00:00 17 Febbraio 2012

I paradossi della natura: quando il grande freddo viene da un… grande riscaldamento

L'episodio di forte gelo che ha investito l'Europa nella prima metà di febbraio è stato originato da un riscaldamento della stratosfera polare ma anche dalle pulsazioni temporalesche tropicali.

 Spesso l’accezione "Questo tempo è proprio pazzo" viene pronunciata con molta superficialità e descrive fenomeni particolari riferiti ad un dato momento e sopra una determinata località. Se ci pensiamo bene però in effetti il tempo ha le sue stranezze, intendendo per stranezze tutti quei meccanismi posti in essere dall’atmosfera per cercare di ripristinare gli equilibri perduti.

Il Sole scalda la Terra in modo differente tra i Poli e l’Equatore, tanto che ne derivano squilibri termici che mettono in moto masse d’aria di diversa natura. Ora, ci aspetteremmo che un’ondata di aria fredda si origini essenzialmente per la fuoriuscita di aria dai settori del globo ove le temperature sono più basse, i Poli ad esempio. Vero ma cosa mette in moto le pesantissime masse d’aria gelida che stazionano tranquille nel loro alveo polare?

La risposta è paradossale: un forte riscaldamento. Ebbene si, prendiamo ad esempio la severa ondata di gelo che ha investito l’Europa intera nella prima metà di febbraio; da cosa è stata innescata? Le cause principali sono state due:

1) Una prima con coinvolgimento della stratosfera, interessata da un deciso riscaldamento polare avvenuto a fine gennaio.

2) Una seconda con coinvolgimento della troposfera caratterizzata da una spinta dinamica a carico dell’alta pressione subtropicale atlantica in risposta al passaggio dell’onda temporalesca sulla corrispondente fascia tropicale. 

Come vedete entrambe le manovre hanno visto protagoniste flussi di calore in serie: il primo in discesa dalla stratosfera che ha letteralmente lussato il vortice polare dalla sua sede, il secondo che ha alimentato l’alta pressione russo-siberiana permettendole di termicizzarsi, ovvero di raccogliere nei bassi strati sterminate masse di aria gelida.

Si badi bene: molto spesso si pensa che fenomeni atmosferici estremi siano necessari a manovre gelide estreme, in realtà occorre la sinergia di più elementi, che devono trovarsi al posto giusto nel momento giusto. La sezione verticale che vi abbiamo proposto in figura ci mostra i tre riscaldamenti successivi (fino a 40-50 gradi in pochi giorni in media stratosfera) avvenuti lungo la colonna d’aria polare e che hanno funzionato quale innesco della bomba gelida siberiana.

Si tratta dell’indice NAM, una vera e propria sentinella che ci mette sulla giusta strada per comprendere la linea di tendenza dei successivi 30-60 giorni. Anomalie ripetute sono in grado di decidere le sorti di un inverno, come stava accadendo sino a fine gennaio 2012, Ma quando la strada sembrava segnata, ecco proporsi quel riscaldamento polare e la risposta sorprendente del redivivo orso russo-siberiano. Il resto è ormai diventato storia.

 

Autore : Luca Angelini