00:00 17 Dicembre 2007

Conferenza di Bali: “Salviamo il Pianeta… però tra due anni”

Ha rischiato il naufragio la conferenza sul clima terminata a Bali lo scorso 14 dicembre. Raggiunto in extremis un compromesso che rimanda tutto al 2009 ma è solo una scatola cinese

Iniziata come un summit tra scienziati la conferenza salva clima ha presto preso le sembianze di un incontro di wrestling con grida, pianti, applausi e colpi bassi. L’esasperato braccio di ferro tra gli Stati Uniti e il resto del Mondo si è risolto in una partita ancora aperta allo scoccare del gong.

Da una parte i Paesi emergenti hanno rivendicato la loro estraneità ai fatti che hanno portato lo smisurato caricamento di inquinanti in atmosfera, dall’altra l’Europa che ha chiesto un programma di rientro dalle emissioni inquinanti secondo una ben precisa roadmap cui dovranno aderire tutti. A questo punto gli USA hanno fatto muro contro qualsiasi imposizione ottenendo di non preconfezionare alcun impegno che fissi vincoli numerici alle emissioni.

L’eccessivo riscaldamento degli animi in sala pare abbia superato anche quello atmosferico tanto che è dovuto intervenire nientemeno che il segretario generale dell’ONU in persona Ban Ki-moon (giunto con apposito volo) per riportare l’ordine e dare all’assemblea una parvenza di professionalità.

In buona sostanza l’accordo finale ha assunto essenzialmente i connotati di un armistizio biennale che rimanda tutto al 2009. Nel frattempo i Paesi cosiddetti inquinanti non avranno alcun target di riduzione delle emissioni rimanendo sul binario morto di Kyoto.

La roadmap verso Kyoto-2 infatti non accenna a tagli nelle emissioni dei fatidici gas serra ma lascia tutto al libero arbitrio. Solo una postilla rimanda agli scenari di mitigazione riportati nel 4°Rapporto dell’IPCC. A questa si collega (naturalmente)la richiesta di nuovi finanziamenti per la ricerca affinchè si possano rafforzare gli investimenti per le nuove soluzioni ecologiche.

Insomma vigerà ancora la legge del “chi inquina paga” o meglio, “chi paga può inquinare” che non porterà mai da nessuna parte. Sulla falsariga di questi nobili propositi Kyoto-2, come assicura il buon Gore già proiettato a Copenaghen 2009, andrà in porto con o senza USA.

Questa esaltante presa di posizione dell’ex vice presidente degli Stati Uniti ha inoculato un infuso di ottimismo (più che altro una flebo) all’assemblea la quale si è quindi potuta congedare ostentando piena soddisfazione per gli incoraggianti risultati ottenuti nei lavori.

Incamminandosi baldanzosamente verso l’aeroporto i 10.000 intervenuti naturalmente hanno dimostrato di voler dare il buon esempio antinquinamento usufruendo delle biciclette (poche decine) messe a disposizione dall’organizzazione e pedalando di buona lena verso i propri aeromobili.

Da li, dimostrando piena coerenza con i seri accordi presi in sede di consiglio, si sono imbarcati sui numerosissimi voli, di Stato e non, che hanno sparso tonnellate di cherosene sui paradisi tropicali indonesiani ancora troppo poco inquinati….Tanto per salvare il pianeta mancano ancora due anni.
Autore : Luca Angelini