Bora e cielo coperto sulle regioni adriatiche, nubi basse su tutta la dorsale appenninica, e la Pianura Padana, temperatura in graduale calo su tutte le regioni; questi sono gli effetti di un impulso di aria
fresca in arrivo da est, più precisamente dal Mar Nero.
A differenza della perturbazione transitata nello scorso fine settimana però l’aria fredda sta affluendo principalmente nei bassi strati atmosferici, e non alle alte quote; di conseguenza l’aria non presenta segni di instabilità evidente, pertanto gli ammassi nuvolosi che prevalgono sono quelli generati dall’effetto “Stau”, ossia dall’accumulo di vapore acqueo a ridosso dei rilievi esposti al vento.
Sull’Europa orientale però è presente anche una goccia fredda, ossia una massa di aria fredda alle alte quote, simile a quella che ci ha interessati direttamente fra sabato 8 e domenica 9 novembre; a differenza di quest’ultimo però il ciclone in questione non si presenta così attivo, ed oltretutto la sua alimentazione è strettamente dipendente dalla presenza della depressione sul Mar Nero.
Tuttavia fra la Polonia e la Moldavia si staglia ancora l’ex anticiclone scandinavo, in fase di indebolimento; le correnti da est che scorrono ancora sul suo bordo meridionale consentiranno alla goccia fredda di muoversi lentamente verso ovest, portandola entro 48 ore in prossimità della Slovenia, seppure ormai in fase di colmamento.
Successivamente la goccia fredda verrà agganciata dalle correnti atlantiche che scorreranno sull’Europa centrale, e che la piloteranno verso la Polonia e l’Estonia.
Al momento non sembra comunque che la perturbazione sia in grado di provocare fenomeni di instabilità quali rovesci o temporali sulle regioni italiane che giovedì prossimo sfiorerà (Triveneto ed alto Adriatico); tuttavia converrà verificare continuamente la previsione, dato che nella maggior parte dei casi questi piccoli cicloni rappresentano delle vere e proprie “mine vaganti”.