00:00 17 Maggio 2017

Le centrali a turbogas abbattono la NEBBIA ma…

Il turbogas diffonde le polveri sottili e ostacola la diffusione delle nebbie, ma favorisce malattie respiratorie anche cancerogene.

Le polveri emesse dalle ciminiere sono più fini e penetrano più facilmente attraverso le vie respiratorie.

Questo tipo di centrali che sta soppiantando quelle tradizionali a petrolio e carbone si rivela in realtà più nocivo per la salute umana e per l’ambiente.

Da oltre un secolo ormai utilizziamo dei combustibili fossili come il petrolio e il carbone per produrre energia. Così facendo però liberiamo nell’aria anche sostanze inquinanti, diossine e anidride carbonica, oltre a produrre scorie e rifiuti pericolosi per l’ambiente.

Per tentare di porre rimedio a questo annoso problema, invece di investire sulle energie rinnovabili ed ecologiche, sono state messe a punto delle centrali a "turbogas".

Cosa significa turbogas e come funziona? Per semplificare, utilizzando il metano si genera una combustione ad alte temperature (1200 °C) e pressioni per far girare molto rapidamente le pale di una turbina e produrre energia elettrica.

I vapori incandescenti (circa 600 °C) vengono poi convogliati in un generatore a vapor acqueo, una gigantesca pentola a pressione che produce altra energia, e raffreddati. Raggiunte le temperature di 90-100° vengono infine smaltiti nell’aria attraverso le ciminiere.

E qui cominciano i guai. Da uno studio dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna, emerge un dato allarmante: secondo il ricercatore Nicola Armaroli, una centrale a turbogas da 800 Mw (le più comuni) brucia un miliardo di metri cubi di gas all’anno producendo centinaia di tonnellate di polveri fini, le più pericolose per la nostra salute.

Ovviamente nessuno ne fa menzione in fase progettuale ma la situazione delle polveri ultrafini già critica in Pianura Padana rischia di peggiorare ulteriormente. Le leggi che tutelano la salute dei cittadini sono inadeguate perché basate solo sulla stima delle emissioni di polveri di grandi dimensioni, come quelle ad esempio delle tradizionali centrali a petrolio e carbone.

I particolati più minuti sono del tutto ignorati e in realtà sono i più pericolosi perché essendo molto fini superano agevolmente le barriere poste nelle vie respiratorie raggiungono i polmoni e aumentano il rischio di cancro.

Hanno anche dei danni sul ciclo dell’acqua. Appare ormai assodato che fungano da disgreganti per le goccioline di vapore ostacolandone la condensazione nei bassi strati atmosferici. Una delle cause della riduzione delle nebbie in Valpadana andrebbe proprio ricercata in queste minuscole polveri.

Cosa fare dunque? Si potrebbe prendere spunto dalle leggi californiane, le più avanzate in materia che prevedono delle severe limitazioni a questi tipi di impianti per la salvaguardia della qualità dell’aria.

La centrale elettrica dell’Enel a Montalto di Castro sorge di fianco alla centrale nucleare dismessa in seguito al referendum del 1987, si tratta di una centrale termoelettrica a turbogas. In una nota l’Enel precisa che l’impianto è certificata EMAS, ovvero aderisce volontariamente ad un sistema di gestione ambientale conforme al regolamento europeo EMAS.

Vi sono 6 centrali di controllo in un raggio di 20km, sono altresì presenti denitrificatori catalitici per l’abbattimento degli ossidi d’azoto, e dei captatori elettrostatici per catturare le polveri presenti nel gas.

Sarà davvero così? 
 

Autore : Alessio Grosso