Cosa ci aspetta?
Proviamo a capire quali saranno le mosse delle grandi figure bariche sullo scenario europeo nei prossimi giorni
La depressione spagnola sembra in fase di decadimento, ma in verità continua ad inviare impulsi di aria umida e debolmente instabile verso l’Europa centrale; nel frattempo il richiamo di aria mite dall’Africa genera dei corpi nuvolosi che investono il centro-sud dell’Italia.
Più a nord sull’Inghilterra è presente un anticiclone strutturato perlopiù alle basse quote, e quindi non in grado di rasserenare completamente il cielo in zona.
Ma ciò che a noi sta più a cuore, perché ci interesserà direttamente a partire da domenica, è il flusso di aria artica moderatamente instabile che adesso sta investendo la Scandinavia e parte dell’Europa orientale.
Infatti anche se adesso sembra che l’aria fredda non riesca più ad avanzare verso sud, nelle prossime ore riprenderà il suo viaggio a causa di due fenomeni concomitanti: il primo riguarda proprio la perturbazione legata alla depressione spagnola.
Questa infatti nel suo viaggio fra la Germania e la Polonia, entrerà direttamente in contatto con l’aria artica, generando una depressione che in poche ore riceverà un notevole contributo di energia grazie anche ad un secondo fattore, poco considerato nei giorni passati: una colata di aria polare (più stabile perché fredda a tutte le quote già immediatamente dopo il passaggio del fronte freddo) che dall’Islanda viaggerà proprio verso la Scandinavia, raggiungendola entro sabato.
Il mix che deriverà dallo scontro delle tre masse d’aria a temperature così diverse alle varie quote, agevolerà l’aria fredda a scendere verso l’Europa centrale, ed entro domenica dovremo aspettarci che venga coinvolta anche tutta la fascia alpina.
Nel frattempo l’irruzione avanzerà verso SW affacciandosi sulla Valle del Rodano, così che probabilmente si genererà una depressione sul Golfo di Genova, con rovesci e temporali su buona parte del nostro Paese.
Questo minimo non ha ancora un destino segnato, ma probabilmente riuscirà ad insistere sulle stesse zone almeno per 24 ore
Autore : Lorenzo Catania