00:00 6 Settembre 2011

Il pauroso nubifragio di lunedì 5 settembre sul Lecchese, cause e conseguenze

Dopo una giornata discreta un violentissimo nubifragio si è abbattuto sulla provincia di Lecco accompagnandosi a precipitazioni di eccezionale intensità.

 La perturbazione era prevista allontanarsi dalla Lombardia nel corso della giornata, ed effettivamente così e accaduto. La manovra però non è risultata affatto indolore. Il transito dell’asse di saccatura ha causato nel tardo pomeriggio di lunedì 5 settembre lo sviluppo di un pauroso nubifragio sulla provincia di Lecco.

Le cause sinottiche che hanno dato vita ad un tale mostro fanno capo essenzialmente al transito di un asse di saccatura alle quote superiori, ovvero ad un pugno di aria fresca inserito in una goccia a curvatura depressionaria. Tale goccia di vorticità, nel suo transito al di sopra della fascia prealpina lombardo-piemontese, comprensiva della zona laghi, ha potuto contare su un notevole quantitativo di umidità negli strati inferiori dell’atmosfera e sull’energia fornita dal soleggiamento diurno che ha innalzato il CAPE, ossia il potenziale a disposizione per i moti temporaleschi.

Dulcis in fundo è intervenuta la scodata di una perturbazione in transito oltralpe, la quale ha causato un richiamo di correnti sud-occidentali sul versante sud-alpino ove è nata una convergenza nei bassi strati atmosferici corrispondente alle imponenti masse nuvolose legate al temporale. Nell’immagine satellitare allegata è rappresentato schematicamente il processo avvenuto. Lungo questa linea di convergenza sono andati confluendo anche i giochi diurni delle brezze, il che ha in definitiva unito in presa diretta tutta la colonna atmosferica permettendo lo scatenarsi degli eventi.

Se le trame che ha portato a questo nubifragio sembrano complesse, è invece sorprendente il brevissimo lasso di tempo durante il quale tutto il processo si è innescato. Qualche numero ci può aiutare: 85 millimetri di pioggia caduti in 30 minuti sulla città di Lecco, con picchi di pioggia vicini ai 300 millimetri all’ora nei momenti più intensi del diluvio.

Facile immaginare le conseguenze, soprattutto black-out e allagamenti che hanno costretto anche le Forze dell’Ordine a chiudere immediatamente il tunnel della superstrada SS36, arteria di primaria importanza che collega Milano alla Valtellina. Qui a fianco un’immagine del tunnel allagato poco prima della sua chiusura. 

Autore : Luca Angelini