00:00 9 Agosto 2012

Perché è così difficile prevedere il tempo per una intera stagione?

Pur essendo il cavallo di battaglia, il margine futuro di progresso di meteorologia e climatologia, in realtà le previsioni stagionali non hanno ancora basi scientifiche matematicamente accettabili per essere considerate attendibili.

"Dicono che l’estate sarà molto calda e siccitosa", "Il prossimo inverno avremo nevicate da record", "A Ferragosto ci sarà la classica rottura stagionale"… Frasi come queste se ne sentono e se ne leggono un po’ dappertutto e una parte dell’opinione pubblica si è fatta l’idea che il meteorologo abbia gli strumenti adatti per fare simili affermazioni. In realtà alcuni studi, tuttora in corso e in via di approfondimento, hanno introdotto nell’analisi climatologica a grande scala alcuni collegamenti tra diversi comparti climatici del globo.

Si tratta degli indici teleconnettivi. Tra questi menzioniamo ad esempio la NAO (differenza della pressione atmosferica alle diverse latitudini atlantiche) o l’ENSO (fenomeno che comprende il Nino e la Nina). Alcune anomalie cicliche di queste connessioni a distanza nella circolazione atmosferica aiutano a prevedere periodi di pioggia o di siccità su determinati settori continentali con un largo anticipo. Tuttavia siamo ben lontani dal capire l’andamento climatico di un’intera stagione.

Perché è ancora così difficile prevedere il tempo per una scadenza così lunga? Tutto si rifà sempre ai dati iniziali, ossia alle misurazioni del tempo che fa. La matematica, la fisica e la potenza dei calcolatori riescono ad amalgamare le varie leggi dell’atmosfera giugnendo ad una soluzione che poi viene elaborata sotto forma di mappa: ecco fatto il nostro modello, la nostra carta prevista.

Il compito del meteorologo è quello di analizzare e interpretare queste carte, utilizzando le sue conoscenze fisico-geografiche, le osservazioni dai satelliti e dai radar, la memoria di situazioni analoghe verificatesi nel passato e un pizzico d’intuito. Si ma qui ci troviamo dinnanzi a prognosi che non superano i tre giorni. E tali responsi a volte possono a loro volta essere affetti da errori. Poiché l’atmosfera è un sistema caotico, questi piccoli errori si propagano e si amplificano nel tempo in maniera esponenziale. Ad esempio, una piccolissima (e inevitabile) approssimazione fatta su un calcolo di una carta centrata per la giornata di oggi può portare a condizioni meteorologiche completamente opposte tra 7-10 giorni.

Pensate cosa potrebbe avvenire nell’arco di 90 giorni (la durata di una stagione); oltre al tempo e alle risorse necessarie per svolgere tutti i calcoli (ci vorrebbero dei giorni per completarli), risulterebbe del tutto inattendibile una qualunque forma di previsione. A quel punto, non essendoci strumenti adatti allo scopo, non possiamo fare altro che affidarci ai cari e vecchi proverbi, quelli non sbagliano mai, soprattutto a distanza di mesi.

Autore : Luca Angelini