00:00 5 Settembre 2013

Ghiacciai alpini: ecco l’eredità dell’estate

Situazione nettamente migliore rispetto alle annate precedenti, soprattutto per l'abbondante innevamento invernale e primaverile, rimasto quasi intatto fino a giugno inoltrato.

Non che l’estate appena trascorsa abbia concesso sconti,  viste le anomalie complessive che confermano temperature mediamente superiori alla norma, ma l’inverno e la primavera 2013 sono state due stagioni bomba per i nostri ghiacciai. Le abbondanti precipitazioni sono riuscite infatti ad accorciare il periodo di ablazione estivo e quindi a frenare le perdite di massa glaciale.

ghiacciai valdostani, come riporta la Fondazione Montagna Sicura, ha hanno arrestato in parte il loro arretramento. L’esempio portato è quello del ghiacciaio del Toula, sul massiccio del Monte Bianco che secondo i monitoraggi avvenuti il 25 luglio scorso, era ancora innevato fino a circa 2.500 metri di altitudine con uno spessore di circa tre metri.

Pensate che esattamente un anno prima, nel luglio del 2012, il ghiacciaio era ricoperto di neve solo sopra i 2.900 metri, ben 400 metri più in alto, e per di più con uno spessore complessivo di soli due metri.

Buone le condizioni anche sui restanti settori alpini (nelle immagini la comparazione al Plateau Rosà nel gruppo del Monte Rosa-Cervino), anche se a bassa quota si riscontrano tratti di ghiaccio vivo negli apparati glaciali delle Alpi centrali. Resiste la vedretta del Gran Sasso, a conferma di un annata finalmente soddisfacente, anche se purtroppo non ancora sufficiente per una concreta inversione di tendenza. 

Autore : Luca Angelini