00:00 11 Febbraio 2008

Il grande freddo nelle zone polari ha favorito una riduzione del deficit delle masse ghiacciate

Buone notizie dal Polo.

Il Polo sta meglio, molto meglio e limita i danni. L’assottigliamo della coltre ghiacciata si è ridotto a meno di 1 milione di Km quadrati quando durante l’estate era arrivato addirittura a 3 milioni.

La grande vivacità del vortice polare con gli indici NAM e AO fortemente positivi a testimoniarlo, ha determinato un accumulo di freddo alle latitudini del Polo che hanno finito per raffreddare moltissimo la regione.

Quindi, se è vero che negli ultimi 40 giorni sono completamente mancati gli scambi polo-equatore in sede europea, facendo vivere al continente un altro lungo periodo particolarmente mite, in alcune zone peggiore di quello dello scorso anno, non va dimenticato che al Polo l’inverno ha fatto sul serio e non solo al Polo, come abbiamo più volte testimoniato su MeteoLive.

Ci aspettavamo certo un inverno diverso in Europa e tutti ci chiedono cosa non abbia funzionato.
Le cause sono tante e naturalmente non possiamo cavarcela semplicemente dicendo: “è colpa dell’anticiclone”, anche se a conti fatti è così.

Senza perdersi in mille indici che disorienterebbero il lettore comune possiamo dire che indubbiamente la fase di forte NINA ha inciso ma INDIRETTAMENTE sull’irrobustimento dell’anticiclone per motivi che ora andremo a precisare: se non ci fosse la corrente a getto di mezzo forse una Nina forte probabilmente finirebbe per favorire un indebolimento degli hp subtropicali e questi effetti probabilmente li vedremo nella prossima estate, quando il vortice polare, ormai quasi completamente indebolito, non porterà più il getto a “correre” così tanto come avviene adesso.

Per il momento questa CORSA invece finisce per portare sull’Italia a più riprese onde miti e stabili, vuoi di provenienza azzorriana, vuoi in risalita dal nord Africa.

Inoltre va considerata la fase positiva dell’indice AMO con acque oceaniche più calde del normale che tendono a stabilizzare e mitigare il clima dell’ovest del Continente in inverno spingendosi fin sulle nostre zone.

Possiamo aggiungere la positività della NAO, l’eccezionale vitalità del vortice polare, così come sottolineato sopra, la mancata formazione di anticicloni scandinavi (SCAND+) e lo scarso ruolo esercitato dalla negatività della QBO, quasi biennale oscillazione dei venti della stratosfera equatoriale.

Durante la primavera e soprattutto in estate invece la persistenza della Nina, quantunque in fase di indebolimento, potrebbe avere l’effetto di indebolire gli anticicloni e il rallentaento del getto provocherà senza dubbio scambi di calore più importanti alle nostre latitudini. Con questo non vogliamo dire che la primavera e l’estate risulteranno più fresche o più perturbate del normale ma solo che forse vivremo due stagioni semplicemente normali.
Autore : Alessio Grosso