00:00 12 Febbraio 2008

Gennaio 2008, curva a gomito e l’inverno fa retromarcia. Tutte le anomalie del mese freddo

Sono anni difficili per le truppe del Generale. Un altro inverno da dimenticare anche se stavolta per molti ma non per tutti.

Mai come quest’anno gennaio ha segnato irrimediabilmente le sorti di un inverno dalle grandi potenzialità. Dopo l’illusione di una grande stagione partita con il piede giusto prima al centro-sud e poi anche al nord ecco riaffiorare l’incubo “anticiclone”.

Sono state le regioni adriatiche, la Calabria meridionale, la Sicilia e la Sardegna orientale a soffrire maggiormente la mancanza di precipitazioni. Dopo la fase nord-orientale che in dicembre aveva affondato il colpo bianco proprio su gran parte di queste zone, ecco presentarsi un Atlantico in pompa magna.

Gennaio si è aperto quindi con una sventagliata di nevicate anche in pianura al nord e ha proseguito la sua corsa a fasi alterne fino alla metà del mese apportando gradualmente il suo respiro mite su tutto il Paese. Hanno sorriso le Alpi dove la situazione è stata finalmente favorevole ad abbondanti accumuli nevosi anche a quote tutto sommato modeste, fin sotto i 1000 metri.

Anche il resto del nord ha fatto incetta di precipitazioni insolitamente più abbondanti della norma in questo periodo dell’anno. Tra le più baciate da Giove pluvio spiccano il cuneese, il Ponente ligure, le province di Firenze, Pistoia e Prato in Toscana, la fascia prealpina veneto-friulana e le Dolomiti.

Ben messe anche Piemonte, Lombardia dove in alcuni casi si sono raggiunti il doppio dei millimetri normalmente attesi, mentre un “buco orografico” ha limitato gli apporti sul Trentino occidentale fino al 25%. Bene anche l’Umbria

Tempi duri invece per i versanti adriatici dove le correnti mediamente meridionali hanno trovato l’ostacolo appenninico a dire no a piogge e nevicate. Tra Ancona e Foggia risulta un ammanco precipitativo pari ad oltre la metà degli accumuli medi stagionali ma in molte zone ivi comprese si sono avuti apporti praticamente nulli.

Per la medesima dinamica di impatto orografico dovuta alle correnti sud-occidentali troviamo la Sicilia orientale, il reggino, l’Ogliastra e il cagliaritano orientale nella medesima situazione.

Chiudono la valle d’Aosta, la Sardegna settentrionale, il Lazio e i litorali della Campania che hanno registrato un percentuale di precipitazioni compresa tra il 10 e il 25 per cento in più rispetto alle medie stagionali.

Un unico abbraccio unisce tutta la penisola nella solita nota dolente di questi inverni: le temperature. Fatte salve le province di Sassari, Genova, Savona e un piccolo settore nell’Appennino marchigiano alle spalle di Ancona ed Ascoli Piceno che si mostrano in linea con le medie, tutto il resto del Paese ha misurato valori superiori alla norma di 1-3 gradi. Spiccano i settori padani centro-orientali e il Friuli-Venezia Giulia più miti di 3-5 gradi.
Autore : Luca Angelini