00:00 14 Dicembre 2007

Sole, segnali di ripresa

Giunto al minimo undecennale della sua attività, il sole ha iniziato a dare qualche importante segno di vita. Qual'è la tendenza e quali le conseguenze?

Scatto felino del Sole. Potrebbe essere solo un picco temporaneo tuttavia, dopo il lungo letargo che ha contraddistinto gli ultimi mesi, l’attività geomagnetica del Sole pare risvegliarsi con un sussulto non proprio intorpidito ma anzi piuttosto vigoroso.

Tra le macchie solari che stanno ricominciando a ribollire sulla superficie incandescente della nostra stella, risalta la sunspot 978, responsabile dell’aumentato vento solare. La sua intensità risulta moderata tuttavia l’energia che sprigiona sarà in grado di generare qualche interferenza a livello del campo magnetico terrestre.

Stiamo dunque uscendo dal minimo di attività solare che cade tipicamente ogni 11 anni? Pare di si ma questo non vuol dire che ora avremo una insolazione più forte. La differenza della radiazione infatti non raggiungerà che pochi decimi di punto percentuale.

L’importanza di queste eruzioni solari va ricercata invece nella modifica dei flussi di ozono stratosferico sul nostro pianeta, come ben avevano compreso i ricercatori Brewer e Dobson nella circolazione da loro scoperta.

In altre parole nelle condizioni attuali, con una stratosfera attraversata da veloci venti orientali (Quasi biennal Oscillation negativa), la circolazione Brewer-Dobson accelera predisponendo l’atmosfera a marcati flussi meridiani i quali facilitano a loro volta gli scambi di calore con la sottostante troposfera (flussi di Eliassen e Palm).

Si creano cosi le condizioni per imponenti e repentini riscaldamenti stratosferici i quali poi, tendendo a propagarsi in troposfera, scindono il vortice polare e ne inviano i monconi gelidi verso le medie latitudini.

Detto in soldoni, se tutto questo meccanismo innescato dai brillamenti solari andasse a buon fine, si potrebbero instaurare le condizioni favorevoli a pesanti ondate di freddo artico fin sul nostro Paese intorno alla seconda metà di gennaio.

Se tutto ciò si verificherà realmente ancora non lo sappiamo con certezza, di sicuro le premesse depongono a favore di una stagione fredda che seppellirà definitivamente nel dimenticatoio lo scorso non inverno.
Autore : Luca Angelini