca Angelini