00:00 17 Aprile 2013

Fenomeni meteorologici: quando diventano davvero dei record?

Il termine, quasi sempre abusato, risponde in realtà a regole ben precise. Facciamo degli esempi citando eventi del recente passato che effettivamente possono essere annoverati quali veri record della meteorologia.

 Ogni fenomeno un record. Piove? Mai piovuto così tanto (o poco) da un secolo. Fa caldo (o freddo)? Mai stato così da 300 anni. Primavera instabile? Mai così dal 1700, inverno? Mai così freddo, estate? Mai così calda, ghiacciai? Mai così in ritiro… e così via.

 In realtà, ciò accade non tanto per gli effettivi capricci del clima, quanto per un modo ormai assodato di dare le notizie. Tutto deve fare sensazione, altrimenti che notizia è? 

Ma allora, viene da chiedersi, cosa sono effettivamente il “caldo-record”, il “freddo-record”, la “neve-record”, e via discorrendo? Ebbene, una qualsiasi grandezza ( ad esempio temperatura, pressione, piovosità) può essere considerata record quando il suo valore numerico viene registrato come il più alto o come il più basso nella sua categoria in un certo lasso di tempo.

Esempio: 300 millimetri di pioggia caduti su Roma in un pomeriggio sono un record alluvionale, gli stessi caduti in cinque mesi indicano una situazione di assoluta normalità, i medesimi riferiti alle regioni alpine nel giro di un anno indicano invece una situazione di gravissima siccità.

Un’ondata di gelo in inverno può essere  considerata "record” per diversi motivi, il primo tra i quali la rilevazione ripetuta di una temperatura inferiore alle tante registrate nei giorni o negli anni precedenti. Il record può quindi non riguardare l’intensità (cioè il picco di un singolo giorno), ma riguardare la durata (cioè la media di un periodo più o meno lungo). Quindi l’ondata di freddo può essere record anche se non stabilisce un valore assoluto più alto dei precedenti. Infatti, è sufficiente che temperature leggermente più basse della norma perdurino per oltre 10-15 giorni (esempio gennaio 1985, agosto 2002, febbraio 2012) ed ecco che la media di quel periodo ha assunto di per sé una connotazione record, distinguendosi nel suo ambito come la più bassa media di quello stesso periodo negli altri anni.

Passiamo al caldo-record e prendiamo spunto da un esempio classico di questi ultimi anni, l’estate del 2003. E’ stata chiamata per l’appunto “l’estate dei record”, proprio perché su un’area geografica molto vasta, addirittura a scala continentale (l’Europa) si sono succeduti valori termici record, sia dal punto di vista dell’intensità che della durata.

Diffidiamo dunque da chiunque ci propini record ad ogni battito d’ali di una farfalla. Questi ultimi, come diceva il famoso matematico inglese, Edward Norton Lorenz padre della teoria del caos deterministico, possono far scatenare un temporale dall’alta parte del mondo, ma lungi quest’ultimo dall’essere sicuramente un record!

Autore : Luca Angelini