00:00 28 Luglio 2009

Caldo: chi soffrirà di più fino a fine mese?

La sinfonia del caldo è entrata in una fase di adagio; ancora qualche accelerazione entro gli inizi di agosto, poi forse la musica cambierà. Intanto si soffrirà ancora, complice l’aumento dell’umidità, soprattutto al centro-sud, Pianura Padana con particolare riferimento alle aree urbanizzate.

L’abbraccio caldo dell’Africa continuerà a stringere gran parte della nostra Italia, almeno fino ai primi di agosto; ma gli spasmi sempre più irregolari non permetteranno di raggiungere le ragguardevoli temperature della scorsa settimana, quando le fiammate nordafricane hanno fatto impennare i termometri ben oltre i 40°C su molte località delle isole maggiori.

L’alta pressione, per la verità nemmeno tanto alta, entrerà ben presto in una fase di stanca; in attesa di certi non ancora ben definiti cambiamenti. Quando questo avviene l’aria tende a rallentare i suoi movimenti e il rimescolamento tende ad essere più difficoltoso.

Il vento può davvero poco, se non lungo le coste, dove l’attivazione delle brezze periodiche contribuisce a rigirare la minestra. Il caldo della terra viene trasportato di sera verso il mare e quel poco di fresco notturno del mare viene riversato al mattino sui litorali.

Nelle zone interne, specie sulle pianure e nelle vallate chiuse, manca anche questo blando palliativo, allorché ne approfitta l’umidità. Quest’ultima tende ad aumentare progressivamente col passare dei giorni, complice la mancanza di scambi atmosferici fra le diverse quote; con massimi dopo il tramonto e durante la sera.

Purtroppo siamo a cavallo tra la fine di luglio e i primi di agosto, il periodo più caldo dell’anno, con tutti i difetti che questo comporta. Basta poco infatti per raggiungere condizioni di caldo notevole, spesso indotto dal calore accumulato nei centri urbani per almeno due mesi. Lo stesso dicasi per il resto dei terreni, surriscaldati dalle precedenti ondate di calore e dalla scarsità di precipitazioni e vegetazione; per non parlare poi del mare.

A soffrire in questa fase, soprattutto tra giovedì e sabato, saranno in particolare le regioni tirreniche, le isole maggiori, buona parte del sud e della Pianura Padana. La sensazione di afa sarà il denominatore comune su molte di queste zone, ma solo localmente saranno accompagnate da alte temperature.

I valori dovrebbero attestarsi sui 3-5°C sopra le medie del periodo, con punte di 35-37°C nelle zone interne di Sardegna, Sicilia, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna; ma anche Campania e Puglia. Altrove, seppure i termometri non toccheranno questi valori, l’umidità li renderà più che possibili, almeno a livello di sensazione.

Le città più penalizzate saranno Firenze, Roma, Bologna, Prato e Sassari; sia per l’estensione che per la loro lontananza dal mare; ma altri centri urbani con caratteristiche simili non saranno da meno. Stringiamo i denti, le prime batoste per il caldo e sua madre, l’alta pressione, sono dietro l’angolo.
Autore : Giuseppe Tito